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IL PURGATORIO

(2 Mac. 12,38-45)

"Nel cielo – scrive S. Giovanni Evangelista – apparve un segno grandioso: una Donna vestita di sole (è la Madre di Dio), con la luna sotto i suoi piedi (è l’Immacolata), e sul suo capo una corona di dodici stelle" (1): è la Regina del cielo, della terra e del Purgatorio.

S. Pier Damiano in una visione contempla la Madonna che si aggira tra le anime del Purgatorio per consolarle ed elevarle al cielo.

S. Bonaventura pone sulle labbra di Maria SS. queste parole: "Io ho penetrato il profondo dell’abisso del Purgatorio per dar sollievo con la mia presenza a quelle anime".

La Vergine ha rivelato a S. Brigida: "Io sono la madre di tutte le anime che sono in Purgatorio; le loro pene mediante le mie preghiere vengono mitigate".

1. LA BIBBIA ASSICURA L’ESISTENZA DEL PURGATORIO, erroneamente negata da Lutero, da Calvino, dai Protestanti, dai Valdesi, dai testimoni di Geova, ecc.

Il libro dei Maccabei racconta che il condottiero Giuda, dopo la battaglia, mandò i suoi uomini a "raccogliere i cadaveri, ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli che la legge proibisce ai Giudei. Ricorsero alla preghiera supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Poi, fatta una colletta, con tanto a testa, per circa 2.000 dramme d’argento, le inviò a Gerusalemme perchè fosse offerto un sacrificio espiatorio per i morti affinché fossero assolti dai peccati" (2).

Dunque dopo la morte del corpo esiste per certe anime un luogo di purgazione e di espiazione, distinto dall’Inferno e dal Paradiso, nel quale le preghiere e i sacrifici possono ottenere la pienezza del perdono.

Il profeta Isaia (cui farà eco l’Apocalisse) esclama: "Svegliati, svegliati, indossa le tue vesti più belle, Gerusalemme, città santa (immagine del Paradiso), poiché mai più entrerà in te... l’impuro" (3), ossia colui che è macchiato di colpe.

Gesù avverte che la giustizia di Dio è infinita e non fa nessuno sconto; tutto si deve pagare o sulla terra o nell’aldilà. Perciò se tu non soddisfi pienamente a questa giustizia durante la tua vita terrena, entrato nell’altra vita, "sarai gettato in prigione" cioè in Purgatorio e "non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo centesimo" (4).

Gesù, riferendosi ai peccati contro lo Spirito Santo, afferma che non saranno perdonati "né in questa vita né nell’altra" (5). Ciò suppone che nell’altra vita ci sia un luogo di perdono: il Purgatorio.

Nell’Apocalisse, dopo le stupende parole sulla Gerusalemme celeste o Paradiso, leggiamo: "Niente d’inquinato, d’impuro entrerà in essa" (6).

"La vita, lunga o breve, è un viaggio verso il Paradiso: là è la nostra patria, là è la nostra casa, là è il nostro appuntamento. Gesù ci attende in Paradiso" (7). Ma per l’anima che varca le soglie dell’eternità ci sono tre ipotesi: a) Se ha delle macchie grandi o peccati gravi, spontaneamente si precipita all’inferno. b) Se aveva delle macchie, ma le ha cancellate con il sacramento della Confessione e con le opere buone, andrà in Paradiso, come la stessa Apocalisse dice: "Questi che sono vestiti di bianco chi sono e da dove vengono? Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel Sangue dell’Agnello" (8), nel Sangue di Gesù. c) Se ha delle macchie piccole causate da peccati veniali oppure da peccati gravi dei quali si è pentita e confessata, ma di cui non ha fatto sufficiente penitenza, dove potrà andare? All’inferno, no; in Paradiso, neppure (poiché niente di macchiato vi entrerà). Dovrà, dunque, essere esclusa per sempre dal Regno della gioia? No! sarebbe ingiusto. Quindi è necessario – come dice il sommo Poeta – che esista "quel secondo regno / dove l’umano spirito si purga / e di salir al ciel diventa degno" (9).

