IL
SIERO DELLA VANITA' - id.
a cura di Corrado Pirovine
Regia di Alex Infascelli. Con Margherita Buy, Valerio
Mastandrea, Francesca Neri, Barbora Bobulova.
Dopo l'improvviso successo della sua prima opera Almost Blue torna sul
grande schermo il regista Alex Infascelli con una nuova pellicola che si
mantiene sul genere già mostrato nella precedente: il thriller.
In questo film, alcuni personaggi televisivi scompaiono nel nulla dopo aver
partecipato al Sonia Norton (Francesca Neri) Show. Due investigatori, il
superficiale Berardi (Valerio Mastandrea) e la problematica Lucia Allasco
(Margherita Buy) indagano.
Si conferma dunque un ottimo regista di genere Alex Infascelli, che oramai, come
Dario Argento, si cimenta in copioni scritti per trasmettere brividi allo
spettatore. C'è subito da rilevare, a tale proposito, la solidità delle
sceneggiature da lui scelte: la prima pellicola, Almost Blue era tratta
da un libro del bravissimo Carlo Lucarelli mentre questa da una sceneggiatura di
Niccolò Ammaniti, autore anche di Io Non Ho Paura, libro portato al
cinema da Salvatores con il film omonimo. Se però nel primo caso il cast era
formato da attori non celebri e in qualche caso anche alle prime armi, adesso
c'è un cast di tutto rispetto che annovera la bravissima Margherita Buy, una
delle migliori attrici italiane degli ultimi anni, la sensuale Francesca Neri,
perfetta nei panni dell'odiosa Sonia Norton e il semplice e per questo
estremamente efficace Valerio Mastandrea. A parte la sceneggiatura che evidenzia
una positiva originalità il film piace per le sue atmosfere, dark e noir: un
noir screziato da colori piuttosto particolari, giallognoli, azzurrognoli,
verdastri come per sottolineare un' ansia di fondo, un' angoscia che dovrà
pervadere lo spettatore fin dai primi minuti con la prima agghiacciante scena
con la quale il film si apre. Il tutto poi è accompagnato dalle musiche di
Morgan e reso ancor più grottesco dalla cantilenante canzone "La
Banda" interpretata da Mina, vero e proprio motivo identificatore del film,
un film che è un thriller, certo, ma anche una graffiante satira sul panorama
desolante e squallido offerto dalla televisione dei giorni nostri.
Se pertanto da un lato può rappresentare un genere non troppo amato dal
pubblico italiano, Alex Infascelli è un regista dal quale onestamente si può
aspettare per lo meno qualche novità interessante in futuro, in un cinema come
il nostro, monopolizzato dai soliti personaggi e dalle solite insignificanti
commedie.