RECENSIONI

Le recensioni dei nostri giochi preferiti





A Sangue Freddo

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(cliccate sull'immagine quì sopra per poter vedere la copertina del gioco a grandezza naturale)

Ormai lo sanno tutti che per quanto folli e stravaganti i Giapponesi ci offrono ore di svariato divertimento con i lori capolavori videoludici. Ma quando noi occidentali, europei o americani, tentiamo di emularli ne esce fuori che li superiamo con titoli che non hanno proprio niente da invidiare ai capolavori Konami o Capcom per esempio. E' proprio vero, A Sangue Freddo (In Cold Blood negli altri paesi), è un capolavoro che sebbene ha qualche difettuccio riesce ad offrire sano e puro divertimento. A realizzare questo gioiellino sono stati gli inglesi della Revolution Software che dopo i successi dei due Broken Sword hanno deciso di evitare di sviluppare un nuovo gioco punta-e-clicca, puntando a fare un gioco che, sebbene parente dei punta-e-clicca, si veste di una grafica spaventosamente bella, un 3D altrattanto bello e un sistema di gioco in generale stupefacente. Ispiratisi a vari film come Pulp Fiction e Heat-La Sfida, i Revolution hanno realizzato qualcosa che ha non poco a che vedere con un film, col grande vantaggio che possono offrire i videogiochi, il non-passivismo. Infatti il giocatore impersonificherà John Cord, agente dell'M16 britannico, spedito in Volgia, piccolo stato tra l'ex Unione Sovietica e la Cina, per recuperare Kiefer, agente americano della CIA mandato nel piccolo paese asiatico per una ricognizione. Il Volgia è un paese aberrante, con un premier, Dmitri Nagarov, pieno di odio razziale e voglioso di liberare il suo paese, ricco di nepheline blu, dai Cinesi. Senza spingerci oltre nel narrare una trama a dir poco eccezionale diciamo solamente che il gioco inizia con un flashback, e cioè troviamo Cord che racconta tutta la sua avventura. Per riallarci al momento in cui il protagonista, torturato e sotto shock, viene catturato e quindi è costretto a raccontare tutto dovremmo attendere quasi la fine del gioco per poi avviarci trionfanti alla fine di un capolavoro. Inutile dire che il giocatore vivrà e giocherà i ricordi di John Cord. Comunque sia da una prima, all'apparenza semplice missione, il povero Cord si troverà ad esplorare centinaia di locazione per un totale di 9 missioni e più di venti ore di gioco. Per non rovinare il clima cinemotografico nel gioco non sono stati inseriti alcuni sottotitoli e anche i pensieri di Cord verranno sentiti dal giocatore, tutto è ovviamente doppiato in italiano da attori professionisti. Altro grande pregio del gioco è la profonda ed eccellente caretterizzazione dei personaggi, oltre alla perfezione con cui sono stati realizzati. Anche gli sfondi con grafica pre-renderizzata è forse la migliore nel genere e i filmati in full motion video sono inferiori (per quanto ne sappiamo dai giochi che abbiamo giocato) solo a quelli di Final Fantasy. Altro fattore positivo e l'imprevedibilità del gioco: gli oggetti con cui si può interagire non sono nè evidenziati nè hanno grafica leggermente differente dal resto dell'ambiente, ma semplicemente Cord girerà la testa verso di essi. Ora passiamo ai difetti, pochi, ma per alcuni possono essere determinanti nella non-esaltazione di un titolo che ha ricevuto tutti i nostri consensi. Per prima cosa i tempi di caricamento sono lunghetti, ma già dopo la prima missione si ci fa l'abitudine. Per seconda cosa la giocabilità è un pò difettosa e in giochi in cui c'è anche dello spionaggio la giocabilità dovrebbe essere il massimo. Terzo, all'inizio del gioco i movimenti dei personaggi sembrano affannosi ma una volta che ci ritroviamo col nostro personaggio, soli, ci accorgiamo che l'eccessiva titubanza consisteva nella presenza di troppi poligoni in movimento (all'inizio del gioco oltre a Cord, c'è Kostov, personaggio molto utile nel corso dell'avventura, e due guardi volgiane che si muovono sullo schermo). Ultimo difetto: è un pò troppo difficile, perciò sarà difficile non dare una sbirciatina sulla guida di tanto in tanto...
Gioco bellissimo, dopo aver fatto l'abitudine con quei difetti che alla fine evidenziano i limiti della Playstation, il gioco rapisce il giocatore con le sue innovazioni (spassoso il Remora, lo amerete), con la sua trama, con i suoi personaggi e quando lo avrete finito vi dispiacerà e magari tenterete di rivincerlo. E come ogni grande avventura che si rispetta e un gioco con doppio-CD. Un gioco da PlayStation 2!