2. LA TRADIZIONE CONFERMA CON CERTEZZA LA VERITÀ DEL PURGATORIO: I cristiani dei primi secoli sulle pietre tombali, nelle catacombe, hanno scolpito tante invocazioni a Dio per implorare refrigerio che affretti ai loro defunti l’ingresso nel cielo.

I grandi Padri e Dottori della Chiesa: S. Agostino, S. Girolamo, S. Giovanni Crisostomo, S. Efrem, S. Cipriano, ecc., parlano chiaramente del Purgatorio.

Dunque – come afferma il Concilio Vaticano II – "la chiesa fin dai primi tempi della religione cristiana coltivò con grande pietà la memoria dei defunti, e ha offerto per loro anche suffragi" (10). Ora, ciò suppone che, oltre al Paradiso e all’inferno in cui i suffragi sono inutili, ci sia uno stato che noi chiamiamo Purgatorio in cui i suffragi sono utilissimi per soddisfare alla giustizia di Dio a vantaggio dei defunti, i quali da se stessi non potrebbero abbreviare le loro sofferenze.

S. Ambrogio, per esempio, nel discorso fatto in occasione della morte dell’Imperatore Teodosio, prega Dio di concedere al defunto amico un posto tra i Santi, aggiungendo che non si stancherà mai di pregare fin che Dio non lo avrà ricevuto tra i beati.

3. RIFLESSIONI PRATICHE:

a) Dove sono i nostri defunti? S. Agostino esclama: "Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, ma sono dei presenti invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri occhi pieni di lacrime".

S. Giovanni Crisostomo dice: "Chi amammo e perdemmo non è più là dove era, ma dappertutto dove siamo noi". È opinione di non pochi Padri e Dottori, tra cui S. Gregorio M., S. Pier Damiano, S. Antonino, ecc., che le anime dei poveri morti si purifichino là dove hanno vissuto.

Il celebre teologo Chollet afferma: "Le anime del Paradiso e del Purgatorio non ci hanno abbandonato, sono qui, al nostro fianco. Del resto perchè abbandonarci? Forse per volare a Dio? Ma Dio è ovunque. Forse per recarsi nel luogo di pene tra le fiamme del Purgatorio? Ma queste fiamme hanno il loro principale focolare nel cuore, nascono principalmente dall’amore divino, da un rimorso straziante di aver offeso Dio; il fuoco, il loro tormento è reale, ma inerente all’anima e lo portano con sè come il tisico porta con sè la febbre che lo consuma" (11).

"Signore, sono vicino a me i miei morti: non li vedo più con i miei occhi, perchè hanno abbandonato il loro vestito di carne. In te, Signore, sento che mi chiamano, che mi invitano, che mi consigliano, perchè mi sono più presenti di prima. Li incontro quando incontro te, li amo quando amo te. O miei morti, eterni viventi che vivete in me, aiutatemi a ben imparare in questa breve vita a vivere eternamente" (12).

b) Quanto soffrono i nostri morti? Su questa terra, perdonata la colpa, nell’anima rimane quasi sempre della pena temporale da scontare o in questa o nell’altra vita, pena proporzionata ai peccati e alle imperfezioni di ciascuno: "pena del senso", e "pena del danno" che consiste nella privazione della visione di Dio. Quest’ultima è una sofferenza enorme e per noi incomprensibile: l’anima separata dal corpo è subito pervasa da un ardentissimo desiderio di vedere Dio; lo chiama e non riceve risposta, lo cerca e non lo trova, ne percepisce la presenza, ma non riesce a contemplare il suo volto: è una sofferenza pressoché infinita.

La Chiesa non ha definito la natura del "fuoco" del Purgatorio. Ci sono teologi e Santi, tra cui S. Caterina da Genova (13), i quali sostengono che esso consista nel "fuoco dell’amore di Dio" che brucia e purifica da ogni colpa le anime in ardente attesa di vedere il volto di Dio.

S. Tommaso afferma: "Ogni minima pena del Purgatorio è più grave della massima pena del mondo".

S. Gregorio M. ripete che di fronte alla minima pena del Purgatorio le più grandi sofferenze di questo mondo sono un conforto, un sollievo ("solatia erunt").

