Maurizio
Chessa è un pittore che vuole arrivare al limite dell’inesprimibile,
laddove anche l’immagine si affievolisce, rivelando nel colore una
sorprendente commistione d’assenze. Egli scruta oltre l’oscuro
abisso del suo personale dolore, per riportare alla luce l’assoluto
candore dei colti consunti dai veli opachi dell’esistenza, il tormento
dello spirito che si apre improvviso all’urlo misterioso della visione
sepolta. Un pittore può incedere con passo malfermo Attraverso il
logorio delle immagini, può scoprire l’incessante succedere dei ritmi
policromi del suo animo, può incontrare la resistenza delle forme che
si ribellano alla sua arte ed infine arrendersi alla consapevole
sofferenza del suo tratto e li trovare rifugio, presso un luogo
sconosciuto dove il suo mistero è rivelato. L’Arte figurativa deve
assicurarsi alla visione interiore, bandendo in modo definitivo le
agognate velleità decorative. Deve ribadire con forza la necessita che l’immagine possa farsi altra, possa cioè rinviare ad una
visione da scoprire dentro di noi, possa essere la porta che si apre al
nostro inconscio. L’intento di questo Artista vuole essere quello di
accompagnare il nostro sguardo dinanzi a nuovi orizzonti, con il suo
tratto multiforme, il suo colore sconosciuto ci racconterà dei nostri
giorni passati per
risvegliare
in noi antiche certezze.
Daniele Peis
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