Semifonte

Castello del quale non esistono più tracce.

Semifonte sarebbe sorto oggi nel comune di Barberino Valdelsa nei pressi di un colle di circa 300 metri sopra all'attuale abitato di Petrognano.


La zona della Valdelsa, con il fenomeno dell'Incastellamento e lo sviluppo della società feudale, si costellò di fortificazioni in gran parte controllate dai conti Alberti fin dal 1100. Semifonte era uno di questi castelli, uno degli ultimi a sorgere, che conobbe un periodo di grande sviluppo e importanza sul finire del XII secolo, quando divenne, in piena età dei comuni, l'ultimo baluardo del potere feudale rinvigoritosi grazie alla calata degli imperatori germanici con il fine di schiacciare le autonomie comunali cittadine con l'appoggio delle grandi famiglie comitali.

La collina dove sorgeva Semifonte si popolò in brevissimo tempo, a partire dal 1181, e divenne una spada nel fianco della potente Firenze, un 'dispetto' voluto dall'imperatore Enrico IV che non vedeva di buon occhio le nuove realtà comunali. Pare che gli abitanti, fin troppo sicuri della loro forza, beffeggiassero i fiorentini intonando il noto ritornello "Firenze fatti in là Semifonte si fa città" fin sotto le mura del capoluogo. La reazione di Firenze fu spietata e nel 1202, dopo un lungo assedio,  avvenne la distruzione, oggi diremmo scientifica, di Semifonte: più niente, neanche il ricordo, doveva restare. Un editto impose il divieto assoluto di ricostruire in cima al colle. A ricordare Semifonte restano ancora oggi pochi ruderi inglobati nelle case coloniche sparse sulla collina e una cappella ottagona del 1597, costruita grazie ad una deroga dell'editto duecentesco, che riproduce fedelmente in scala 1:8 la cupola del Duomo di Firenze. Dalle poche testimonianze emerge che la città era dotata di una cinta muraria di circa tre chilometri con quattro porte e, al vertice dell'abitato, di un castello-recinto con mastio centrale circondato da mura quadrilatere e torri angolari.

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