AMERICAN BEAUTY.              a cura di Corrado Pirovine

Regia di Sam Mendes Con Kevin Spacey, Annette Bening, Thora Birch.

Ecco un film che vale veramente la pena di vedere. Girato dall'esordiente Sam Mendes, questo cinico ritratto della società americana, già vincitore di tre Golden Globe si presenta come la pellicola rivelazione di questa stagione cinematografica. Gli eventi narrati traggono spunto dalla necessità di cambiamento dei tre componenti di una fin troppo tranquilla famigliuola americana: padre (Kevin Spacey), madre (Annette Bening) e figlia (Thora Birch); tutti e tre si troveranno di fronte a personaggi che tenderanno a modificare completamente il loro stile di vita (o a rivelare una seconda, nascosta faccia !! ): il padre, che perde la testa per la migliore amica della figlia, la madre che intraprende una relazione extra-coniugale con un collega di lavoro, e la bambina, la quale si innamora di uno strano ragazzo che ha la mania di filmare ogni momento della sua vita. Il tutto condito dai commenti fuori campo del protagonista, uno straordinario Kevin Spacey che prenota così una scontatissima candidatura al premio Oscar; non gli è da meno la sua partner, l'affascinante Annette Bening che inquadra in pieno lo stereotipo di donna statunitense. Sono proprio gli attori a dare man forte ad un film che gode comunque di una solida sceneggiatura nella quale non mancano sorprese, specie nell'ultima mezz'ora, e di una fotografia che non vuole essere marginale: regista e direttore di questa (Conrad Hall, da mezzo secolo ad Hollywood) ci regalano inquadrature in cui primeggia la particolarità dei colori, specie il rosso, che predomina  sugli altri e scene oniriche incentrate sulla figura centrale del lungometraggio, Spacey appunto. Il tema che nel complesso Mendes ci propone, non è però così semplice come sembra; il film infatti si nasconde dietro un' apparente commedia noir ma offre spunti realmente filosofici incentrati ovviamente sulla bellezza esteriore certo, ma soprattutto interiore dei personaggi, dal primo all'ultimo, compresi i ruoli marginali. Spunti filosofici che naturalmente saranno interpretati dallo spettatore nei modi più disparati, ma solo il fatto che ne possa nascere un dibattito fa capire come il film abbia colto nel segno. Chissà che non colga qualcosa nella fatidica notte di Marzo.....  

Un esempio di abile fotografia da parte di Conrad Hall: le luci della tavola sono disposte in modo tale da contrapporre la figura della figlia a quella dei genitori.

 

La scena onirica che rappresenta l'apice del desiderio di Lester nei confronti della bella Angela. La presenza dei rossissimi petali di rose sarà ricorrente nel film.

 

Un solo aggettivo per entrambi: straordinari! Questi due puntano decisamente in alto nella notte degli Oscar, palcoscenico che decreterà in ogni caso la conferma del talento in particolare di Spacey.

 

Particolare inquadratura by Sam Mendes, mai scontato in una regia a volte sorprendente....