S. Roberto Bellarmino scrive: "Dopo la morte sono rare le anime che vanno direttamente in Paradiso; la moltitudine delle altre, che passano all’eternità in grazia di Dio, deve essere purificata dalle pene acerbissime del Purgatorio".

c) La permanenza in Purgatorio sarà breve o lunga? Inizierà con la morte corporale e, sicuramente, non si protrarrà oltre il Giudizio universale.

Il nostro tempo (composto di ore, giorni e anni) non esiste più nell’aldilà, ma vi è il tempo discontinuo che misura la successione dei pensieri, e ogni istante può corrispondere a 10 o 20 o 30 ore del nostro tempo solare come una persona può restare 10 o 20 ore in estasi assorbita da un solo pensiero (14).

S. Roberto Bellarmino afferma: "Le pene del Purgatorio sono lunghissime. Le anime purganti non possono aiutarsi da sè, ma solo noi possiamo suffragarle. Le anime del Purgatorio sono moltissime, vi rimangono lunghissimamente, soffrono pene innumerevoli".

P. Pio da Pietrelcina a una persona disse: "Che credi? Ci sono anime che da 2.000 anni sono in Purgatorio".

d) Vi è tristezza in Purgatorio? No! Perché ivi si è sicuri di non perdere mai l’amicizia con Dio, la grazia santificante, e v’è assoluta certezza di raggiungere un giorno la felicità del cielo, e si vive nel più alto e tenero amore a Gesù; quindi pur tra orribili sofferenze, si gode grande pace e immensa gioia.

S. Caterina da Genova, francescana secolare, grande mistica e considerata quale "dottoressa del Purgatorio", afferma: L’anima separata dal corpo, che ha delle pene temporali da scontare, "se non trovasse questo luogo del Purgatorio ordinato a togliere l’ostacolo, istantaneamente sentirebbe generarsi in se stessa un inferno...

Lingua non può dire né mente umana può concepire di quanta importanza sia il Purgatorio. In esso l’anima trova l’estremo del soffrire e l’estremo del gioire. L’amore a Dio arreca all’anima un tale contento che non può esprimersi. Non credo che dopo la felicità dei Santi vi sia una gioia simile a quella delle anime purganti".

e) Come alleviare le loro sofferenze? Quali suffragi doneremo ai defunti? Quanti fiori sulle tombe! Cosa bella, gesto delicato e gentile; ma se ai nostri morti doniamo soltanto fiori e non suffragi, siamo veramente crudeli verso di loro. Sempre più frequentemente nel testamento delle persone sagge e religiose si legge: "In occasione della mia morte, non chiedo fiori, ma opere di bene".

Doniamo loro i suffragi cristiani: Indulgenze parziali, che sono annesse a molte preghiere e opere e che condonano una parte della pena del purgatorio. Indulgenze plenarie che rimettono tutta la pena del purgatorio e che per acquistarle si richiede di compiere l’opera prescritta, come, per esempio, il Rosario recitato in famiglia o nella chiesa, e la Confessione e Comunione da farsi in quel giorno in cui si compie la suddetta opera o alquanto tempo prima o dopo, e una preghiera secondo l’intenzione del Papa.

Hanno pure valore di suffragio le seguenti cose: preghiere; rosari; via Crucis; ascolto della parola di Dio, sacrifici, fatiche, lacrime e sofferenze offerte a Gesù per suffragare le loro anime; opere di misericordia spirituali e corporali; la S. Comunione, la quale, dopo il Sacrificio dell’altare, è l’atto più sublime della religione; soprattutto la S. Messa, durante la quale – afferma S. Girolamo – "quante anime vengono liberate dal Purgatorio! La Messa è la chiave che apre due porte: quella del Purgatorio per uscirne e quella del Paradiso per entrarvi".

Stupendo è l’esempio del P. Pio da Pietrelcina. Per le anime purganti giornalmente non solo pregava a lungo nella S. Messa, ma implorava pure su di sè orribili sofferenze. Ecco le parole che scrisse al suo Direttore spirituale: "Da parecchio tempo sento il bisogno di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime purganti. Questo desiderio è diventato una forte passione. L’ho fatta più volte questa offerta al Signore, scongiurandolo a voler versare su di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori e sulle anime purganti, anche centuplicandoli su di me, purché converta e salvi i peccatori e ammetta presto in Paradiso le anime del Purgatorio". Questa eroica offerta la ripeteva più volte al giorno (15).

f) Io penso seriamente al Purgatorio che mi attende?

