(Credo... la remissione dei peccati)

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IL PECCATO:

"MISTERO D’INIQUITÀ"

(Ebr. 6, 4-8; 10, 2 ss.)

C’è il peccato originale, commesso da Adamo e da Eva e che ha coinvolto tutti noi (Vedi Romani, 5, 12-19); e c’è il peccato personale (veniale o grave) di cui qui parliamo.

Il peccato è un’offesa fatta a Dio dissobedendo ai suoi comandamenti. S. Agostino lo definisce: "Un detto o un fatto o un desiderio contro la legge divina".

Il peccato è grave o mortale quando si commette: 1 - In materia grave (per esempio, bestemmiare, trascurare le Messe domenicali, fare azioni impure, ecc.). 2 - Con piena avvertenza (ossia conoscendone bene la gravità). 3 - Con deliberato consenso (vale a dire con il pieno e libero consenso della volontà).

Queste tre condizioni devono essere contemporanee; e, se ne viene a mancare una sola, non c’è peccato grave.

Il peccato, dice S. Paolo è "mistero d’iniquità" (1).

Paolo VI faceva notare che il peccato è "parola taciuta" (perfino da Sacerdoti) e realtà oggi negata. Il più grande peccato del mondo moderno sta nel negare la stessa esistenza del peccato, perché ciò equivale al rifiuto totale di Dio e della sua legge e di tutta la Redenzione di Cristo.

Il peccato, purtroppo, esiste. E la Bibbia stessa parla di peccati gravi e di peccati veniali quando distingue un peccato che "conduce alla morte" o dannazione eterna e un peccato che "non conduce alla morte" (2), e quando, per mezzo di S. Paolo, parla di peccati che escludono dal Paradiso: "Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio" (3).

Il peccato è la più triste realtà, è il più grande male. Afferma Bossuet: "neppure l’onnipotenza divina può fare che vi sia un male più grande del peccato".

Eppure, come lamentava Pio XII, sono moltissime "le anime morte, cadaveri ambulanti nelle strade che attraversate, nei luoghi che frequentate". Dunque è urgentissimo parlarne. Ne parliamo basandoci sulla Bibbia.

1. IL PECCATO E’ IL RIFIUTO DELL’AMORE DI DIO: Dio ci ama infinitamente; ha stabilito con noi un’alleanza o patto di amore. Il peccato spezza questo patto di amore; il peccatore rifiuta di essere figlio di Dio, impedisce a Dio di essergli Padre, rigetta il suo amore, rifiuta di obbedirgli – dice S. Paolo – e si schiera nella rivolta contro Dio (4). Come il "figliuol prodigo" del Vangelo, fugge dalla casa del Padre, sperpera i doni del Signore nei vizi, e, spiritualmente, si riduce a tanta miseria e a tale fame da sospirare e invidiare le ghiande e le carrube riservate ai porci (5).

Il Padre celeste, tradito nel suo amore, se ne lamenta per mezzo dei profeti: "Stupite, o cieli, e inorridite come non mai, perché il mio popolo ha commesso due iniquità: essi hanno abbandonato Me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate che non tengono acqua, e per dissetarsi ad acque putride. Riconosci quanto è cosa cattiva e amara l’aver abbandonato il Signore tuo Dio" (6).

2. CON IL PECCATO L’UOMO CALPESTA CRISTO DIO E DISPREZZA IL SUO SANGUE E LO SPIRITO S. Nella Missione popolare a Udine, predicata da 200 Francescani, alcuni giovani sciagurati, nella notte, hanno rotto, gettato a terra e calpestato un Crocifisso, collocato nella ‘tenda’ della missione, al centro della città. Il fatto sacrilego ha suscitato tanto dispiacere e orrore.

Ebbene, chi commette il peccato grave fa cosa molto peggiore: non calpesta soltanto una immagine di Gesù, ma calpesta Cristo Dio vivo e vero, come afferma la Bibbia: Chi ha peccato "avrà calpestato il Figlio di Dio e considerato profano quel Sangue dell’alleanza dal quale è stato un giorno santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia" (7).

