DREAMCATCHER
- L'ACCHIAPPASOGNI a
cura di Corrado Pirovine
Regia di Lawrence Kasdan. Con Timothy Olyphant, Jason Lee,
Damian Lewis, Thomas Jane, Tom Sizemore, Morgan Freeman, Donnie Whalberg.
A conferma del fatto che anche i grandi registi e i grandi attori a volte
inciampano in clamorosi passi falsi, esce anche nelle nostre sale il misterioso Dreamcatcher,
tratto da un romanzo di Stephen King edito in Italia con il titolo de "L'Acchiappasogni";
sebbene questo romanzo non sia tra i migliori del re del brivido, vista e
considerata la particolarità della trama sarebbe stato logico aspettarsi un
film in grado di suscitare curiosità e paura, se non altro allo spettatore più
sprovveduto.
Purtroppo, niente di tutto questo. Anzi.
Beaver, Jonesy, Pete ed Henry sono quattro amici con la passione in comune per
la caccia che si ritrovano isolati tra le montagne durante una tempesta di neve
in piena invasione extraterrestre. Sarà nel loro capanno, dove troneggia un
acchiappasogni, che essi sentiranno il bisogno di rievocare una figura
conosciuta da piccoli, un bambino che donò loro il potere della telepatia e che
essi chiamano semplicemente col nome di Duddits.
Ciò premesso, Dreamcatcher è un film orrendo, "brutto", nel vero
senso della parola. La prima cosa che balza agli occhi rileggendo il cast è la
presenza in cabina di regia di un personaggio navigato quale Lawrence Kasdan il
quale, a parte mostrare qualche buona inquadratura d'esperienza, dirige
affrettatamente e senza mordente un carrozzone di attori inetti e pessimi tra i
quali si è costretti a citare Tom Sizemore (spaesato e completamente fuori dal
personaggio) e soprattutto Morgan Freeman (ridotto a poco più di una macchietta
dai risvolti quasi comici e dalle sopracciglia improbabili). Scenografia e
fotografia sono gli unici aspetti tecnici della pellicola che si salvano, anche
se rimane impressa nella mente una scena di guerriglia con elicotteri nel bosco
che per grafica sembra uscita direttamente da un videogioco di metà anni
novanta; da questo punto di vista gli effetti speciali utilizzati contribuiscono
non poco a ridicolizzare il tutto e non soltanto nell'occasione di tale scena. L'adattamento
della sceneggiatura, firmato nientemeno che dal due volte premio Oscar William
Goldman (Butch Cassidy, Tutti gli uomini del Presidente, Misery, Hearts
in Atlantis), è eseguito tranciando con il machete il romanzo di King che
nel finale (ma non solo) viene anche completamente ribaltato come un calzino;
inoltre, quando si parla di sceneggiatura non si possono dimenticare i dialoghi,
dei quali sarebbe meglio non parlare onde evitare di continuare a sparare sulla
Croce Rossa; a tale proposito non si può purtroppo far altro che annoverare una
delle peggiori performance mai udite del sempre ottimo doppiaggio italiano.
Cosa dire di più? Indubbiamente film di serie B come questi sono sempre
esistiti e sempre esisteranno ma quando nascono con intenzioni serie fanno
davvero male, al cinema tutto.