La solarità tra simbolo e reale nella poesia di Idiana Rubbia Paiero (Girasole della notte, Laboratorio delle arti, Milano 2001) 

Attraversando la pianura padana o le pianure dell’Italia centrale non è difficile imbattersi, nei periodi estivi, in estesi campi di girasoli. Il giallo del fiore si confonde a volte con il giallo del sole. A chi non viene subito in mente di elevare l’elemento naturale a simbolo della solarità e della vita? E a simbolo assurge nella silloge di poesie di Idiana Rubbia Paiero dal titolo “Girasole della notte”, emblematico ed indicativo del contenuto metaforico e virtuale del volume, come bene evidenzia Domenico Cara nella stupenda prefazione: «Issato sul proprio stelo il girasole adora l’astro lucente ed assoluto per un intero giorno. Rinascono in esso i desideri assidui dell’occhio che sembra attendano avvenimenti particolari, trafitture antagoniste dovute alle piogge, alle negazioni di luce successive, all’interruzione e alla simultanea ripresa di abitare il creato con l’ordine dei semi». Che il girasole sia simbolo di vita e di luce bene lo evidenzia la stessa poetessa nella lirica “Giorni di girasole”: «Giorni di girasole / volti verso di te / fissati a un’illusoria / sorgente di calore. / Inclinantisi, ignari, / sul proprio / sole interiore / rispecchiato / dal lustro metallo / della tua apparenza». Il girasole quindi, oltre a far scaturire riflessioni su come trascorre la notte e sul modo che impiega per rivolgere la sua immensa corolla all’alba nascente, rappresenta l’interiorità riflessiva e meditativa dell’uomo che si pone i tanti perché della vita, e soprattutto la finalità dei propri gesti nel rapporto luce-tenebra, come dire vita-morte. Il girasole è la vita, il sole è la vita.  Il girasole è luce, è immensità di pensieri e di ricordi, soprattutto quando i vicoli «presi in rete di sole, / pensieri d’azzurra luce, / aprono al paradiso». Il termine ‘luce’ è ricorrente nella silloge, come ‘sole’, ‘immensità’, ‘cielo’ e una lunga serie di altri termini che riportano allo stesso valore semantico. Ciò significa che la poesia di Idiana Rubbia è una poesia che abbaglia e incita alla comunicazione con gli altri. Eppure c’è l’altra faccia della medaglia: la notte. «Scruto nei vetri / e attraverso la pioggia, / scruto la notte» si legge nella poesia “Riflessi nel buio”. Il riflesso è un’illusione dell’anima e dei sensi. La vita a volte si mostra come momento illusorio e visionario, allora l’individuo si volge alla riconquista e al recupero del passato. La memoria pone l’interrogativo dello scorrere del tempo e dell’esistenza. La vita dell’uomo può essere paragonata alla vita del girasole? Sembra chiedersi la poetessa. E la risposta non è che affermativa. La memoria e il ricordo, come pure il dubbio e l’incertezza, fanno scaturire il labile tormento esistenziale, anche se intrecciato ad un tono favolistico e fiabesco. Se il tempo è eterno, l’esistenza umana è effimera ma preziosa, proprio come il girasole che cerca la vita, ma sa che la sua è una vita riflessa.

                              Angelo Manitta