Padre Gheddo:   l’unico rimedio è educare

MILANO — «Veltroni? Non sa quello che dice». Non ha dubbi padre Piero Gheddo, 70 anni, vercellese, missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere), una vita in giro per il mondo a portare il Vangelo tra gli ultimi.
Lui c’è stato, lì a Soweto, da dove il segretario dei Ds ha lanciato il suo appello al Papa; è stato in quella chiesa «Regina Mundi» («la conosco bene, fu fatta costruire da Paolo VI») ; è stato in quello e in tanti altri inferni fatti di miseria, di malattie, di fame, di morte. Tutto ciò che ha visto e udito lo ha raccontato sulle pagine della rivista di cui è stato per trentacinque anni direttore, «Mondo e Missione» ; e poi su quotidiani e riviste, e in una trentina di libri.
Ora è a Roma; «Faccio lo storico del Pime», spiega; ma si sa che il Papa lo consulta spesso quando c’è da preparare viaggi e discorsi per il Terzo Mondo.
 «Sa perché le dico che Veltroni non sa di cosa sta parlando? Per un motivo molto semplice. Lui non conosce la realtà del Terzo Mondo, non ci ha mai vissuto, in quei Paesi; e fa, a tavolino, questo ragionamento; l’Aids si .diffonde con il contatto sessuale, la Chiesa è contraria al preservativo, quindi se la Chiesa cambiasse le sue indicazioni in materia l’Aids non ci sarebbe più.
Stesso discorso per il problema demografico: colpa della Chiesa, perché non ammette la contraccezione. Ecco. questo è il ragionamento di Veltroni e molti altri. Peccato che sia solo un ragionamento, anzi una teoria, senza alcun riscontro nella realtà».
Già, la realtà, dal punto di vista di chi ha passato la vita sul campo,
è molto diversa. “Guardi, i dati dimostrano che epidemie e sovrappopolazione sono problemi che affliggono proprio le zone non cristiane, o meglio quelle in cui il cristianesimo non è ancora ben radicato. Perché dove sono arrivati i missionari
ci sono gli ospedali, le scuole, i posti di lavoro; in Africa, così come in India, le donne cristiane sono quelle che si sposano più tardi, fino ai 18 anni studiano. E anche dopo aver finito gli studi, molte di loro vanno a lavorare, cosa inconcepibile per molte altre culture. E così le donne cristiane cominciano a procreare molto più tardi, e fanno in media due- tre figli in meno delle altre».
     Padre Gheddo racconta, tira fuori dati su natalità, età media, assistenza sanitaria... Ribatte a Veltroni punto per punto, ma senza animosità.
« bisogna evitare la diffusione dell’Aids e far sì che l’aumento della popolazione sia proporzionale alla produttività agricola e industriale.  Ma al segretario dei Ds vorrei dire che, se la sua preoccupazione è giusta, è sbagliato il metodo che lui propone». Un metodo, secondo padre Gheddo, che è frutto di un luogo comune, di un pregiudizio.
L’esperienza di tutti i Paesi poveri dimostra che la diminuzione del contagio e della natalità non avviene né con la propaganda ne con l’imposizione, ma con l’educazione del popolo, con la promozione della democrazia e con una politica che miri al miglioramento delle condizioni dì vita.

«L’esempio dell’India è illuminante. (…)secondo l’ultimo censimento del ‘91, la crescita demografica nel decennio ‘80-‘90 è stata del 30,96 per cento tra i musulmani, del 24,14 per cento tra gli indù, del 22,25 per cento tra i buddisti e del
16,83 per cento tra i cristiani. I due stati indiani con la crescita demografica più bassa sono stati Goa (15,96 per cento) e Kerala (13,98 per cento), ossia i due stati più cristianizzati.
E questo risultato, ovviamente, non è stato ottenuto distribuendo contraccettivi. E’ stato ottenuto grazie a quella che la Chiesa chiama “educazione alla paternità responsabile”, grazie alle suore di madre Teresa di Calcutta che da più di quarant’anni vanno a insegnare i metodi naturali».
«Bisogna avere il coraggio di dire che da mezzo secolo a questa parte i governi dell’Africa hanno seguito politiche sciagurate, puntando tutto sull’esercito, sull’urbanizzazione e sull’industria, mentre avrebbero dovuto puntare sull’agricoltura e sull’educazione del popolo».
Eppure, si pensa sempre che tutti i guai del Terzo Mondo siano colpa della colonizzazione degli occidentali... «Sarà anche vero, in parte. Ma quarant’anni fa l’Africa esportava molti suoi prodotti alimentari; oggi importa il 35-40 per cento del cibo che consuma. An-che questi sono dati incontestabili.  A Veltroni dico, con affetto: venga nei Paesi poveri a vedere come vivono i cristiani e come vivono gli altri. Poi faccia un confronto. Anche sul piano dei diritti civili, che alla sinistra stanno tanto a cuore.

Michele Brambilla, Il Corriere, 28 febbraio 2000. Tutti i diritti riservati.