HANNIBAL - a cura di Corrado Pirovine

Di Ridley Scott. Con Anthony Hopkins, Julianne Moore, Gary Oldman, Ray Liotta, Giancarlo Giannini.

Il cannibale più famoso della storia del cinema torna ad imperare sullo schermo, e questa volta non è per niente dietro alle sbarre... Firmato da Ridley Scott, regista di indiscusso valore, il film si fonda sulla sceneggiatura scritta da esperti come Mamet e Zaillian e ricavata dal recente ed omonimo libro di Thomas Harris. Rifutato da Jonathan Demme e da Jodie Foster, ufficialmente perchè lo script risultava troppo violento ma molto probabilmente per compenso non adeguato, Hannibal si avvale della presenza artistica di Scott e di quella scenica di Julianne Moore. Se però il primo si dimostra molto efficace da un punto di vista visivo, semplice ma potente, la seconda pur riempiendo la scena con la sua innegabile bellezza non incide più di tanto dimostrandosi troppo algida per sostituire la più emozionale Foster.

La trama è arcinota: Hannibal Lecter è a Firenze, dove dopo anni di latitanza si è stabilito; lì viene per caso riconosciuto dall'ispettore Pazzi (Giannini) che cerca di venderlo al ricchissimo Mason Verger (Oldman) miliardario sfigurato in maniera raccapricciante da Lecter molti anni prima. Nel frattempo le prime segnalazioni sulla ricomparsa di Hannibal arrivano anche a Clarice Starling (Moore) agente FBI osteggiata dal suo diretto superiore Paul Krendler (Liotta) anch' egli in combutta con Verger. Le strade di tutti questi personaggi finiranno presto per intrecciarsi inevitabilmente con quella del dottore...
Se, come detto, da un lato non colpisce l'interpretazione della pur brava Julianne Moore (ex candidata all'oscar per Fine di una storia), dall' altro sorprende la disinvoltura con la quale Giancarlo Giannini si cala nei panni dell'ispettore Pazzi, al cospetto di un mostro sacro come Sir Anthony Hopkins. Le emozioni più intense del film vengono infatti proprio da quest' ultimo e dalla soavità con la quale dà vita al mostro che lo spettatore tende a sentire sempre più vicino a sè. Colpiscono, ed è anche merito del regista, le scene pervase dalla colonna sonora, uno dei veri capisaldi del film che contribuisce all' esaltazione forse esagerata ma comunque di sicuro effetto sia del malvagio personaggio che delle scene di tensione delle quali la pellicola è piena. Fotografia e scenografia inquadrano efficacemente sia Firenze che Washington e Richmond ed in particolar modo la fastosità della dimora di Verger.

Per quanto riguarda la scenggiatura il discorso è ben più complesso.
Ricco di scene violente, Hannibal finirà per dividere i giudizi degli spettatori, sia di coloro che hanno letto il libro, sia di tutti gli altri. Naturalmente la pellicola si mantiene fedele alla narrazione del romanzo, con qualche necessario aggiustamento e qualche inevitabile (ma consistente) taglio. Del resto, ciò è all'ordine del giorno quando si effettua una trasposizione cinematografica. Addirittura, il libro risulta essere ancor più pregno di violenza di quanto non lo sia il film e ciò va tenuto presente quando si criticano le immagini crude mostrate da Scott e soci. Nei commenti finali del libro di Harris infatti è presente una nota dell'autore in cui egli sottolinea come ogni malvagio particolare del suo best seller sia esclusivamente farina del suo sacco; pertanto, certe immagini del film, se volevano dichiararsi fedeli a tale libro non potevano che essere riprodotte in una determinata maniera. Una curiosità: il film "termina un capitolo prima del libro"; voci di corridoio spiegano questo particolare, sostenendo che sarebbe già pronto uno script per un terzo episodio in cui (ed è lo stesso Hopkins che lo dice in un' intervista) è giusto che il male cada sotto i colpi del bene. "A buon intenditor poche parole..."