S. Pietro aggiunge: "Voi avete rinnegato il Santo e il Giusto e avete ucciso l’Autore della vita" (8).

3. IL PECCATO RENDE L’UOMO DEICIDA E CROCIFISSORE DI GESU’: Se Dio potesse essere triste, morirebbe di tristezza di fronte all’orribile ingratitudine di un solo peccato grave; perciò il peccato, considerato in se stesso, uccide Dio. Dio non muore perché non può morire; ma, come l’uomo che spara per uccidere è colpevole di omicidio anche se fallisce il colpo, così il peccatore è realmente deicida poiché il suo peccato è un vero attentato contro Dio. Dio si è fatto uomo in Gesù, il quale, come uomo, poteva soffrire e morire, e, infatti, è morto per i nostri peccati. Coloro che commettono il peccato grave, diventano, oggi, causa dell’avvenuta passione e morte del Cristo, come chiaramente afferma la Bibbia: "Quelli che sono stati una volta illuminati, se sono caduti, per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia" (9).

Ha suscitato profondo orrore lo spaventoso delitto di Doretta Graneris (18 anni), la quale, insieme al fidanzato Guido Baldini, ha sterminato tutta la sua famiglia (papà e mamma, i due nonni e il fratellino), per avere subito l’intera eredità. (Varese, 1975). I giornali l’hanno definita "il mostro", "la belva". Ma un delitto infinitamente più mostruoso compie chi commette anche un solo peccato grave, perché, dopo di aver tentato di uccidere lo stesso Padre celeste, si scaglia contro Cristo Dio, lo flagella, lo configge sulla croce, lo fa agonizzare per tre ore tra spasimi orrendi, fino a farlo morire. Giustamente il Santo Curato d’Ars commenta le suddette parole della Bibbia dicendo che il peccato grave ci rende "carnefici di Cristo".

Una grande offesa viene pur fatta alla Madre di Gesù!

4. IL PECCATO E’ LA PIU’ ORRIBILE CATASTROFE PER L’UOMO. Chi va contro Dio va contro se medesimo, dice la Bibbia: "Coloro che commettono il peccato e l’ingiustizia sono nemici della propria vita" (10), distruggono se stessi. S. Paolo esclama: "Tu con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e del giusto Giudizio di Dio" (11).

S. Giovanni Evangelista presenta il peccato come rifiuto di Cristo–verità, di Cristo–luce e quindi come un immergersi nelle tenebre (12), come un imprigionarsi nella falsità che rende gli uomini figli di satana, padre della menzogna (13), poiché chi pecca viene dal diavolo (14).

Il peccato toglie la pace: dice lo Spirito S.: "Non v’è pace per i malvagi... Gli empi sono come un mare agitato che non può calmarsi. Non v’è pace per gli empi" (15).

Il peccato crea una rovina nell’anima molto peggiore di quella suscitata dall’esplosione delle prime bombe atomiche a Hiroscima e a Nagasaki (Giappone, Agosto 1945); uno scoppio fragorosissimo, e in nove secondi la temperatura sale a diecimila gradi e infuria un uragano di vento da atterrare anche le case. Quante vittime!. Duecentomila morti, ottantamila feriti! Ovunque cadaveri, gridi strazianti di dolore, ovunque detriti. Il peccato mortale produce rovine infinitamente peggiori: la bomba atomica uccise i corpi, spazzò via palazzi, distrusse opere dell’uomo e cose materiali; ma il peccato grave distrugge le opere di Dio: uccide la vita della grazia, polverizza l’edificio spirituale della perfezione, spazza via tutti i meriti.

5. IL PECCATO SPINGE VERSO UN TREMENDO GIUDIZIO DI DIO E VERSO LA DANNAZIONE: "Se pecchiamo volontariamente – dice la Bibbia – non rimane che una terribile attesa del Giudizio e la vampa di un fuoco pronto a divorare i ribelli. Conosciamo infatti Colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E’ terribile cadere nelle mani del Dio vivente!" (16).

L’Apocalisse, dopo aver parlato del Paradiso per i buoni, parla del castigo eterno per quelli ostinati nei loro peccati: "Per i vili, per gli increduli, per gli omicidi, gli immorali, i fattucchieri, gli idolatri e per tutti i menzogneri è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E’ questa la seconda morte" (17).

