Enzo di Nocera - Il terzo giorno – Il Croco - Quaderni Letterari di Pomezia Notizie (Agosto 2000 – Pomezia – pagg. 20 – s.i.p.) 

               Enzo di Nocera, già autore di alcuni libri di poesia ci ha dato, con questa esile raccolta che Domenico Defelice ha pubblicato ne «Il Croco - Quaderni Letterari di Pomezia – Notizie», la prova forse più bella e struggente di quanto l’amore per una figlia troppo presto scomparsa è riuscito a suscitare nel suo animo, facendo riemergere attimi di un’esistenza e di un amore che sa, anche oltre la vita, trovare ragioni forti perché il ricordo non rimanga tale. Di Nocera non si abbandona all’impeto del sentimento, non si lascia travolgere dal gelo e dall’oscurità che la morte proietta sui superstiti, su chi deve continuare in qualche modo a vivere pur essendo consapevole di quanto sia difficile ristabilire con la vita un approccio quantomeno credibile. Egli riesce a leggere sulle coordinate del pensiero vivificato dall’amore i segni di una vita tuttora presente e attiva, incancellabili perché slabbrano oltre il confine terreno e si incistano nel “domaine” dove nemmeno un alito di vento viene perso. Il colloquio (perché di colloquio si tratta, non di soliloquio), che egli instaura con la figlia Tiziana, si sostanzia di parole semplici, di momenti vivificati da gesti che restano indelebili, o da parole a volte crude ma che sanno inserirsi nel giusto alveo per diffondere da lì una luce accecante. «La folla dei farisei / è / sulla porta / del tempio / ad osservare. / E tu / fragile lembo / di un cielo impietoso / vivi la morte / in un campo sovrano». Ecco, questo “vivere la morte in un campo sovrano” suggella l’immagine di una donna “ a due passi dalla luce”, in quella luce che la lascia intatta, al di là ed oltre il ricordo, forse anche al di là e al di sopra del rimpianto, poiché «Non è lontana / l’ipotesi / di amare». 

Walter Nesti