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BATTESIMO

(Mt. 28, 18 s.)

I Sacramenti e lo Spirito Santo: Lo Spirito Santo, come ha formato Gesù nel seno purissimo di Maria Vergine, così vuol formare ciascuno di noi a immagine di Gesù mediante i Sacramenti.

I Sacramenti sono gesti di amore di Gesù, sono mezzi efficaci della grazia istituiti da Gesù Cristo per salvarci. Da Gesù che li ha istituiti, in certo senso, sono passati nelle mani dello Spirito Santo, al Quale viene attribuita l’opera della salvezza.

Il Battesimo è il primo dei Sacramenti; ed è il Sacramento mediante il quale lo Spirito Santo ci fa creature nuove: ci libera dal peccato originale, e, se lo riceviamo dopo l’uso di ragione, da ogni altro peccato; ci fa partecipi della vita divina, figli di Dio, fratelli di Gesù e di ogni uomo, eredi del Paradiso.

A – RISCOPRIAMO IL BATTESIMO:

1) È un dono di Gesù. L’ha istituito quando ha detto agli Apostoli: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (1a).

2) È un dono destinato pure ai bimbi, come affermano la Bibbia e la Tradizione (1b).

3) È un dono necessario per la nostra felicità eterna. Nati alla vita naturale, abbiamo bisogno di una nuova nascita: di quella alla vita soprannaturale per avere parte alla eredità soprannaturale che è il Paradiso, come dice Gesù: "In verità ti dico: se uno non nasce da acqua e da Spirito Santo non può entrare nel Regno di Dio" (2). "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo" (3).

Per chi non ha la possibilità o la grazia di ricevere il sacramento del Battesimo, è sufficiente il Battesimo di sangue (ossia versare il sangue, dar la vita per Gesù) oppure il Battesimo di desiderio che consiste in un atto di amore a Dio con il desiderio, almeno implicito, di ricevere il Battesimo (questo è il caso, specialmente, di molte persone di religioni non cristiane le quali sono religiose, buone, ma, senza loro colpa, non conoscono Gesù).

S. Basilio afferma: "Il Battesimo è la morte del peccato, è la rinascita dell’anima, il vestito splendente, il sigillo infrangibile, il veicolo che porta al Cielo".

4) È un dono che realizza in noi le più grandi meraviglie di Dio (mirabilia Dei):

a) È per noi una rinascita, una nuova creazione, non meno vera e reale della nascita alla vita terrena e della creazione dell’universo. Quale gioia quando viene alla luce il bimbo tanto atteso... Ma c’è una nascita molto più meravigliosa: è la nascita, mediante il Battesimo, alla vita della grazia santificante che assicura la nostra nascita alla gloria del Cielo. Essa viene "dall’alto, dallo Spirito" (4).

b) È una risurrezione spirituale come dice S. Paolo: "Per mezzo del Battesimo siamo stati sepolti insieme a Gesù nella morte perché come Cristo fu risuscitato dai morti così anche noi possiamo camminare in una vita nuova... Offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti" (5). Lo stesso S. Paolo ci esorta: "Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio, pensate alle cose di lassù" (6).

c) È una incorporazione a Cristo: il Battesimo ci inserisce in Cristo, che è la vite vera, come rami vivi, nei quali scorrerà, quale linfa, la vita stessa di Gesù. Quasi all’inizio del Rito, il battezzando viene segnato per sempre con il segno di Cristo che è la Croce: apparterrà sempre a Cristo, come membro vivo del suo Corpo Mistico. Giustamente S. Agostino ai neobattezzati ripeteva: "Gioite! Siamo diventati Cristo!" Con Cristo siamo figli del Padre ed eredi dell’eredità celeste.

d) È una consacrazione perenne: mediante l’unzione col Crisma siamo stati consacrati per sempre come Sacerdoti (si tratta del Sacerdozio comune o regale) e formiamo, insieme a tutti gli altri battezzati, un popolo sacerdotale.

B – RICORDIAMO IL BATTESIMO!

Con il Battesimo siamo diventati divini, incorporati a Cristo, abitazione dello Spirito. Eppure non ci pensiamo, l’ignoriamo, spiritualmente restiamo bambini per tutta la vita!

