RUNAWAY JURY - LA GIURIA a cura di Corrado Pirovine

Regia di Gary Fleder. Con John Cusak, Gene Hackman, Dustin Hoffman, Rachel Weisz.


Dopo il successo de Il Collezionista e l'affermazione nel mondo del thriller con Don't Say A Word torna al cinema uno dei registi più interessanti del momento, sicuramente non innovativo né originale ma quanto meno affidabile e solido. Dopo aver adattato un romanzo di James Patterson per girare Kiss The Girls (in Italia Il Collezinista) ora tocca ad un opera del monumentale John Grisham.

Protagonista della vicenda è un giurato, Nick Easter (Cusak), che si trova nel bel mezzo di una delle cause più eclatanti del momento: quella che vede di fronte una vedova di New Orleans, rappresentata dal morale e passionale Wendall Rohr (Hoffman) e niente meno che un consorzio d'affari. A scegliere i giurati c'è Rankin Fitch (Hackman) potente consulente senza scrupoli che, al pari di Rohr, viene contattato da una donna misteriosa che pretende di vendere la giuria al miglior offerente.

Ancora un film tratto da Grisham e, per la terza volta c'è Gene Hackman ad interpretarlo, dopo Il Socio e L'Ultimo Appello. E' il cast infatti a balzare subito agli occhi visti i nomi che appaiono. Il duetto tra lo stesso Hackman e Dustin Hoffman, mai prima d'ora insieme su un set, ha richiesto tanto per fare un esempio cinque pagine di sceneggiatura ed un giorno di riprese per soli cinque minuti scarsi di scena in comune. Questo è un piccolo particolare che dà l'idea comunque della robustezza di un film che ha come protagonisti due attori di questo calibro; perché quando simili personaggi scelgono un determinato film è difficile che quel film tradisca le attese. Ed infatti questa pellicola è godibile, apprezzabilissima sicuramente per chi ama i romanzi del genere ma anche per chi non è avvezzo a determinate letture. Accanto ai due mostri sacri molto bravo è Cusak così come estremamente maliarda e affascinante è la bellissima Rachel Weisz nel ruolo della donna misteriosa che mette sotto scacco i due contendenti. Molto "legal thriller" le ambientazioni (aula di tribunale, interni di palazzi di giustizia) e di conseguenza molto classicheggianti fotografia e scenografia.

In definitiva si tratta dunque di un buon film, solido, gustoso, l'ideale per trascorrere una serata di tensione in puro stile "made in U.S.A".