ONE
HOUR PHOTO - a cura di Corrado Pirovine
Regia di Mark Romanek. Con Robin Williams, Connie Nielsen.
Parlando del Robin Williams degli ultimi tempi si potrebbe dire che questa sua
pellicola, in cui per la prima volta si offre come personaggio dai tratti
scomodi, rappresenta una sorta di prova per Insomnia, il thriller
in cui è protagonista insieme ad un certo Al Pacino e che potrebbe lanciarlo
verso l'Oscar. Diretto da Romanek, proveniente dal mondo dei video musicali,
Williams è Seymour Sy Parrish, un uomo mediocre di età indefinita che passa le
sue giornate sviluppando fotografie, specialmente di una tranquilla famiglia
della quale si immagina di fare parte. Quella che inizia come semplice
curiosità finirà per divenire vera e propria ossessione fino al momento in cui
Parrish scoprirà qualcosa che spezzerà l'idillio. Sarà in quel momento che il
carattere represso dell'individuo mediocre finirà per uscire allo scoperto.
Diretto in maniera piuttosto classica, senza particolari evoluzioni, il film si
avvale di una fantastica fotografia, abile nel differenziare gli stati d'animo
delle due realtà della narrazione: in casa della famigliola c'è calore,
evidenziato dai toni di colore sul marrone, giallo e rosso; da Parrish c'è
gelo: sia nel supermercato che nella sua casa, prevale luce al neon e poi i
colori celeste, bianco e grigio, come a creare una perfetta atmosfera asettica.
L'idea dello stesso Romanek (anche sceneggiatore) è valida, interessante e
anche inquietante: si riflette su come la vita intima di tutti possa essere
continuamente monitorata da coloro che sviluppano le fotografie. Se poi a farlo
è un maniaco ossessivo allora la questione diviene ancora più spinosa. E
Williams è un grande professionista e lo ha dimostrato qui ancora una volta
dando carne e linfa ad un Sy Parrish davvero convincente che, e questo è un
punto di forza del film, riesce non solo ad inquietare ma anche ad infondere
commozione nello spettatore. Connie Nielsen invece è la donna, moglie e mamma
nella pellicola ma la sua performance non risulta all'altezza della sua
incredibile bellezza.
Avvolto da una colonna sonora piuttosto cupa ma molto incalzante One Hour
Photo non scorre molto nel primo tempo, dove il regista ha voluto inquadrare
la psicologia dei personaggi ma si riprende verso il finale con una rapida e
lunga sequenza di azione. Indipendentemente dal tema della sceneggiatura, non
mancano altri minuti interessanti, come quelli in cui viene mostrata a grandi
linee la catena di sviluppo di un normale rullino fotografico e le scene di
colloquio tra Parrish ed il suo integerrimo capo.