Questa sezione è dedicata all'aspetto storiografico dei luoghi e dei borghi medioevali che incontrerete lungo gli itinerari, affinché meglio possiate apprezzare quanto questa parte di Toscana ci offre.

La valle del fiume Cecina, orografia

   Il fiume Cecina nasce sul massiccio delle Cornate a circa 812 metri d’altitudine vicino al paese di Gerfalco e sfocia a Marina di Cecina. Ha una lunghezza complessiva di circa 78 chilometri. Il suo percorso si snoda in direzione nordovest dalla sorgente fino all’altezza di Volterra e poi in direzione ovest fino al mare. Gli affluenti da destra sono torrenti corti, tortuosi e ripidi, mentre quelli da sinistra sono notevolmente più lunghi, larghi e pianeggianti. I principali sono: il Pavone, il Possera, il Trossa e la Sterza da sud, il Lopicaia, il Lopia e l’Acquerta da nord. Il bacino idrografico del Cecina è delimitato a nord dalle alture di Riparbella, Montecatini e Volterra, a est dalle Cornate, a sud dalle alture di Micciano, Libbiano, Querceto e La Sassa. Il livello d’inquinamento dell’acqua è zero o molto basso nel primo tratto e nella maggior parte degli affluenti, medio o forte a valle delle città di Pomarance e Volterra e nell’ultimo tratto prima di Cecina. Il Cecina è un fiume a regime “mediterraneo”, alimentato dalle piogge, con lunghe magre durante l’estate e forti piene da novembre a primavera.

La valle del fiume Cecina, geologia e storia

    Il nome ha origini etrusche ed è identico a quello di un’antica famiglia etrusca di Volterra, i Cecna, in latino Caecina. Non è finora stato possibile stabilire se sia stato il fiume a dare il nome alla famiglia o viceversa.

  Geologicamente il territorio della Vai di Cecina si è sollevato dal mare 3 o 4 milioni di anni fa. L’osservatore che si fosse trovato sull’altura di Volterra appena emersa dall’acqua, avrebbe visto intorno a sé una vasta distesa marina dalla quale emergevano come una grande isola i monti di Montecatini e Riparhella e i promontori formati dai monti di Libbiano-Micciano e della Sassa. Il mare ha lasciato nel suolo non solo molti fossili marini, ma anche due minerali importanti: il sale nei giacimenti intorno a Saline di Volterra e l’alabastro, un residuo marino, risultato di una trasformazione molto rara del gesso che ne determina una varietà particolarmente bella e pregiata nei dintorni di Volterra.

   La valle del Cecina non ha invece avuto particolare importanza come via di comunicazione: in epoca etrusca era abitata e coltivata e tutto il territorio fino al mare dipendeva da Volterra, ma l’arteria principale di comunicazione e di commercio era costituita piuttosto dalla Val di Cornia in direzione di Populonia. In epoca romana il porto del territorio volterrano era Vada e ciò fa presumere una viabilità nella valle, ma con la decadenza di Volterra e l’impaludamento della costa ogni collegamento trasversale perse gradualmente la sua funzione e il territorio sprofondò in uno stato di degrado generale. 

   Nel Medioevo  poi, la Val di Cecina era divisa tra la Repubblica di Pisa, alla quale apparteneva la parte inferiore con la striscia costiera, e il Comune di Volterra che dominava la parte media e alta. I Medici determinarono una certa unificazione, ma la loro politica di rinfeudazione del territorio nel Sei-Settecento gettò tutta l’area nella più grande arretratezza e diminuì più che sviluppare le comunicazioni. In quel periodo non esisteva strada che attraversasse la valle per tutta la sua lunghezza da Volterra al mare; il viaggiatore diretto, per esempio, a Vada, doveva guadare il Cecina a Montegemoli oppure a Casino di Terra, da lì guadagnare le alture di Guardistallo, ridiscendere verso Cecina e poi, attraversando un’altra volta il fiume, poteva imboccare la strada litoranea. Solo la bonifica della zona costiera nell’Ottocento portò a una riapertura degli accessi all’hinterland; ma nel 1925 lo scorporo della Provincia di Livorno divise di nuovo la pianura, ormai prospera, dall’interno della valle perpetuandone in tal modo l’isolamento. Fino a non molto tempo fa il fiume Cecina veniva attraversato prevalentemente a guado. A Cecina erano attestati un ponte in Età romana, uno pisano verso il 1338, un ponte di legno alla fine del ‘500, un altro di legno alla fine del ‘700 e infine il ponte di pietra della metà dell’800. Nel 1860 il conte Ginori fece costruire il ponte a Ponteginori e oggi a questi si aggiungono due ponti in direzione di Pomarance. A Marina di Cecina fu costruita la “passerella” nel 1967’. La ferrovia che percorre la valle da Cecina a Volterra è stata costruita nel 1863 come diramazione della ferrovia “Maremmana” lungo la costa. La linea è da tempo minacciata di chiusura e già molte corse sono state sostituite da autobus. Il trenino si ferma nelle stazioni di Cecina, Riparbella, Casino di Terra, Ponteginori e Saline. Da Saline a Volterra si prosegue in autobus. Dal 1912 fino al 1958 il collegamento con Volterra era assicurato da una cremagliera. La strada che segue il corso del fiume da Cecina a Volterra è la S.S. 68 che prende il nome di “Via Salaiola” dal trasporto del sale che vi si svolgeva nel Medioevo dalle saline del Volterrano al mare.

Tratto da Guida alla Val di Cecina a cura di Susanne Mordhorst, Nuova Immagine Editrice

 

   

Leggi la storia dei borghi medievali che incastonano la Val di Cecina

Montescudaio
Casale Marittimo
Guardistallo
Riparbella

 

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 Un ringraziamento doveroso a Susanne Mordhorst ed alla Nuova immagine Editrice, rispettivamente autrice e casa editrice della Guida alla Val di Cecina, dalla quale sono stati tratte le storie dei borghi medievali visitati dagli itinerari.

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