PARADISE NOT YET LOST 

(a/ k/ a  Oona’s Third Year)

 

 

Montato nel 1979, questo diary film è interamente dedicato ad un periodo della vita (il terzo anno di età) di Oona la prima figlia di Mekas. Esso contiene, montati in modo cronologico, gli avvenimenti più importanti che caratterizzarono il 1977, e funge da “lettera” per la figlia ancora piccola:

“It’s a diary film but also it is a meditation on the theme of Paradise. It’s a letter to Oona; to serve her, some day, as a distant reminder of how the world around her looked during the third year of her life _a period of which there will be only tiny fragments left in her memory_ and to provide her with a romantic’s guide to the essential values of life _in a world of artificiality, commercialism, and bodily and spiritual poison.”[1]

Paradise Not Yet Lost (96-1/2 min.) si divide in sei parti: la prima si svolge  a New York ed è composta per la maggior parte di stralci di vita famigliare e di visite ad amici; la seconda, molto breve si svolge durante una visita in Svezia ad Anna Lena Wibon; la terza vede invece l’intera famiglia Mekas in Lituania per il novantesimo compleanno della madre di Jonas. La quarta e la quinta parte si svolgono in Austria e in Italia, da Peter Kubelka e Hermann Nitsch, mentre con l’ultima si ritorna a New York per il terzo compleanno di Oona.

Part one

“January, Oona’s first snow fight; In Soho; Oona wakes up. We visit Levitt’s show; Home, Sunday morning. Oona washes her face, feels great, dances; Peter’s concert; On Canal street Peter tries chinese eggs; It’s snowing again. Peter practices recorder; The street; A busy evening at home. Peter, Friedl, Oona...; Ah! To work for the perfection of things nobody sees... like the deep cool insides of the kremsmuenster church seldom visited by men seen by god alone; A business meeting at I. C. P. ; A visit to Marie Deren; Hollywood in Soho; Oona’s tai chi on Canal Street. Evening with D. Marie; March 17 on fifth Avenue; Lucia cooks. It snows; Home scenes; April; Life goes on; Easter evening with peter & Friedl; Loe visits us, we sing; With Abrahams; “I have come to like people who are not flexible. It’s the flexible people who are ruining wine & schnitzel & all good things.”; The street; Peter departure; Next morning; In Central Park; Life goes on; Annette’s new home; Elfried & Moritz; Oona visits her cousin sean; Home scenes; Spring’s progress; Chairman of the board; Spring of Battery Park; Siesta...; Julian Levy & Cappa; Daily routines; June; Sean’s 3rd Birthday; Pizza & root beer on 33rd street; Oona visits grandparents; Hollis walks thru her childhood; I remember you sitting in the train, cluthing a handful of flowers your grandmother gave you; Spring picnic with godmother; Jacobses on Greene Street.”

 

Part two

“ Swedish episode; Anna-Lena’s House; Our sleep was disturbed by rain, thunder & whitness of night; Over the Baltic sea.”

 

Part three

“Lithuania revisited; Vilnius; Mama comes to Vilnius; The trip to Semeniskiai;Uncles and cousins; The meal; The cousin; Afternoon; My Latin teacher; St. John’s night; The cow; A walk in the wod; Daily routines; Petras tells us that they are becoming very awere of bad effects of manufactured, “plas ic” clothes, canned food, etc. Much discussion is going about returning to the old ways of doing things; Across the river & across the fields to Kostas’ house; Under the shadow of the tree; Letter to Adolfas; Petras’ beer cellar; Today is Petras’ name day; We gathered mushrooms, valentinas cooks them right there by the forest’s edge (“you must eat them where they grow”, he says) They taste fantastic; Next day; In the kitchen; Breakfast; By the barn; Wild syrawberries; Potatoes; The beans; We sit outside & we watch the landscape grow dim & dark; Morning; Ah! The luxory to be able to wash your face outdoors by the well & lift your eyes and see the apples on the branch; The rain; After ten beer Jonas decides to clim the tree; The evening; The last beer together; The duck; Departure; My mother refuses to eat soup made with canned cabbage; In the garden of Laimonas; Miltinis, my teacher; The house of ciurlionis; The last walk thru Vilnius.”

 

Part four

“Warsawa; Chopin’s heart is burried here; The garden of Ian Sobietsky.”

