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LA MISERICORDIA DI DIO

È INFINITA

(Lc. 15)

A – LA MISERICORDIA DI DIO SIA AL 1° POSTO!

Il Servo di Dio P. Mariano da Torino, il sorridente Cappuccino che, per 17 anni, ha cercato di costruire la cattedrale di Dio nel cuore di tutti gli Italiani per mezzo delle sue avvincenti conversazioni religiose in Televisione, dice: "Troppo poco si parla della misericordia divina e bisogna parlarne sempre perché è questa l’onnipotenza con cui Dio preferisce agire e che più apre il nostro cuore alla gioia e alla speranza".

Aggiunge che il fior fiore della Bibbia è costituito dall’amore misericordioso di Dio, e che la misericordia è la parola più ripetuta nella Sacra Scrittura: vi si trova almeno settecento volte di cui cinquecento nell’Antico Testamento.

Il Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica "Dives in misericordia" afferma: "La Chiesa vive una vita autentica quando professa e proclama la misericordia – il più stupendo attributo del Creatore e del Redentore – e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore di cui essa è depositaria e dispensatrice". Quindi noi (che siamo Chiesa) saremo veri cristiani se professeremo e annunceremo la misericordia di Dio.

La Madonna che invochiamo "Madre della misericordia", nel sublime cantico del Magnificat, ha pronunziato una delle più belle espressioni a lode della misericordia, dicendo: "Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono". Ci ricorda, in questo modo, che la storia dell’umanità è la storia della misericordia di Dio; il Signore, anche quando è costretto a permettere dei castighi, lo fa sempre per un disegno di misericordia.

B – "DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE LA SUA MISERICORDIA":

1) Nel Paradiso terrestre, Dio quando espulse i nostri progenitori da quel luogo incantevole, subito li consolò con la grande promessa di misericordia, assicurandoli che sarebbe venuta una donna meravigliosa, la Vergine Santa, a portarci il Salvatore. Questi avrebbe schiacciato la testa al demonio tentatore, assicurando perdono e salvezza all’umanità: "Porrò inimicizia tra te (o demonio) e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe (ossia Gesù): questa (stirpe, vale a dire Gesù) ti schiaccerà la testa" (1).

S. Agostino esclama: "Felice colpa (quella di Adamo e di Eva) che ci ha meritato un così grande Salvatore!"

S. Paolo afferma: "Laddove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (2), quindi la misericordia.

2) Ai tempi del diluvio: "Era grande la malvagità degli uomini" – dice la Bibbia – essi non pensavano ad altro che al male; erano tutti corrotti; conoscevano solo perversità e violenze. Nessuno si convertiva, nonostante gli ammonimenti di Dio per mezzo di Noè. Allora Dio è costretto a far giustizia: ed ecco il diluvio. Ma accanto alla giustizia fa trionfare la misericordia: salva le uniche persone buone, Noè e la sua famiglia, e con loro salva l’umanità (3).

3) Nella perversione di Sodoma e Gomorra: tutti i cittadini – afferma la Sacra Scrittura – "erano perversi e peccavano molto contro il Signore"; specialmente imperversava il vizio impuro dell’omosessualità e sodomia. Non davano nessun segno di conversione, anzi diventavano sempre peggiori. Dio disse nel colloquio con Abramo che era pronto al perdono se in quelle due grandi città si fossero trovati anche soltanto dieci giusti; ma non c’erano. Allora il Signore fu costretto a punire col fuoco quelle città impenitenti, ma salvò Lot e la sua famiglia (la moglie e le figlie) che erano le uniche persone buone (4).

4) Ai tempi del popolo eletto: Dio continuamente ricolma di benefici il suo popolo, ma esso quasi sempre risponde con la più nera ingratitudine. Dio lo richiama, lo ammonisce, ma quello è di testa dura e non dà ascolto. Allora è costretto a castigarlo; ma appena scorge un minimo di pentimento, subito lo perdona. Dice il Signore: "Si dimentica forse una donna del suo bambino? Così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, Io invece non ti dimenticherò mai" (5). "Gerusalemme, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto" (6). Il salmo 135 ripete per ben 27 volte: "Eterna è la sua misericordia".

