La poesia di Monica Balestrero in un viaggio escatologico-naturalistico (Autori per la gloria, voll. I e II, Edizioni grafica Anselmi)

 

Monica Balestrero, laureata in lingue, pubblica la sua prima raccolta in versi nell’antologia “Autori per la gloria”, divisa in due volumi con un’ottima veste tipografica che porta nei quadri di copertina il nome di Mario Merola. In ambedue i tomi è stata dedicata una sezione alla poetessa e pittrice romana che, come afferma Anna Spera, «con pacate parole riunisce emblematici misteri per continuare a sognare la meraviglia divina nell’incanto dell’uomo. Quindi ella riconosce il valore di ogni cosa e ne descrive la dottrina fino ad innamorarsene delicatamente». Dalla sua poesia emergono pensieri d’amore che ricalcano un itinerario escatologico-naturalistico. Il senso dell’infinito divino trova, inoltre, la sua interpretazione chiave nelle ondeggianti e delicate note della musica che si tramutano in «toni morbidi e gai», che volano e fluttuano «nella sala gremita / e aprono le menti / al sogno sereno / di un cuore lieto», oppure nei soavi ed evanescenti tocchi di colore che «prendono forma / nella frenesia / nell’euforia / nel caos / della passione: / ed è Arte… / ed è Amore». Scriveva Dostoievskij che «l’essenza del sentimento religioso non si lascia imprigionare in nessun ragionamento», invece nell’opera di Monica Balestrero questo sentimento effonde serenità ancestrale a tutta la poesia e trova il suo fulcro ne “Il segreto del prato” dove si trasforma in gioco, mistero, amore e stupore. L’autrice ritorna al passato, ridiventa bambina e, quasi ricordando la fantasia di Carol, si immerge in paesaggi fiabeschi. Ma il suo pensiero lancia uno sguardo al cuore dell’uomo «che, anche se indurito e provato, / lento, ma determinato / non cessa di / inerpicarsi / sulla roccia dura / degli ostacoli e delle avversità / cercando quell’emozione capace / di smuoverlo e / forse di commuoverlo…». Ma il segreto della poesia sta nel linguaggio chiaro, che riesce a passare da uno stile lirico ad uno prosastico e trova anche la sua alta espressività nelle figure retoriche come l’anafora, nella cadenza ritmica del verso e negli enjambement. Infatti Gianni Ianuale vede la presenza di «versi ben cadenzati e ben distribuiti nella stesura, contenuti da una filosofia che diviene teologia della libertà, che mai smarriscono concetti, che tracciano più moduli messi insieme dalla bellezza del tempo e da un’anima che osserva anche il buio attraverso la luce». Monica Balestrero ha dimostrato, benché sia una giovane,  di avere un grande talento perché, come afferma La Rochefoucauld, solamente i grandi animi sanno far intendere molto con poche parole.

                              Angelo Manitta