JIAN
GUI - THE EYE a cura di Corrado Pirovine
Regia di Oxide
Pang Chung e Danny
Pang. Con Angelica Lee, Edmund
Chen.
Dopo i fasti orientali e il comunque
indiscusso successo d'oltreoceano, arriva in Italia l'atteso horror dei gemelli Pang.
Di puro "stampo Hong Kong", la pellicola si prospetta come una delle
più terrorizzanti degli ultimi anni e sebbene con qualche perplessità mostra
dei buoni spunti.
Mun (Angelica Lee)è
una ragazza cieca che riacquista la vista grazie ad un trapianto di cornea. Il
suo problema sarà che insieme alla vista otterrà anche la capacità di vedere
il mondo dei morti, come la precedente proprietaria delle sue nuove cornee. Con
l'aiuto del dottor Lo (Edmund
Chen), Mun cercherà di scoprire la causa delle sue
visioni, unico modo per fermare l'orrore dentro a sua testa.
Quando si prende in esame un
film che non sia né europeo né americano, dove la cultura nel bene o nel male
si assomiglia, c'è da andarci piano con i giudizi, di qualsiasi genere essi siano.
The Eye è un film di Hong Kong e come tale è
specchio di un mondo molto lontano dal nostro. La regia dei gemelli Pang
è innovativa, per certi versi in stile videoclip e non risente degli influssi
orientali come altri aspetti del lungometraggio; la musica ne
è un chiaro esempio, fin troppo soave a volte e involontariamente
ridicola nelle scene di suspense perché troppo distante dai nostri canoni; ma
tutto fa parte di una cultura diversa e dunque non è biasimabile a priori. Il
montaggio è un altro esempio di questa diversità: affrettato, spesso eseguito
con dissolvenze in pieno stile telefilm non contribuisce a dare scorrevolezza
alla storia. Ottimo invece l'uso del sonoro, vera e propria arma di paura della
pellicola; pacato durante le situazioni di quiete ed
imponente e terrorizzante nei punti giusti, insomma, emblema di una vera e
propria strategia del colpo a sorpresa nei confronti del pubblico. Per quanto
riguarda gli attori, a parte la dignitosa Angelica Lee
è decisamente meglio sorvolare.
Difficile giudicare The Eye,
meglio dargli un'occhiata, correndo il rischio di
rimanere completamente insoddisfatti.