5) Viene Gesù: Egli è la misericordia incarnata: si fa uomo per espiare i nostri peccati e così glorificare il Padre. Il Vangelo è soprattutto la lieta notizia che la misericordia infinita di Dio è diventata visibile in Gesù

S. Giovanni Battista ai suoi seguaci indica Gesù con queste parole: "Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo" (7).

E S. Giovanni Evangelista afferma: "Il Sangue di Gesù Cristo suo Figlio ci purifica da ogni peccato". "Voi sapete che Egli è apparso per togliere i peccati" (8).

6) La misericordia di Gesù durante la sua vita terrena: Verso gli ipocriti farisei ha parole di fuoco; ma verso i poveri peccatori, ha solo parole e gesti di bontà: va a tavola con i ladri, con i trafficanti, discute con funzionari corrotti, si lascia avvicinare dalle prostitute. E ai farisei che lo criticano risponde: "Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori alla conversione". E soggiunge che le prostitute e i ladri, che si erano convertiti, li precederanno nel Regno dei Cieli. Di fronte a Zaccheo, che è un ladro e un ricco egoista, dice: Verrò a casa tua. Va e lo converte (9). Davanti all’adultera, trascinata verso la condanna a morte, dopo severe parole contro chi la voleva lapidare, esclama con dolcezza: "Nessuno ti ha condannata? Neppure Io ti condanno. Va’ e non peccare mai più" (10). Al ladrone pentito, che sta accanto a lui sulla croce, Gesù promette il Paradiso (11).

Le parabole più commoventi son quelle sulla misericordia (12). La pecorella smarrita sottolinea la ricerca affannosa del pastore per trovarla: egli rappresenta Cristo Dio alla ricerca amorosa del peccatore. La moneta perduta pone in evidenza la somma preoccupazione della donna per ritrovarla; e rappresenta Cristo Dio che, con amore infinito di padre e di madre, tanto si affanna nel ricercare l’anima smarrita. Il figliuol prodigo, "è la più bella storia – dice lo scrittore Papini – raccontata da bocca umana". Questo figlio che abbandona suo padre, sperpera tutto il capitale nei vizi, e si riduce all’estrema miseria e alla fame, poi riflette e torna a casa, è figura del povero peccatore che ritorna al Signore. Quel papà che l’aveva sempre atteso con ansia, che gli corre incontro e lo abbraccia, è figura del Padre celeste che sempre attende, che sempre aspetta il povero peccatore.

Queste tre parabole terminano tutte con la gioia festosa di chi ritrova ciò che aveva perduto: Quando il peccatore si lascia riabbracciare da Gesù, sentirà il suo cuore traboccare di una gioia incomparabile.

7) La misericordia di Gesù dopo la sua Risurrezione: in questi 2.000 anni, ha trionfato su innumerevoli anime che solo la matematica del Cielo potrà contare.

S. Paolo, da feroce persecutore dei cristiani, diventa il più grande apostolo.

S. Agostino, dopo 16 anni in cui aveva marcito nel peccato, si converte e sarà il più grande Dottore della Chiesa.

S. Girolamo si converte e per far penitenza dei suoi peccati rimane a Betlemme per ben 35 anni, in una spelonca accanto alla grotta della Natività, pregando, studiando e traducendo in latino la Bibbia. In una notte di Natale gli appare Gesù Bambino che gli chiede: Non hai niente da darmi nel giorno della mia Nascita? Il Santo gli risponde: Ti do il mio cuore! – Va bene, ma desidero ancora qualche altra cosa. – Ti do le mie preghiere! Va bene; ma voglio qualche cosa di più, insisteva Gesù. – Non ho più niente, che vuoi che ti dia? – Dammi i tuoi peccati, o Girolamo, rispose Gesù Bambino, perché io possa avere la gioia di perdonarli ancora.

