Riflessioni su D’incompiute emozioni di Gianni Ferrara 

Questo ben curato stillicidio di esternazioni poetiche ha riflessi realistici ed esistenziali. Da ogni suo brano se ne riscontra l’esposizione, ed il verso sfocia in emozioni vivaci, possessive e tormentose, che oniricità e speranza non concedono completezza al pensiero nelle fasi di identificazioni e realizzazioni, rassegnandosi obbligatoriamente a «quello che mai / potrà venire». La poesia è un mirabile rifugio, che sfugge e riaffiora, addolora e lenisce. Il poeta non si perde in fantasie improprie, se non in quelle spazianti a dimostrazione della nostra fragilità e seppur esprimendosi con lucidità si dibatte nel moto perpetuo dell’eternità, nella quale inserisce la sua storia, che in definitiva è identica a quella di tutti noi e che si compie «nei labirintici giochi dei vinti».

                              Rolando Tani