Meditazione, riflessione e silenzio: fili conduttore della poesia di Pina Ardita in Pensieri silenti (A&B editrice, Acireale 1998) 

Il silenzio è la riflessione interiore dell’uomo, è il deserto che l’individuo riesce a creare attorno a sé per prendere coscienza della sua propria realtà. Ma per poter comprendere e valutare l’ambiente che ci circonda, dobbiamo creare le condizioni per imparare a contemplare orizzonti più ampi, a sperimentare con gioia la vita, a calarci in noi stessi e a considerare la nostra esistenza partendo da Dio. Dio in effetti nella silloge “Pensieri silenti” di Pina Ardita ha una parte fondamentale. Anzi sembra che tutte le direttive conducano a Lui, quale manifestazione dell’Assoluto e della coscienza personale dell’uomo e del suo nulla. L’uomo in questa riflessione si scopre granello di sabbia di fronte all’infinità dell’Essere. «E ti ringrazierò del mio grande nulla / quando affondo misera lo sguardo dentro di me / io non scopro isole ma oceani silenti». Tutta la poesia di Pina Ardita è soffusa da questo senso di misticismo e di estasi. Anche la contemplazione e la presenza della Natura diventano quasi religiosità, evidenziata da un atteggiamento di preghiera. «Oh quante volte, dolce, assaporai / la melodia di quel dolce canto». Si tratta di una voce interiore e mistica che scaturisce dal contrasto fra immanenza e contingenza. «Solo chi ha coscienza che l’immanenza, e il tempo che la controlla, è soggetta, ed è in relazione, con una dimensione ultramateriale che la governa e la consola, solo chi ha coscienza di questa semplice verità può accedere alle corde di una poesia che è vibrazione dello spirito in ascolto dell’eternità, che è costante presenza al di là dell’apparente scorrere temporale» scrive nella prefazione Antonino Alibrandi. In effetti tempo, materia e spirito diventano il nucleo essenziale della poesia di Pina Ardita. Il poeta si annulla nella sua creazione, gli affetti e i sentimenti assumono un valore di ineluttabilità, le azioni quotidiane sfociano nell’universalità. L’espressione è così toccante e vibrante che il cuore sussulta. La natura sembra partecipare ai pensieri e ai sentimenti umani e spinge alla meditazione. «Come foglia staccata dal vento / senza peso e senza calore / ti posasti sul mio braccio rifugio, / quella assenza presenza presagio / balenò della morte visione». Dietro queste riflessioni ci sono pensieri tristi e felici, nostalgie e ricordi. Ma sono i pensieri a promuovere l’incontro tra gli uomini e a far prendere coscienza di sé. Scrive Giuseppe Mazzini nei “Doveri dell’uomo”: «Dio vi ha dato il Pensiero: nessuno ha diritto di vincolarlo o di sopprimere l’espressione, che è la comunione dell’anima vostra coll’anima dei vostri fratelli, è l’unica via di progresso che abbiamo». Dalla poesia semplice ed avvincente di Pina Ardita emerge proprio questo: il valore dell’uomo, del suo pensiero, delle sue aspirazioni, espresso attraverso ricordi, sentimenti, scene familiari, descrizioni mitiche e naturalistiche che evidenziano il profondo sentire umano.

                              Angelo Manitta