Resident Evil 3

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(cliccate sull'immagine quì sopra per poter vedere la copertina del gioco a grandezza naturale)

Per un gioco tanto atteso è sempre difficile soddisfare in pieno le aspettative, ricordiamo, ad esempio, il mezzo fallimento di Fifa 2000, e lo è ancora di più quando si tratta di seguiti di giochi che hanno fatto epoca. Resident Evil 3 non ha deluso, anzi, se è possibile ha sorpreso. Eppure era già difficile confermare il successo delle due precedenti edizioni di questa famosissima saga. E così la Capcom ha stupito tutti con un gioco a dir poco eccezionale.
La storia comincia nella solita Racoon City e si colloca, temporalmente, 24 ore prima degli episodi di Resident Evil 2. Questa volta dobbiamo impersonare Jill Valentine, eroina conosciuta già nel primo episodio e il nostro obbiettivo è quello di scappare per sempre dalla città, ma non sarà per niente facile. Durante la storia si incontrerà di tutto, da orde di Zombies a terrificanti creature, i Nemesis, il cui unico imperativo è uccidere ogni membro della S.T.A.R.S.. Altro eroe positivo della storia è Carlos, un mercenario assoldato dall'Umbrella, che però si deciderà a collaborare con Jill. Meno chiara è la posizione di due suoi colleghi: Mikail e Nikolai, soprattutto il secondo riserva delle sorprese che nemmeno si possono immaginare all'inizio della storia. Comunque adesso è inutile stare a parlare della trama o dei personaggi, cerchiamo invece di analizzare quelle che sono le caratteristiche tecniche del gioco. La grafica non presenta nessuna innovazione, è la stessa di Resident Evil 2, anche se sono molto più curati i particolari, ogni cosa, per come è fatta bene sembra dover essere importante, anche se non lo è. Grande pregio di questo terzo episodio è la varietà delle ambientazioni, privilegiando soprattutto gli ambienti all'aperto, diciamo che c'è un pò di tutto, dalla chiesa, al parco passando per il cimitero. Grande cura è stata dedicata anche alla realizzazione degli Zombies, ce ne sono una grande varietà, capita di incontrare anche quelli grassi! Gli enigmi sono molti, alcuni di non facile risoluzione, diciamo che non sono del tipo "Prendi l'oggetto, usa l'oggetto", ma richiedono un pò di logica. Un'altra grande novità del gioco è l'inserimento di bivii, durante la storia, in cui il giocatore è chiamato a scegliere ad esempio se affrontare il mostro o evitarlo e scappare, scelta dalla quale dipende il prosieguo dell'avventura. C'è di tutto insomma, giusto per ricordarlo, ad un certo punto della storia si impersonerà anche Carlos. Dopo aver finito il gioco una volta, si attiverà una speciale modalità, "The Mercenaries", una prova a tempo con uno dei tre soldati, che ci consente di guadagnare soldi e comprare armi migliori, e c'è anche una piccola sorpresa per la nostra Jill... Che dire, a noi è piaciuto molto, anche se il finale era più bello a Resident Evil 2, inoltre è un gioco che garantisce molte ore di gioco, anche se, come tutti i giochi di questo genere, difficilmente lo si rigioca più di una volta, non servono a molto i vari finali possibili, anche perchè per vincerlo una volta ci vogliono sulle 7 ore in media. Buon divertimento, in attesa di un nuovo seguito magari su Playstation 2.



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