THE GREEN MILE- IL MIGLIO VERDE a cura di Corrado Pirovine

Regia di Frank Darabont. Con Tom Hanks, Michael Clarke Duncan, David Morse, Barry Pepper, Michael Jeter, James Cromwell, Gary Sinise.

Presentatosi al pubblico come una delle più complete pellicole della stagione, "The green mile" ha riscosso un grande sucesso negli States e lo sta riscuotendo ora anche qui da noi, in Europa tanto da convincere l'Academy che la vittoria di "American Beauty" nella notte degli Oscar non è proprio così scontata....

Siamo nell'America degli anni trenta. E' una calda giornata qualunque quando un nero enorme viene trasferito nel braccio della morte per attendere il momento della sua esecuzione. Il suo nome è John Coffey ("Si pronuncia come la bevanda ma è scritto in modo diverso") e nessuno conosce i suoi poteri...La trama del film si articola sugli straordinari eventi che si verificano nel carcere a partire dall'arrivo di quest' uomo apparentemente condannato per la violenza su due bambine culminata con il duplice omicidio. La sua figura, apparentemente mite, attrae in modo particolare la guardia Paul Edgecomb (Hanks) personaggio principale del "braccio E" e protagonista con i suoi compassionevoli colleghi (tranne uno...), con gli ospiti più o meno sani di mente del "miglio", e con un particolare topolino...

Questa pellicola, tratta da un romanzo del noto autore Stephen King, tecnicamente non risente di alcun difetto tale da considerarsi rilevante. Il regista Frank Darabont, voluto dallo stesso King, bissa così il successo ottenuto dal precedente "Le ali della libertà", sempre tratto dal genio dello scrittore, sebbene i due film, comunque ambientati in un carcere, seguano sviluppi diametralmente separati. Contrariamente a quanto si possa pensare, questo non vuole essere un film sul problema della pena di morte ed in proposito risulta evidente solo lo schieramento dell' autore nel libro; il "Miglio" infatti narra una storia fantastica, ricca di magia e di sentimento, superbamente interpretata da tutti gli attori in gioco, da Hanks, ovviamente, ma specie dai caratteristi Morse (Brutus Howell), Jeter (Delacroix) e Duncan (Coffey), quest' ultimo meritatamente candidato all'oscar. La sorprendente scorrevolezza del film (tre ore che non si sentono affatto) è dovuta in parte ad essi ed in parte alla regia dello stesso Darabont, ricamata con fedeltà e perfezione, ove possibile, sulla storia narrata da King nel suo libro. Allo stesso tempo, David Tattersall fotografa la scena con occhio Kinghiano fornendo continuamente allo spettatore la visione di insieme che lo scrittore voleva mostrare: il verde è naturalmente il colore dominante, specie nelle luci utilizzate nel carcere, fredde ma allo stesso tempo familiari e quasi contrasta con i colori caldi usati per le scene esterne. Non mancano però i dettagli votati prettamente al macabro stile dello scrittore del Maine, vedi una agghiacciante esecuzione sulla "vecchia scintillante", che spingono la pellicola verso la definizione concettualmente più completa: quella di favola noir; favola per la fantasia ed i sentimenti positivi e negativi che una buona fiaba che si rispetti deve avere; noir per l' ambientazione che ruota attorno al miglio verde: il miglio come ultimo sentiero che accomuna tutti i mortali, come percorso di vita...

Ma si sa, purtroppo, a volte, il miglio è così lungo.....

Per una completa ed accurata disamina sul romanzo di Stephen King visitate la pagina di:
"The Green mile" by Stephen King ( in english )