Caro mondo, sento il bisogno di chiederti scusa ancora una volta per tutto quello che continuiamo a non capire e per gli sbagli che continuiamo a fare.

Siamo quasi arrivati alla fine dei secondo millennio e noi ci stiamo "preparando" al Giubileo: dovrebbe essere l'anno dei suono dello jobel, il corno biblico che annuncia il ristabilimento della giustizia, il riposo della terra stanca dei nostri soprusi, la liberazione dì chi è incatenato dalla paura e dal gigan- te economico e finanziario (cfr. Lev 25).

Ecco invece presentarsi ai nostri occhi il Giubileo dei potenti, il  «baccanale dell'esteriorità», come dice Alex Zanotelli da Korogocho, dove si continuano ad accaparrare fondi, soldi e finanzia- menti a pioggia per progetti faraonici, nuove chiese, grandi affari e il guadagno dei soliti pochi a scapito dei tanti poveri dei pianeta. Noi di queste cose non abbiamo bisogno.

Ti chiedo scusa, e me ne vergogno un po', per il papa e la Chiesa  che scimmiottano  un pentimento e cominciano a battersi il petto chiedendo perdono per gli errori passati: è troppo facile chiedere perdono continuando a giustificare e perpetuare un sistema folle e violento di cui la Chiesa è stata e continua ad essere complice!

«Stracciatevi il cuore e non le vesti» dice il profeta Gioele nella Bibbia: abbia la Chiesa il coraggio di stracciare e fare a meno di tutti i compromessi con il mondo dei potenti, di distruggere tutti i suoi castelli di verità che la fanno essere troppo superba e tracotante. Abbia il coraggio di non considerare più Roma «caput mundi» e smetta di chiederci di venire a vivere il pellegrinaggio giubilare nel cuore dell'impero.

Quando nell'anno 2000 verrà aperta la porta santa e si inviterà la gente ad entrare nei cosiddetti luoghi della fede per "lucrare l'indulgenza", caro mondo, suggerisci ai tuoi abitanti di non farsi ingannare e di non cadere nel tranello. E'  arrivata l'ora di uscire e non di entrare, di uscire allo scoperto, fuori le mura, in modo che tutti i presunti fedeli possano uscire dai luoghi sacri e protetti, per sporcarsi le mani e i piedi dove si vive realmente la vita, dove il suono dei corno che annuncia il grido di liberazione e di giustizia si sente ogni giorno, nelle tante baraccopoli dei mondo, nelle periferie urbane senza futuro, nei Paesi impoveriti dal nostro saccheggio senza scrupoli.

Caro mondo, parla con Dio e insieme ricordateci che la «Terra è vostra» e che non ci sarà Giubileo vero fino a quando non innescheremo dei processi di cambiamento per smettere di "possedere" la terra e cominciare a "custodirla" come ci avete insegnato all'inizio della vita.

Perché volete farci credere, voi potenti della terra, che questa è soltanto un'illusione nostalgica di chi non accetta la realtà? Non è vero che questo sogno di Dio è un'utopia senza speranza; nei sotterranei della storia, nei bassi- fondi dell'umanità si scorgono ancora le tracce di questo sogno, si sente ancora il suono dei corno, si sperimenta sulla carne questa "utopia concreta": venite a vivere il Giubileo qui da noi e ve ne accorgerete!

Il Giubileo è riscoprire la possibilità di questo sogno biblico, ma è solo uscendo dalla porta santa, dai recinti sacri, dagli steccati degli assoluti e sedendo alla mensa dei poveri che lo potremo scoprire; è lì che potremo, scorgere il volto di Dio e "giubilare" perché c'è ancora chi, pur senza possedere niente, riesce a "danzare la vita".

Caro mondo, reclama il diritto di essere tu il detentore dei Giubileo: questo non è solo un affare esclusivo della Chiesa Cattolica Romana; avrà senso vivere questo anno di riposo e di liberazione solo se sarà il giubileo delle genti, delle Chiese dei mondo, cristiane e no, e non soltanto un affare di chi. sentendosi depositario della verità, cerca nuovi proseliti e usa il sogno di Dio per il proprio interesse.

Se questo non avverrà credo che saremo costretti a disubbidire per non partecipare a questo ennesimo tradimento del Dio biblico, del Dio della Vita.