Seconda
sequenza La
seconda sequenza è costituita dal montaggio veloce di numerose immagini
scollegate fra loro e disposte su due piani temporali paralleli. Da una parte
abbiamo immagini veloci e di taglio documentaristico che riguardano la vita
quotidiana di George; alternati a questi ci sono i flash-back che riguardano la
coppia George-Frances, composti da momenti silenziosi in luoghi solitari e
malinconici. L’inizio
della seconda sequenza si ricollega con la prima riprendendo il protagonista
prima nel campo di cavoli dove avevamo lasciato i due mimi che piangevano, e poi
nella stessa stanza dove avevamo trovato Mekas. Schermo
bianco (Una voce femminile inizia a
parlare) Mentre
la voce di Francis fuori campo legge una lettera indirizzata a Gregory, questi
si trova nel già citato campo di cavoli, ripreso in primo piano prospettico.
Sembra pensieroso. Si volta e si allontana attraverso il campo. Schermo
bianco La
lettera prosegue: “Caro Gregory, come posso spiegarti come mi sento oggi, 6
maggio? Mi sono svegliata dopo due giorni di sonno e ho trovato il sole che
splende ovunque. Sono andata a spasso per la strada e ho ritirato il denaro alla
banca. Ho lasciato l’università e sono andata a comperare dei bonbons di
miele, poi sono tornata a casa, a sedermi al sole. Ho un litro di latte nel
frigorifero. Vorrei che il lattaio mi lasciasse in pace. Lo farà. E lo faranno
tutti. Questo è vero, ora. Adesso tutti questi studi mi sembrano inutili. Mi si
insegna come lavorare, ma non mi si insegna la risposta a ciò che mi interessa.
Così, siedo al sole e guardo i piccioni.” Interno
di una stanza. Gregory in P.A. si trova in piedi accanto
alla finestra della prima scena. Guarda fuori. Con
una carrellata in avanti la m.d.p. si avvicina alla finestra la oltrepassa ed in
quadra in P.P. i rami di un albero illuminato dal sole.
(Si ode una sirena d’allarme antiaereo) A
questo punto iniziano a scorrere,
con un montaggio serrato, scene libere da ogni logica consequenziale, ma unite
in un unico “mosaico emozionale”. Una
strada ripresa da un’auto che la attraversa; un manifesto di Nixon. Foglie che
frusciano al vento. Ben, mentre guarda fuori da una finestra. Argus, seduta,
mentre guarda in direzione dell’obiettivo. Di nuovo l’albero fuori dalla
finestra e poi con una leggera panoramica Gregory che si infila una giacca.
Riprese aeree di New York e del ponte Washington. Altra ripresa aerea di N.Y.
Ancora. Una ragazza su un’altalena. Fili del telefono ed in prospettiva alcune
navi da guerra. Gregory che esce di casa. Alberi neri contro un cielo chiaro.
(Cessa
la sirena: silenzio.) P.P.
di Frances che guarda l’obiettivo. Una
voce: Perché Frances si è suicidata?
Perché
ci si suicida? Scena
di una strada ripresa da un’auto in moto. P.P.
di Gregory che cammina in un parco. Una
voce: Perché ci si suicida? Perché?
Perché
ci si suicida, oggi? Esterno:
un campo di erba alta. Panoramica su Gregory Ancora
la finestra, ancora l’albero.
(Ricomincia
la sirena d’allarme antiaereo) Di
nuovo un montaggio veloce di scene
riprese in esterni con la Bolex a spalla. Gregory
che cammina per strada. Gregory che si compera una bottiglia di selz. Gregory
che scherza con delle ragazzine. Gregory che cammina frettolosamente. Gregory
che si trova fra un ammasso di rottami, in un cimitero di vecchie auto. Voce di Ginsberg: I walked on the banks of the tincan banana dock and sat down under the huge shade of a southern
pacific locomotive to look at the sunset over box house hills
and cry.[1]
( Inizia una nota di musica tesa, in crescendo) Esterno.
Un campo aperto, Frances e Gregory ripresi in C.M. _Gregory gioca con i capelli
di Frences, scherza, ride; escono dal campo. L’inquadratura resta sul
panorama. Alberi
neri contro il cielo ripresi da un’auto in corsa.
(Il
suono si smorza e poi sale di nuovo) Ancora
il cimitero di vecchie auto. La m.d.p. fa una panoramica sui rottami quindi si
ferma su Gregory, seduto sulla sponda del fiume Harlem e, lo riprende in F.I. .
(Il
suono si smorza e poi sale di nuovo) Interno
di una macchina. Ripresa con macchina fissa delle mani al volante e della testa
di Frances , dal retro. Ancora.
Questa volta l’attenzione è diretta sul cimitero delle auto che si riflette
sul parabrezza. P.M.
di Gregory ed un uomo che parlano seduti su un marciapiede. (Una
voce inizia a parlare fuori sincrono) Altra
ripresa dei due nello stesso posto. La
voce: Ho trascorso quaranta anni della mia vita sui mari. Ora tutto ciò non
vale nulla. Vedo ancora lo spazio aperto dell’oceano, grande, libero. Non vedo
le strade. Non vedo questa gente, queste fabbriche, dove tutti sono brutti.
Guardo l’oceano, laggiù e posso ancora sognare...laggiù... Ancora
Gregory seduto di spalle sulla sponda del fiume Harlem.
(Ricomincia
la nota alta e tesa di musica) Ancora
Frences in auto, ripresa dal retro. Si ferma vicino a Gregory e lo saluta. Frences
e Gregory seduti in silenzio sulla sponda del fiume Harlem, ripresi di spalle. Primissimo
piano di alcuni versi di un libro (
Howl ). P.P.
di Gregory che guarda il fiume e Frances che guarda Gregory.
(La
musica sale) Interno
della solita stanza. Gregory in P.A. colpisce rabbiosamente col calcio della
pistola dei libri. C.L.
di una fila di navi sul fiume Harlem.
(Dialogo fra Gregory ed un monaco) Gregory
ed un monaco, ripresi in F.I., in piedi su una banchina ed in lontananza le
navi. Dialogo:
Gregory:
Togli loro la polizia, l’esercito,
l’atomo, ed essi troveranno
qualcos’altro.
E’ la mente dell’uomo
che
deve essere cambiata. Noi vinceremo
solo con la mente dell’uomo. Monaco:
Pensi che la gente che vive solo per
l’apparenza
sarà capace di cambiare
radicalmente? (Pausa)
Gregory:
Senti, Frank... San Paolo, prima di
diventare
un santo, era un criminale. Monaco:
Ma la nostra generazione sarà capace di
un’azione
qualsiasi di rilievo? (Breve
silenzio. Riprende la musica popolare suonata con violino e chitarra) Ancora
Gregory e Frencis ripresi di spalle sulle sponde del fiume Harlem. Panoramica
in P.P. del cimitero d’auto. Schermo
bianco. [1] Mekas, Jonas, “I fucili degli alberi” (sceneggiatura), in Cinema 60, numero 21-22, marzo - aprile 1962, pag. 20. Traduzione letterale:
Io camminai lungo i marciapiedi del / Tincen Banana e mi sedetti /
all’ombra della grande locomotiva della Southern Pacific per / ammirare il
tramonto sulle colline e per piangere. |