MONSTER - id.   a cura di Corrado Pirovine

Regia di Patty Jenkins. Con Charlize Theron, Christina Ricci.

Dopo i successi di critica, pubblico e Academy negli U.S.A., sbarca anche in Italia la pellicola che ripercorre le gesta della più celebre serial killer della storia recente americana, Aileen Wuornos. Opera prima di una regista ancora sconosciuta (la giovane Patty Jenkins), Monster si è sicuramente fatto notare per la trasformazione cui si è dovuta sottoporre la sua protagonista Charlize Theron ma come è ovvio che sia, non ci si deve soffermare soltanto su questo aspetto perché la storia è estremamente densa di risvolti sociali.

Aileen (Theron) è una ragazza complessata, priva di amici e di guide paterne e materne; seviziata dal padre e adottata dai nonni, inizia fin da giovane a seguire la via della strada abbandonandosi alla prostituzione per le autostrade della Florida. Quando in un bar conosce Selby (Ricci) una lesbica di 24 anni, si illude di poter cambiare le cose ma inizierà a precipitare in un vortice di omicidi dal quale uscirà soltanto per una condanna a morte.

E' Charlize Theron la vera attrazione di questa pellicola: sulla sua interpretazione si poggiano le due ore di girato che altrimenti sarebbero piuttosto dure da reggere. Protagonista di una trasformazione che l' ha vista ingrassare di parecchi chili ed indossare un ingombrante dentatura artificiale, l'attrice sudafricana fornisce una prestazione che le è valsa riconoscimenti in tutto il mondo nonché il primo Oscar della sua carriera. Affiancata da una Christina Ricci non molto spontanea Charlize è la vera star del film anche perché c'è da considerare il fatto che la stessa attrice è tra le produttrici e dunque ha rinunciato al compenso per finanziare l'opera.
Una coinvolgente colonna sonora targata "BT" fatta di musiche inquietanti e canzoni locali accompagna una fotografia quasi documentaristica della tipica provincia semi borghese americana, dove le abitazioni sono fatiscenti nella loro distorta normalità e dove la vita non è rose e fiori come invece viene dipinto in tanti altri film.

Insomma siamo di fronte ad un'opera che in parte tenta di spiegare le origini del comportamento assassino della Wuornos, mostrando allo spettatore una vittima che piano piano assurge al ruolo di carnefice; un carnefice giustificato? No, forse, ma comunque una personalità allo sbando completo, alla deriva totale, come tanti prima e dopo di lei; personalità sulle quali riflettere, non per giustificare, ma per capire, per comprendere in cosa consisterebbe questo fantomatico "mostro"...