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Questa sezione è dedicata all'aspetto storiografico dei luoghi e dei borghi medioevali che incontrerete lungo gli itinerari, affinché meglio possiate apprezzare quanto questa parte di Toscana ci offre. La valle del fiume Cecina, orografia
Il fiume Cecina nasce sul massiccio delle Cornate a circa 812 metri
d’altitudine vicino al paese di Gerfalco e sfocia a
Marina di Cecina.
Ha una lunghezza complessiva di circa 78 chilometri. Il suo percorso si
snoda in direzione nordovest dalla sorgente fino all’altezza di Volterra
e poi in direzione ovest fino al mare. Gli affluenti da destra sono
torrenti corti, tortuosi e ripidi, mentre quelli da sinistra sono
notevolmente più lunghi, larghi e pianeggianti. I principali sono: il Pavone, il
Possera, il
Trossa e la
Sterza da sud, il
Lopicaia, il
Lopia
e l’Acquerta da nord.
Il
bacino idrografico del Cecina è delimitato a nord dalle alture di
Riparbella, Montecatini e Volterra, a est dalle Cornate, a sud dalle
alture di Micciano, Libbiano, Querceto e La Sassa. La valle del fiume Cecina, geologia e storia
Il nome ha origini etrusche ed è identico a quello di un’antica famiglia
etrusca di Volterra, i
Cecna,
in
latino
Caecina.
Non è finora
stato possibile stabilire se sia stato il fiume a dare il nome alla
famiglia o viceversa. Geologicamente il territorio della Vai di Cecina si è sollevato dal mare 3 o 4 milioni di anni fa. L’osservatore che si fosse trovato sull’altura di Volterra appena emersa dall’acqua, avrebbe visto intorno a sé una vasta distesa marina dalla quale emergevano come una grande isola i monti di Montecatini e Riparhella e i promontori formati dai monti di Libbiano-Micciano e della Sassa. Il mare ha lasciato nel suolo non solo molti fossili marini, ma anche due minerali importanti: il sale nei giacimenti intorno a Saline di Volterra e l’alabastro, un residuo marino, risultato di una trasformazione molto rara del gesso che ne determina una varietà particolarmente bella e pregiata nei dintorni di Volterra. La valle del Cecina non ha invece avuto particolare importanza come via di comunicazione: in epoca etrusca era abitata e coltivata e tutto il territorio fino al mare dipendeva da Volterra, ma l’arteria principale di comunicazione e di commercio era costituita piuttosto dalla Val di Cornia in direzione di Populonia. In epoca romana il porto del territorio volterrano era Vada e ciò fa presumere una viabilità nella valle, ma con la decadenza di Volterra e l’impaludamento della costa ogni collegamento trasversale perse gradualmente la sua funzione e il territorio sprofondò in uno stato di degrado generale. Nel Medioevo
poi, la Val di Cecina era divisa tra
la Repubblica di Pisa, alla quale apparteneva
la parte inferiore con la striscia costiera, e il Comune di Volterra che
dominava la parte media e alta. I Medici determinarono una certa
unificazione, ma la loro politica di rinfeudazione del territorio nel
Sei-Settecento gettò tutta l’area nella più grande arretratezza e
diminuì più che sviluppare le comunicazioni. In
quel periodo non esisteva strada che attraversasse la valle per tutta la
sua lunghezza da Volterra al mare; il viaggiatore diretto, per esempio,
a Vada, doveva guadare il Cecina a Montegemoli oppure a
Casino di Terra,
da lì guadagnare le alture di Guardistallo, ridiscendere verso Cecina e
poi, attraversando un’altra volta il fiume, poteva imboccare la strada
litoranea. Tratto da Guida alla Val di Cecina a cura di Susanne Mordhorst, Nuova Immagine Editrice
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Leggi la storia dei borghi medievali che incastonano la Val di Cecina
Un ringraziamento doveroso a Susanne Mordhorst ed alla Nuova immagine Editrice, rispettivamente autrice e casa editrice della Guida alla Val di Cecina, dalla quale sono stati tratte le storie dei borghi medievali visitati dagli itinerari. |