La luminosità e l’interiorità della poesia di Maria Flora Macchia (Macchia di Luna, Montedit, Melegnano(MI) 1995; Un poeta nella Flora, Montedit, Melegnano (MI) 2000) 

              «Sono riuscita a dipingere la luce nel mio cuore spento colorandolo di “Resurrezione”». Queste parole, scritte nel 1993, sono poste ad epigrafe della silloge di poesie di Maria Flora Macchia: “Un poeta nella Flora”. L’espressione è emblematica dell’intera opera della poetessa, che è anche pittrice, scultrice ed autrice di musica leggera. Insomma un’artista che sa offrire una complessità di messaggi con le tecniche più disparate.

            Quel che emerge dalla espressione artistica di Maria Flora è innanzitutto luminosità e interiorità. La luminosità della sua poesia è certo da accostare alla luminosità della sua pittura, dove i colori sanno esprimere profonde emozioni. In questo forse l’autrice viene influenzata dalla sua terra d’origine, la Puglia, terra di sole e colori. «Dimentichi la tua sventura / e le tue mani acquistano, / se non la luce degli occhi, / la luce dell’anima. / Il tatto sono le tue pupille, / che riesce a percepire / e a distinguere / tutti i colori / e le sfumature della vita» scrive nella poesia “La luce dell’anima”.

            Uno dei temi fondamentali della sua poesia è comunque l’amore, un’esplosione di vita e di sentimenti mai repressi, ma espressi nella più completa e chiara genuinità, tanto che il lettore viene coinvolto dall’irruente e incalzante succedersi di visioni ed immagini, di concetti e musicali espressioni, e si trova subito a suo agio. Una profonda crisi esistenziale l’avvolge. Ad ogni pié sospinto quasi Maria Flora Macchia si chiede e ci spinge a chiederci: Chi sono? Dove vado? Che senso ha la mia vita? Vale davvero la pena di viverla? Le risposte sono spesso positive e, malgrado la sofferenza interiore, l’amore fa da coagulante: sa unire le più opposte emozioni, perché quando si sa amare si sa fondere vita ed arte. “Vèstiti d’amore” è in questo senso emblematica: «Se realmente / ami l’Arte / se l’Arte è amore / messaggio / autentica sensibilità, / se l’Arte / è sublimazione / ed estasi dell’essere, / se l’Ego nell’arte / è viaggio infinito nell’anima, / Uomo, vèstiti d’amore e amami forte».

            La poesia di Maria Flora Macchia appare così nello stesso tempo tragica e mistica, realistica ed ideale perché vari sono i sentimenti che suscita: compassione, serenità, amore, sogno, comprensione, fantasia, anche se non mancano, solitudine, disperazione, dolore, rabbia. La sua poesia porta alla catarsi, alla purificazione interiore. L’autrice, infatti, dopo aver composto la sua opera artistica (poesia, quadro, scultura o musica) si sente più pura, più felice, quasi più vicina alla divinità. E queste emozioni e sensazioni sa anche trasmetterle al lettore. Si chiede allora: Che cos’è la poesia? «La poesia – risponde - è un momento magico. Poesia è quando si riesce a spogliare il proprio animo da ogni inibizione… Poesia è messaggio, creatività, sublimazione, umiltà, bellezza infinita, potenzialità, liberazione, coscienza, fratellanza. Poesia è ispirazione, illusione, realtà, rivoluzione, immaginazione». Ma l’artista raggiunge mai la perfezione? No, perché l’artista è una persona incompiuta, in quanto è sempre alla ricerca di se stesso.

                        Angelo Manitta