Si festeggia il compleanno per ricordare la nascita temporale che ci ha reso figli degli uomini; perché non festeggiare maggiormente l’anniversario del Battesimo che ci ricorda la nascita spirituale che ci ha resi figli di Dio? Il giorno del battesimo è il più grande giorno dell’esistenza. Pio XI parlando a un folto gruppo di giovani disse: "Oggi è l’anniversario della mia nascita, ma domani è quello del mio Battesimo: il più grande giorno della mia vita", molto più importante di quello dell’Ordinazione sacerdotale e di quello dell’elezione a Papa. I Padri Conciliari del Vaticano II hanno ripetuto con S. Agostino: "La nostra suprema dignità non è quella di essere Vescovi, ma di essere membri del popolo di Dio" ossia battezzati. Paolo VI: "Vi è negli avvenimenti della nostra vita un fatto più bello (della recezione del Battesimo), più fortunato di questo? No! Esso è il fatto più felice della nostra esistenza". S. Ambrogio afferma: "A che cosa ci avrebbe giovato il nascere alla vita naturale se non avessimo avuto la felice sorte di rinascere col Battesimo alla vita soprannaturale?

Si celebra il Natale, la Pentecoste: la venuta visibile di Gesù e dello Spirito S. nel mondo; ma perché non si celebra la venuta invisibile della Trinità nell’anima nostra mediante il Battesimo? Forse che Dio è meno degno di lode quando appare esteriormente che quando entra nell’interno dell’anima nostra?

Si va in pellegrinaggio nei luoghi di apparizioni di Gesù, della Madonna. Ottima cosa. Ma perché non ci si reca a pregare nella chiesa o presso il battistero ove, col Battesimo, è realmente sceso Gesù nell’anima insieme al Padre, allo Spirito, a Maria, ai Santi?

C – VIVIAMO IL BATTESIMO!

Il Battesimo non giova nulla se non lo si vive, se non si mette in pratica. Tanti battezzati vivono da bestemmiatori di Gesù: "non mi riferisco – soggiunge S. Agostino – ai malvagi che bestemmiano Cristo; sono rari infatti quelli che lo bestemmiano con la lingua, ma sono molti quelli che lo bestemmiano con la propria condotta". Quanti battezzati vivono da sbattezzati! Raramente entrano nella chiesa, che è la casa dei figli di Dio. Quasi mai, alla S. Messa che è il cuore della religione cristiana; quasi mai alla mensa dei figli, alla S. Comunione.

Poveri gigli che all’età della prima Comunione erano candidi e profumati e, ora, sono precipitati nell’immondezze!... Poveri uccelli che da se stessi si sono spezzate le ali e ora non possono più spiccare il volo verso il Cielo di Dio!... Non pensano, costoro, al terribile dramma di quell’invitato alle nozze della parabola evangelica che entra nella sala di festa senza la veste nuziale? È figura del battezzato che fa il suo ingresso nell’eternità senza la Grazia di Dio. Contro di lui sarà spiccato l’ordine perentorio: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti" (7).

Dopo il Battesimo la vita non è più nostra, non ci appartiene più: è completamente di Cristo e della Chiesa, perciò:

a) Dobbiamo stare con Cristo, per la vita e per la morte. Dice infatti lo Spirito Santo: "Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo" (8) "... Affinché non viviamo più per noi stessi, ma per Cristo che è morto e risorto per noi" (9). "Tutto è vostro... il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo" (10). "Se noi viviamo, viviamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo siamo dunque del Signore" (11).

b) Dobbiamo essere docili alla madre Chiesa, la quale nel fonte battesimale ci ha accolti nel suo seno, e, durante questa vita terrena attende premurosamente alla gestazione e formazione spirituale dell’anima nostra per deporci un giorno tra le braccia del Padre celeste. Guai a noi se non ci lasciamo formare l’occhio della fede, l’orecchio della speranza, il cuore dell’amore, le mani e i piedi della uniformità alla volontà di Dio: faremmo come quel bimbo che, per ipotesi, nel seno materno, si strappasse gli occhi, le orecchie, si rompesse mani e piedi; quando verrà alla luce sarà deforme per tutta la vita. Ascoltiamo S. Agostino: Per mezzo del Battesimo "sei già nato nelle viscere della madre Chiesa... Per poter nascere dalle viscere (cioè pervenire alla luce eterna, al Paradiso), prima devi nascere (lasciarti formare) nelle viscere. Aspetta dunque: lasciati formare per non finire in aborto!" Saresti mostruoso per tutta l’eternità! Lasciati formare: sarai felice per sempre!

c) Dobbiamo avere soprattutto la carità cioè l’amore a Dio e al prossimo. S. Agostino afferma: "Il battezzato esamini se possiede la carità. Se non la possiede, egli porta soltanto il carattere di cristiano, ma è un disertore che scappa; non può definirsi nato da Dio. Solo l’amore distingue i figli di Dio dai figli del diavolo. Tutti possono segnarsi con la croce, tutti rispondere: amen; tutti cantare: alleluia; tutti essere battezzati: soltanto la carità (la grazia santificante) fa distinguere i figli di Dio dai figli del diavolo. Quelli che hanno la carità sono nati da Dio. Se tu avessi tutto, ma ti mancasse quest’unica cosa, a nulla ti gioverebbe ciò che hai" (12). Se hai la carità, hai tutto per il tempo e per l’eternità.

