- Era
della luce preda
- di
Alberto
Artoni
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- Era della luce
preda
- quando la udii
trasalire nel praticello
- adorno, rimanendo
accecato
- da eletti fasci
di rose
- e penombra
d’infinite minuscole erbe.
- E avvolto
dall’ammirevole e aulente
- sentore di Oreadi
- volgo a te, mia
diletta, l’incarnazione di belle
- e salienti radici
di castagno.
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