SPIDER
- id. a cura di Corrado
Pirovine
Regia di David Cronenberg. Con Ralph Fiennes, Gabriel
Byrne, Miranda Richardson.
Direttamente tratto dal racconto omonimo di Patrick
McGrath, Spider segna il ritorno sul grande schermo di uno dei più
controversi registi di fine secolo. Quel David Cronenberg sempre provocatorio (Crash),
inquietante (eXistenZ) e disturbante (La Mosca).
C'è però una leggera distorsione in questo film rispetto alle opere del suo
passato: essa consiste nel fatto che gli elementi che lo contraddistinguono ci
sono ma si mantengono sullo sfondo. Questa pellicola, non è l'esaltazione di
una idea del regista ma appare piuttosto come l'esame clinico di una mente
malata.
Protagonista è Danny Clegg, un individuo rilasciato troppo presto dal manicomio
che lo tiene in cura. Spider è il suo soprannome, dato dal fatto che egli suole
costruire tele di ragno con lo spago nei momenti di grande dolore. Attraverso i
suoi comportamenti nella nuova casa riposo, dove viene accolto, e grazie ad un
misterioso diario di Danny stesso, si scoprono elementi del suo passato
direttamente legati alla sua follia. I ruoli del padre e della madre divengono
fondamentali per comprendere la sua mente distorta e soprattutto per capire chi
Danny ha ucciso quand'era bambino.
In ogni caso il film non è un classico giallo, per niente. Anzi è un viaggio
attraverso la psiche di un uomo in grossa difficoltà. Cronenberg ci mostra le
scene nude e crude, così come le vedrebbe lo stesso Clegg; egli trasforma lo
spettatore in Spider costringendo a vedere tutto con i suoi occhi: ed il tema
della trasformazione, della mutazione è centrale nella filmografia del regista.
Una freddissima e limpida fotografia ed una scenografia essenziale dipingono
molto efficacemente il paesaggio di una Gran Bretagna marginale aiutando la
regia a realizzare un'opera vera che non ha quelle sfumature tipiche che la
facciano accostare subito all'irrealtà di un film.
Molto bravi gli interpreti, dalla Richardson (Mrs. Clegg) a Byrne (a suo agio
nei panni del padre di Danny), anche se la palma del migliore spetta proprio a
Ralph Fiennes; la sua interpretazione è semplicemente eccezionale e lo conferma
uno dei migliori talenti in circolazione che molto probabilmente riuscirà ad
ottenere la sua terza candidatura all'Oscar.
Dunque una pellicola di tutto rispetto, semplice eppure contorta, ben
diretta, ben interpretata e quindi da vedere.