ESEMPIO. La Serva di Dio Carla Ronci di Torre Pedrera di Rimini (1936-1970): un’altra Romagnola, verso gli altari! Dai 10 ai 14 anni vive malamente il suo Battesimo: è alquanto sbarazzina; le piacciono molto le canzoni insulse, i dischi sguaiati, le orchestrine; legge avidamente i settimanali pieni di leggerezze, i romanzi gialli, le storie di amore non pulito; ha la mania dei balli; va a vedere films vuoti e sciocchi, predilige compagnie poco serie. Scrive: "Mi ero tuffata nel male". A 14 anni, in occasione di una Missione popolare, durante la Via Crucis predicata per le strade del suo paese, rimane folgorata dalla grazia di Gesù: Lei stessa dice: "Sentii una voce e un invito; ebbi orrore di me stessa; voltandomi indietro vidi i miei 14 anni al di fuori della gioia e il mio avvenire sospeso sul baratro di un abisso". E subito decide di incominciare a vivere in pienezza il suo Battesimo. Al mattino del giorno seguente, eccola alla S. Messa. Da quel momento non potrà vivere senza incontrarsi giornalmente con Gesù nella Messa e nella Comunione. Abbandona con disgusto tutte le vanità che fino allora aveva cercato affannosamente. Rifiuta di sposarsi nonostante le molte richieste (aveva una bellezza straordinaria), e si consacra per sempre, con i voti religiosi, a Gesù. Chiama Gesù il suo "amore" il suo "solo amore", il suo "fidanzato", il suo "sposo", il suo "tutto". Vive continuamente alla sua presenza e se lo sente "vicino vicino". Diventa un’autentica innamorata di Gesù fino alla follia. E si impegna moltissimo (nell’Azione Cattolica di cui è Dirigente e nella parrocchia e ovunque si reca) per conquistare tante anime a Gesù.

Nelle sue molte fatiche e sofferenze va sempre ripetendo: "Per Gesù e per le anime!" Ha sempre il sorriso sul volto e tanta gioia nel cuore, anche tra i dolori. Scrive: "Io voglio le spine di nostro Signore, non le rose... Com’è bello vivere in grazia di Gesù e soffrire per Gesù! Si prova una gioia tale che tutte le gioie del mondo messe insieme non riuscirebbero ad eguagliare". È devotissima della Madonna. Ha moltissime e forti tentazioni per cui deve lottare " stringere i pugni", ma riesce a riportare sempre completa vittoria con l’aiuto di Gesù e della Vergine Santa che invoca continuamente. Colpita da cancro polmonare, sta per morire. Le chiedono: "Carla, come stai?" Risponde: "Assai bene! Assai bene! Eccolo, è il Signore che viene e mi sorride. Arrivederci in Cielo!" Dopo alcuni minuti la sua anima vola al Paradiso.

Oh, potessimo anche noi vivere il nostro Battesimo come l’ha vissuto Carla!

PROPOSITO. Rinnoviamo con fede le promesse battesimali. Invochiamo la Madonna per ottenere a noi la fedeltà alle promesse del Battesimo, e ai battezzati infedeli, la conversione, e ai non battezzati, la grazia del Battesimo.

 

 

 

 

 

 

(1a) Mt. 28,18

(1b) Battesimo dei bambini. La Chiesa ha battezzato i bambini fin dalle sue origini. Gli Atti parlano di intere famiglie battezzate dagli Apostoli (cf. Atti 10,44-48; 16,15; 16,32-34; 18,8).

S. Ippolito fin dal 217 scriveva: "Per Pasqua i bambini devono essere battezzati prima degli adulti" (Traditio apost. c. 21).

Origene afferma: "La Chiesa ha ricevuto dagli Apostoli la Tradizione di battezzare anche i bambini" (Commento a Rom. 5,9).

(2) Gv. 3, 5 s.

(3) Mc. 16, 16

(4) Cfr. Gv. 3, 6 s.

(5) Rom. 6, 4.13

(6) Col. 3, 1 s.

(7) Mt. 22, 13

(8) Gal. 3, 27

(9) Cfr. 2 Cor. 5, 15

(10) 1 Cor. 3, 21 s.

(11) Rom. 14, 7 s.

(12) S. Agostino, "Com. in I Gv."