Prima di terminare, mi affretto a dire: Non avviliamoci! Anche se avessimo commesso i più enormi peccati, l’amore misericordioso di Dio è infinitamente più grande: accanto all’abisso della miseria c’è l’abisso della misericordia. Convertiamoci! Confessiamo i nostri peccati! Riacquisteremo la grazia di Dio, la vera libertà, la gioia, il diritto all’eredità celeste.

ESEMPIO. Il pianto della Madonna a Siracusa: Antonina Iannuso, giovane sposa, gravemente ammalata, cade svenuta sul letto. Ripresa conoscenza, si accorge che dagli occhi della Madonna del Cuore Immacolato (piccola scultura in gesso), appesa al capezzale, scendono fitte gocce di pianto; chiama i familiari, accorrono cognata, suocera, sorella. In un attimo la notizia si diffonde; accorre grande folla che prega, piange di commozione; arriva il marito bracciante, rimane esterefatto. Il Commissario di pubblica sicurezza, temendo un imbroglio, preleva l’immagine, l’asciuga; ma la "Madonnuzza" (come la chiamano) non si spaventa e nei locali della Questura riprende il suo pianto. Viene riportata in Via degli orti e collocata all’aperto, sopra un altarino provvisorio. Continua a versare lacrime per quattro giorni e per quattro notti. Decine e decine di migliaia di persone sono testimoni oculari della lacrimazione. Il Vescovo chiama gli scienziati; ella lacrima pure davanti a loro; essi prelevano le lacrime, le esaminano scrupolosamente e dichiarano che hanno tutte le sostanze delle lacrime umane.

L’Episcopato Siculo, il 14 Dicembre 1953, ha dichiarato: "Vagliati attentamente nel testo originale i documenti relativi alla lacrimazione dell’immagine del Cuore Immacolato di Maria ripetutasi nei giorni 29–30–31 Agosto e 1 Settembre 1953 a Siracusa, Via degli Orti 11, non si può mettere in dubbio la realtà della lacrimazione". All’approvazione esplicita dei Vescovi Siciliani ha fatto seguito l’approvazione implicita dei Papi Pio XII, Giovanni 23°, Paolo VI, Giovanni Paolo II.

E’ significativo il fatto che il pianto sia avvenuto in casa di persone naturalmente buone, ma che commettevano alcuni dei peccati più gravi: quasi mai partecipavano alla S. Messa e ai Sacramenti, pregavano poco, il marito bestemmiava. Siamo tutti poveri peccatori. La Madonna ha pianto per noi, per i nostri peccati.

Ci si meraviglia che la Madonna a Siracusa e altrove pianga? "Io – risponde il Vescovo Franzi mi meraviglierei se non piangesse". Quando vediamo un rifiuto così massiccio di Dio come mai è stato registrato nella storia, e tanti altri peccati: bestemmie che si moltiplicano, aborti volontari a non finire, violenze continue, una percentuale altissima di cristiani che non partecipa alla S. Messa e ai Sacramenti e che non prega: moltissimi, insomma che ciecamente corrono per la strada larga che conduce alla dannazione eterna, la Vergine Santa, nostra tenerissima Mamma celeste, come potrebbe rimanere indifferente? "Mi meraviglierei se la Madonna non piangesse!"

PROPOSITO. Consoliamo la Vergine Addolorata fuggendo ogni offesa al suo Figlio Gesù, vivendo intensamente la grazia santificante, amando Gesù con infiammato amore, recitando ogni giorno il S. Rosario.

O Vergine addolorata, aiutaci a far nostra la ferma decisione dei Santi e di tutti i veri cristiani: piuttosto morire che commettere anche un solo peccato grave, e affrontare ogni sacrificio per evitare qualsiasi peccato veniale.

(1) 2 Ts. 2, 7 (10) Tob. 12, 10

(2) 1 Gv. 5, 16 s. (11) Rom. 2, 5

(3) 1 Cor. 6, 9 (12) Cfr. Gv. 1, 5-11; 1Gv. 1, 5 ss.

(4) Rom. 5, 19; 8. 7 (13) Gv. 8, 44 ss.

(5) Lc. 15, 11–24 (14) 1 Gv. 3, 8 ss.

(6) Ger. 2, 12–19 (15) Is. 48, 22; 57, 20 s.

(7) Ebr. 10, 29 (16) Ebr. 10, 26–31.

(8) At. 3, 14 s. (17) Apoc. 21, 8

(9) Ebr. 6, 4 ss.