 

Part five

“Peter & Friedle; A visit to Prof. Mikuta’s grave; Peter’s donkeys; Noon time; Peter’s bath; In the village; Siesta; Hermann & his mother; The guests; Peter & his dauthers; Sunday; The wine cellars of Prinzerdorf, the wine cathedrals carved in stone thru many generations; A visit to Kresmations; With Pater Nicolaus; Hollis & I got married in this chapel three years ago; The alps; The little Diarist; A stop in the montains; Peter stop to talk to the cows; We eat in Frassinara, we drink Malvasia secco di Torrechiara; Late in the evening we arrive in Orvieto, we eat a good umbrian meal at Aleda Giono, on a little side street, & sleep like stones; We go to Marta to pick up Peter’s wine, Canaiola, which is made for him by the family Bracoloni; Peter says “It’s the wine Michelangelo drank”. Deep deep red wine; By the lake; We had a ferrific meal in Montefiascone with fantastic white wine at trattoria da Pancino; The table is right in the wine field, we can touch the new wine, still on the branches, heavy; Last evening in Prinzendorf; Next morning; Departure.”

 

Part six

“ Back home; On west B’way in Soho; Peter at Repoport; Jerry Hiler & Carla; Lucia cooks, Oona entertains; A visit to Harry Smith; Autumn, Oona’s first hot dog; Fire on Broome Street; Evening with old friends, we drank Canaiola; Raining; September; Visiting Grandparents; October; A visit to Willard; Kodak roll with leftovers of summer; At Rapoport; Oona’s third birthday; Home scenes; At I. C. P.; Thanksgiving; Home scenes; The deep of winter.”[2]

 

Paradise Not Yet Lost si divide come abbiamo  visto in sei parti ognuna delle quali cerca in modo diverso di esprimere il concetto di “paradiso” insito nella mente dell’autore. Questi che egli racconta sono solo alcuni “little fragment of paradise” ripresi lungo l’arco di un anno, da Gennaio all’autunno successivo, il cui filo conduttore è dato dalla figura sempre presente della piccola  Oona.

Sin dalla prima scena conosciamo subito Oona, ripresa fra la neve a Central Park, ma anche Hollis sposatasi con Jonas tre anni prima (durante il viaggio in Austria vedremo la cappella in cui fu celebrato il matrimonio). In tutto il film queste due figure sembrano inseparabili, e gli unici momenti in cui madre e figlia non sono assieme, sono quelli in cui Oona è con Jonas, mentre Hollis riprende. 

 Paradise è uno dei diary film più ricchi di apparizioni di Mekas, e sia che egli sia in compagnia della famiglia, “Jonas e Oona having picnic in Central Park”, “Oona, Hollis e Jonas in Prospect Park”, “Oona, Hollis e Jonas having pizza & root beer”,  o che sia solo, “Jonas shaving”, “Jonas in the tall birch tree”, tutte queste immagini lo ritraggono sempre felice e spensierato (“Oona e Jonas dancing widley”).

 Tutta la prima parte è piena di situazioni quotidiane che riprendono questo terzetto, sempre felice e gioioso, nella propria casa (home scenes), per strada (“Oona’s first snow fight”), o in compagnia di amici. Oona è sempre al centro di ogni ripresa, come se Mekas non  potesse fare a meno della sua presenza. 

La seconda parte di Paradise, rappresenta una piccola parentesi nel discorso totale, e costituisce solo un breve ricordo (“a little fragment of paradise”) di una bella vacanza a cui partecipò tutta la famiglia.

La visita in Lithuania, invece, non è solo un semplice ricordo, ma costituisce il momento forse più importante dell’intero film:  da una parte, esso rappresenta un ritorno a quello che per Mekas è sempre stato “il proprio paradiso”, mentre dall’altra parte, esso è il momento invece in cui la figlia incontra le proprie origini.

Questa terza parte riporta lo spettatore direttamente a Remimiscences of a Journey in Lithuania riproponendo immagini descrittive e poetiche della terra nativa. In questo caso però abbandonata la tipica atmosfera malinconica, dal momento che ormai Mekas è riuscito a costruirsi un nuovo “paradiso”, con Hollis ed Oona, egli si sofferma a riprendere questi luoghi come per la prima volta, attraverso gli occhi della figlioletta. Se nel film precedente Mekas si guardava intorno  ricordando il passato e meditando su tutto ciò che aveva perso, in Paradise, il filmmaker si sofferma con uno sguardo nuovo, cercando di riassaporare tutto ciò che di meglio esiste in quel luogo tanto amato. 

Tra le sequenze più belle di questa parte bisogna ricordare quella che propone la registrazione della  voce della madre di Mekas che in lingua lituana saluta Adolfas rimasto in America.

La quarta parte si svolge a Warzawa e descrive in pochissime immagini l’incontro della famiglia Mekas con alcuni amici.

