MINORITY REPORT - id. a cura di Corrado Pirovine

Regia di Steven Spielberg. Con Tom Cruise, Colin Farrell, Samantha Morton, Max Von Sydow.

Dopo le fatiche Kubrickiane di A.I. torna uno dei registi più amati dal pubblico di tutto il mondo. Steven Spielberg trae questa volta spunto da un racconto di uno dei massimi esponenti della fantascienza moderna, quel Philip K. Dick, che finora veniva ricordato dal cinema soprattutto come padre di Blade Runner. Il futuro disegnato da Dick, sebbene pensato circa cinquanta anni fa (il racconto da cui è stato tratto il film è vecchio di 48 anni...), appare realisticamente possibile grazie all'interpretazione di Douglas Coupland, scrittore e designer contemporaneo. In un epoca di scannerizzazioni oculari, di automobili che si muovono in tutte le direzioni, di trapianti impossibili e di monitor ultrapiatti, si inseriscono le vicende del corpo di polizia della pre-crimine, costruito per eseguire arresti di assassini prima che compiano a tutti gli effetti il delitto; il tutto grazie alla collaborazione di tre individui, due gemelli ed una donna, dotati di poteri visionari e chiamati pre-cog. John Anderton (Cruise), capo della sezione che esegue gli arresti, rimane vittima di un complotto trovandosi costretto a fuggire dai suoi stessi uomini e dal piuttosto misterioso agente governativo Danny Witwer (Farrell). Protetto dall'ideatore della pre-crimine Lamarr Burgess (Von Sydow), Anderton non esiterà a rapire la femmina di pre-cog Agatha (Morton) per scoprire chi si nasconde dietro gli eventi.

Da un punto di vista prettamente tecnico il film risulta perfetto. La solita superba regia di un maestro come Spielberg viene comunque aiutata, come dice lo stesso Steven, dal sapiente estro del direttore della fotografia, quello Janusz Kaminsky del quale giustamente il regista non si vuole più liberare. Se dunque regia e fotografia appaiono ben sopra le righe, colpiscono molto anche l'eleganza della scenografia e l'efficacia del montaggio. Il tutto è poi accompagnato dalla solita vibrante colonna sonora di John Williams, fedele alfiere e collaboratore infaticabile di Spielberg.
E' interessante sottolineare che per la stesura della sceneggiatura, firmata da John Cohen e da Scott Frank, hanno collaborato anche John August e Frank Darabont. Questo dimostra quanto si percepisce guardando il film ovvero quanto complessi fossero dal punto di vista strutturale la trama e l'intreccio della pellicola. Sebbene comunque il risultato sia un perfetto allacciamento tra gli eventi ed i personaggi c'è un particolare che risulta incomprensibile e che riguarda il deus ex-machina del complotto, il quale, se avesse avuto la prudenza di non commettere una determinata azione probabilmente non sarebbe mai stato individuato.
Per quanto riguarda il cast, sempre più sorprendente Cruise al quale ha sicuramente beneficiato la collaborazione con Kubrick, elegante Von Sydow e irritante nel ruolo e quindi efficace il bravo Farrell mentre la Morton è una pre-cog praticamente perfetta.
Infine, un commento va scritto sull'uso della pubblicità in queste pellicole pluricommerciali: che bisogno c'è di inserire marchi reali visibili allo spettatore? Va bene che queste società avranno anche partecipato economicamente alla nascita del film e qualcuno potrà affermare che contribuiscano a rendere più reale il tutto per fare più presa sul pubblico ma al lungo andare la loro presenza risulta eccessivamente ridondante e molto fastidiosa.

Ma in ogni caso, un film va visto per quel che è e per quel che racconta e Minority Report si afferma come una delle più interessanti produzioni di fantascienza degli ultimi dieci anni, un film capace di catturare l'attenzione dello spettatore per l'efficacia visiva delle immagini e per l'evoluzione della trama per poter riscoprire visioni passate di un futuro forse neanche troppo lontano.