Se continuo a vivere commettendo innumerevoli peccati veniali e se non compio opere di riparazione per le colpe della mia vita passata, e se non mi impegno a vivere santamente, io mi vado costruendo un Purgatorio che sarà lunghissimo e terribile. È certo che tutto si dovrà pagare alla giustizia di Dio, che sarà estremamente rigorosa, tanto da chiederci conto perfino di una sola parola oziosa o non buona: Gesù con severità ammonisce: "Io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del Giudizio" (16).

Giovanni Papini così riassume il romanzo inglese "la città assediata" di Oliphant: Tutti i morti di un cimitero risuscitano e vogliono entrare nel paese e rioccupare le loro case, ma trovano le porte serrate. Dopo ripetuti tentativi inutili, tornano a rinchiudersi nei loro ghiacciati sepolcri. Ebbene, ogni giorno i tuoi morti ritornano, ma non con il loro corpo, bensì con il loro spirito, e non per rioccupare la casa, ma per chiedere preghiere e suffragi. Non lasciarli delusi. Ogni giorno prega per loro e per tutte le anime del Purgatorio.

I tuoi suffragi saranno ricompensati abbondantemente. S. Caterina da Genova afferma: "Non ho mai chiesto grazie alle anime purganti senza essere esaudita, anzi, quelle che non ho potuto ottenere dagli spiriti celesti, l’ho ottenute per intercessione delle anime del Purgatorio".

A S. Gertrude, che era solita pregare molto per i defunti, in punto di morte le apparve Gesù e le disse: "Coraggio e fiducia! Tra breve sarai in cielo. Ecco la moltitudine di anime da te liberate dal Purgatorio: ti vengono incontro con canti di esultanza per accompagnarti al premio eterno".

ESEMPIO. Nella vita di S. Lutgarda si legge che, quando era giovanissima, ebbe una visione. Improvvisamente le apparve Gesù e le scoprì la ferita del costato. Rimase infiammata di tanto amore al Redentore che decise di fare tre digiuni di sette anni ciascuno. Le comparve pure il defunto Papa Innocenzo III, il quale le rivelò che era stato relegato in Purgatorio fino al giorno del Giudizio universale; ma siccome in vita fu molto devoto della Madonna, costei gli aveva ottenuto la grazia di apparirle per chiedere le sue preghiere. Così per intercessione della Vergine Santa, al celebre Pontefice, il Purgatorio fu enormemente abbreviato (17).

Il Dottore della Chiesa S. Roberto Bellarmino commenta: "Se un Pontefice, così degno di lode e da tutti stimato, doveva penare in Purgatorio fino al giorno del Giudizio finale, chi non temerà, chi non trepiderà?" (18).

PROPOSITO.

Seguiamo l’esempio di S. Leonardo da Porto Maurizio, il quale poteva ripetere: "Per la strada, nei ritagli di tempo, prego sempre per le anime del Purgatorio.

Queste sante anime con la loro intercessione mi hanno salvato da tanti pericoli dell’anima e del corpo". E vivamente esortava: "Prega sempre la santa Vergine per le anime del Purgatorio. La Madonna attende la tua preghiera per portarla al trono di Dio e liberare subito le anime per le quali la supplichi".

(1) Ap. 12, 1

(2) 2 Mac. 12, 38–45

(3) Is. 52, 1

(4) Mt. 5, 20–26

(5) Cfr. Mt. 12, 31 s.

(6) Ap. 21, 27

(7) Giovanni Paolo II

(8) Ap. 7, 13 s.

(9) D. Alighieri, Purg. I, 4 ss.

(10) L.G. 50

(11) J.A. Chollet, "I nostri defunti"

(12) Michel Quoist, "Preghiere"

(13) Tratt. sul Purg., c. 11–13

(14) Cfr. Sac. Dott. Francesco

Potenza, "II Purg."

((15) P. Pio, "Epistolario I"

pag. 206 e 678

(16) Mt. 12, 36

(17) Cfr. Tomas Merton,

"Che sono queste piaghe?"

(18) Don Alberione,

"Per i nostri cari defunti"