La quinta parte di Paradise inizia con alcune immagini girate da un aeroplano, e segue con una vacanza  da Peter Kubelka  a Prinzendorf. Essa si divide in due parti, la prima si svolge in Austria ed è composta da scene di vita quotidiana caratterizzate dal divertimento che scaturisce dalla scoperta di un nuovo posto e dalla compagnia di buoni amici: Peter Kubelka, Friedl Bondy,

Hermann Nitsch.  La seconda  si svolge in Italia dove la famiglia Mekas, in compagnia di Peter ed altri amici, visita alcune città e ne scopre più che la cultura storica, la cultura culinaria e vinicola. Le scene che caratterizzano questa parte ritraggono il gruppo quasi sempre a tavola o in qualche cantina alla ricerca di buon vino.

Questa penultima parte si conclude con il ritorno a Prinzendorf e dopo poche inquadrature con la partenza  di nuovo per New York.

E’ passato circa un anno dall’inizio della narrazione (è autunno e nevica di nuovo) e tutto sembra ritornato uguale: si susseguono di nuovo scene quotidiane, girate in casa, per strada, con gli amici. La famiglia Mekas è ancora assieme e felice, e Oona compie il suo terzo anno di vita: “Oona’s third birthday”, è caratterizzato dal montaggio di scene veloci che riprendono una festa in  casa Mekas, piena di amici ed allegria.

Anche in questo diario come nei precedenti, l’amicizia è molto importante, ma sembra vista in modo diverso, più intimo e sincero. Da una parte c’è Oona con i propri amichetti, che gioca e scherza, e dall’altra c’è Jonas con gli amici di sempre i più intimi che riempiono le sue giornate e lo fanno sentire felice.

La fine del film si conclude con il montaggio di vari momenti di allegria e spensieratezza, altre feste, con Oona a Jonas che ballano freneticamente, ed infine l’ultima immagine riprende Oona che come all’inizio del film cammina tra la neve.

La struttura temporale di Paradise Not Yet Lost è alquanto complessa e si sviluppa sul doppio livelli delle intenzioni e delle rappresentazioni.

Attraverso la voce narrante di Mekas scopriamo fin dall’inizio che Paradise è indirizzato ad Oona (“I’m talking to you Oona”) nella speranza che quando questa sarà cresciuta, potrà capire e trarre beneficio dagli ammaestramenti insiti nella narrazione e nello scorrere delle immagini. La voce narrante di Mekas ha in questo caso una doppia funzione, da una parte egli descrive alla figlia i vari avvenimenti (sottolineati anche dai numerosi titoli), in modo che non ricordandoli questa possa capirli, dall’altra parte, attraverso dei brevi commenti,  egli cerca di darle dei piccoli consigli : “be idealist, don’t be pratic”.

Paradise si discosta dagli altri diari di Mekas nel suo esplicito indirizzamento verso un ascoltatore speciale, che non è più il pubblico, o gli amici , ma la figlia del filmmaker. Esso pone la questione dello “spettatore”, più di ogni altro diary film: Paradise da una parte rappresenta un documento pubblico, ma dall’altra attraverso l’uso della forma diaristica, determina la componente privata, arrivando quasi ad identificarsi con il genere autobiografico.

 Introducendo il nome del destinatario, Mekas forza lo spettatore ad identificarsi con Oona, come egli stesso ha già fatto, fino al punto di fondere ogni personaggio assieme, ed arrivare ad una identificazione totale. Oona permette a Jonas di tornare bambino, seduto alla tavola della madre, gli permette di riconciliarsi definitivamente con il passato e di essere finalmente pienamente felice.

Come si intuisce dallo scorrere delle immagini il montaggio delle scene di questo film segue un criterio cronologico ben preciso, aiutandosi anche con vari titoli che ne esplicitano la scansione temporale. Come in tutti i film di Mekas anche qui i titoli hanno un grosso peso descrittivo e si legano in maniera determinante alla voce narrante che, come sempre descrive in maniera esplicita il contenuto dei vari paragrafi ed in alcuni casi delle semplici immagini.

Il resto della colonna sonora è ricca di musiche lituane, suonate anche dallo stesso autore, e di voci registrate in presa diretta di amici, di Oona e della signora Mekas.



[1] FilmMaker’ Cooperative Catalogue No 7 op. cit., pag. 365.

Traduzione: “Questo è un diary film ma è anche una meditazione sul tema del paradiso. Esso è una lettera per Oona; che le serva un giorno, come lontano ricordo di come era il mondo intorno a lei quando aveva tre anni _un periodo del quale ci saranno solo brevi frammenti nella sua memoria_ e per aiutarla con una guida romantica ai valori essenziali della vita _in un mondo di artificiosità, commercialismo, e di veleno del corpo e dello spirito.”

[2] Materiale originale, fornitoci dall’autore.

 

Diary Film