THE 25th HOUR - LA VENTICINQUESIMA ORA a cura di Corrado Pirovine

Regia di Spike Lee. Con Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Barry Pepper, Rosario Dawson, Brian Cox, Anna Paquin.

Dopo il grandissimo successo di critica in patria sbarca anche nelle nostre sale l'ultimo film del controverso regista americano Spike Lee. E come al solito è un film  newyorkese che grida amore e rabbia di una città che ancora non ha chiuso la ferita più lacerante del suo recente passato; quella ferita apertasi in uno dei periodi più bui della storia a stelle e strisce; il pretesto per questo ennesimo elogio della forza vitale della grande mela è l'analisi della snervante giornata particolare di un giovane spacciatore. Il risultato è uno dei più bei film degli ultimi dieci anni, una di quelle pellicole che ti colpisce e ti esalta, ti conquista e ti deprime, ti tiene con gli occhi incollati allo schermo per seguire ogni minimo dettaglio.

Montgomery Brogan (Edward Norton) è uno spacciatore. Ma Montgomery Brogan è anche un ragazzo dal cuore d'oro; ha una ragazza che lo ama, degli amici fidati dei tempi del liceo, un affettuoso padre ex alcolista ed un cane, salvato dalla morte e a lui fedele fino alla fine. Montgomery Brogan è all'ultimo giorno di libertà prima dei sette anni di carcere che gli spettano per il reato di spaccio. La sua ultima giornata viene seguita minuto dopo minuto, sfogo dopo sfogo, con i suoi due amici (Pepper e Hoffman) e la sua tenera Naturelle (Dawson), la ragazza portoricana con la quale convive.

Diretto senza troppi fronzoli da uno Spike Lee semplicemente perfetto, The 25th Hour è un film bello dentro. L'estetica da sempre non è la finalità primaria del regista, questo è ovvio scorrendone la filmografia, ma tecnicamente siamo a livelli impeccabili; l'uso di filtri sulle macchine da presa sottolinea stati d'animo e flussi di coscienza contribuendo a rendere interessante una direzione di fotografia che sarebbe stata naturalmente piatta mentre i pochi preziosismi sono concessi durante la sigla iniziale, per uno scopo più che nobile. Eccellente il montaggio, a volte frenetico, a volte segmentato per scelta ma sempre senza alcuna sbavatura o errori di continuità. Una menzione speciale la merita uno dei cast più azzeccati di sempre: Edward Norton non lo si scopre certo adesso e si conferma tra i migliori attori del momento; la sua capacità di entrare in sintonia con il personaggio è talmente alta da risultare disarmante; Montgomery è vivo, è qui, è in ognuna delle città di questa piccola terra. A differenza dei suoi due amici, ottimamente caratterizzati (l'agente di borsa prettamente newyorkese del granitico ed efficace Barry Pepper e il professore impacciato ed attirato dalla sua alunna del bravissimo Philip Seymour Hoffman) lo spacciatore di Norton è uno qualunque, fuori da tutti i canoni e da qualsiasi clichet. A dar man forte ad una recitazione che udita in lingua originale promette di essere uno spettacolo è il doppiaggio italiano, che, con voci non troppo comuni, si mantiene su livelli altissimi. Tutte le vicende sono accompagnate dalla colonna sonora di Terence Blanchard, etnica, vigorosa, soave, disposta a lasciare spazio, nella spettacolare scena della discoteca, a musiche originali dance dei primi anni ottanta.
Per concludere non resta che rinnovare l'invito ad assistere a due ore di grande cinema, duro, come duro è lo spaccato della vita nella grande mela, coraggioso come la gente della sterminata metropoli, multirazziale, odioso, amorevole, potente, rabbioso...
...come la città di New York.