Maria Di Francia: la poetessa dimenticata
di Monica Balestrero

 

               Dagli ultimi film di Hollywood alle più recenti pubblicazioni, dai giochi e i videogiochi di ultima generazione, persino dagli autori più quotati come Umberto Eco, ci giunge chiaro il segnale che il medioevo è di gran moda! Le ristampe di testi antichi non si contano più ed è addirittura impossibile tenere il conto di tutti i libri, soprattutto di genere fantasy, che si accumulano sugli scaffali delle librerie… Ma in tutto questo rifiorire della cultura medievale, sembra essersi persa traccia della poetessa che fu la precorritrice e l’emblema della letteratura cavalleresca: Maria di Francia.

               Questa misteriosa figura femminile, di cui si conosce solo il periodo in cui scrisse (il XII secolo) e la zona della Francia in cui visse (la bassa Bretagna), ci ha lasciato una raccolta di favole in versi, i lais, in cui s’intrecciano storie d’amore e di cavalleria, fate e magie e sentimenti tragicamente veri, come invidia, gelosia, amore folle e passionale.

               I personaggi tipici della storia arturiana si mescolano a personaggi tratti da leggende locali e ormai dimenticate, e dalla sapiente penna di Maria nascono storie romantiche, spesso anche toccanti e malinconiche, e soprattutto incredibilmente attuali e moderne.

               Naturalmente è presente in ogni storia l’elemento fantastico, e il confine tra sogno e realtà, tra il mondo delle fate e quello dei cavalieri, resta sempre sfumato, impalpabile.

               Protagonista quasi assoluto dei lais è l’amore cortese, con le sue regole rigide e a volte spietate, le sue passioni clandestine, i duelli e le prove fantastiche e impossibili da superare per chi non è spinto da un amore puro e totale.

               Maria canta l’immaginario medievale con uno stile leggero, veloce, vivace: le parole volano sotto gli occhi del lettore, proiettandolo nella storia e nella fantasia medievali.

               Nonostante le numerose ristampe e traduzioni dei lais, Maria resta sconosciuta al vasto pubblico e ancor più all’industria cinematografica, che preferisce rivolgersi alle creazioni di sceneggiatori più o meno preparati, che inventano nuove storie di ispirazione medievale, piuttosto che rivolgersi ai testi avvincenti e accattivanti della poetessa francese, che del medioevo ha saputo cantare la fantasia e la passione.