S. Margherita da Cortona, vive scandalosamente per nove anni come concubina (ossia accompagnata e non sposata); ma Gesù le tocca il cuore, la converte. Diventerà una delle più grandi penitenti.

In moltissime altre anime lungo i secoli, e soprattutto oggi, ha trionfato e continua a trionfare la misericordia di Dio. L’amore misericordioso di Gesù prosegue, con dolce violenza, il suo cammino alla conquista dei cuori.

Lui stesso ripete: "Ecco Io sto alla porta (del cuore) e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre, Io verrò da lui e farò grande festa con lui" (13).

Convertiamoci senza indugio! La morte può venire da un momento all’altro! "Non aspettare a convertirti al Signore – ammonisce la Bibbia – e non rimandare di giorno in giorno, poiché improvvisa scoppierà l’ira del Signore" (14). Se un’anima varca le soglie dell’eternità macchiata di peccato grave per non avere approfittato della divina misericordia, cadrà inesorabilmente nelle mani della tremenda infinita giustizia di Dio!

"Convertitevi – grida Gesù – perché il Regno di Dio è vicino!" (15). Non ci spaventi il numero e la gravità dei nostri peccati; la misericordia di Dio è infinitamente più grande. Se con cuore pentito ci convertiamo, potremo far nostre le parole che Dante pone sulle labbra dello scomunicato Manfredi, ferito a morte nel campo di battaglia: "Orribil furon li peccati miei; / ma la bontà infinita ha sì gran braccia / che prende ciò che si rivolge a lei" (16).

ESEMPIO. S. Leopoldo Mandic (1866–1942), Cappuccino della Croazia, di scarse doti fisiche (era balbuziente, gobbo, alto appena un metro e 35 centimetri, un po’ deforme), ma di altissime virtù che esercitò in grado eroico specialmente nei quarant’anni in cui fu Confessore ricercatissimo a Padova. Confessava circa 11 ore ogni giorno, sempre accogliente, cordiale, paterno, gentile con i penitenti. Mai una espressione di noia, mai una parola di impazienza. Gli ammonimenti li faceva con aria di chiedere perdono. Profetizzò il bombardamento aereo che avrebbe distrutto tutto il Convento e l’attigua chiesa, ma non avrebbe distrutto la Celletta ove lui attendeva alle Confessioni per tante ore al giorno. No! – soggiunse –, "non sarà colpita questa Celletta: qui Dio ha usato tanta misericordia alle anime; deve restare a monumento della sua bontà".

Il 14 maggio 1944, nel bombardamento aereo su Padova, furono squarciati e distrutti il Convento e la chiesa dei Cappuccini, ma rimasero intatte due cose: la statua dell’Immacolata, dinanzi alla quale il P. Leopoldo era solito celebrare la S. Messa, e la Celletta–Confessionale: vero monumento della divina misericordia.

Abbiamo peccato? Convertiamoci e confessiamoci bene! La bontà di Dio ci perdonerà donandoci pace e gioia, e noi stessi rimarremmo monumenti vivi della misericordia di Dio nell’eternità del Cielo.

PROPOSITO. Abituiamoci a meditare sulla Misericordia di Dio e a parlarne frequentemente soprattutto ai ragazzi, ai peccatori, a chi ha perduto la fede. Recitiamo spesso e con devozione la preghiera insegnata dalla Madonna a Fatima: "Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia".

 

(1) Gn. 3, 15 (9) Lc. 19 1–10

(2) Rom. 5, 20 (10) Gv. 8, 1–11

(3) Cfr. Gn. 6–8 (11) Lc. 23, 39–43

(4) Cfr. Gn. 13 e 19 (12) Cfr. Lc. 15

(5) Is. 49, 15 (13) Apoc. 3, 20

(6) Mt. 23, 37 (14) Sir. 5, 8–9

(7) Gv. 1,29 (15) Mt. 4, 17

(8) 1 Gv. 1, 7; 3, 5 (16) Dante A., Purg., III, versi 121–123