CHI SIAMO E LA NOSTRA STORIA

            Chi sono gli Insegnanti Precari ?

  • Sono gli insegnanti che ricoprono posti vacanti negli organici delle varie scuole oppure sostituiscono colleghi di ruolo che, per svariati motivi, non possono espletare la loro funzione.

  • Sono gli insegnanti che ricoprono cattedre in sedi disagiate, cattedre su più scuole, magari molto distanti tra di loro, che i colleghi di ruolo non hanno ricoperto.

  • Sono gli insegnanti assunti e licenziati più e più volte dallo stesso datore di lavoro (lo Stato); considerati come i lavoratori stagionali (raccoglitori di frutta, di pomodori etc.).

  • Sono gli insegnanti spesso pagati "quando arrivano i fondi", con mesi e mesi di ritardo, talvolta con le stesse scarse risorse con le quali sono pagati altri insegnanti per i corsi di recupero e per altre attività incentivate (per la serie "ecco l’osso, scannatevi!").

  • Sono gli insegnanti trattati dallo Stato Italiano come nessuna azienda privata potrebbe trattare i suoi dipendenti e che qualsiasi Pretore del Lavoro farebbe assumere a tempo indeterminato se lavorassero per un privato.


Il mondo dei Precari è quindi un mondo disagiato composto da tantissime storie dolorose fatte di sotto occupazione se non di totale disoccupazione, di disagi e di frustrazioni, di professionalità mortificate, di speranze disilluse.

Siamo di fronte a cifre impressionanti : gli insegnanti precari costituiscono ben il 20% circa dell’intero corpo docente, in cifra assoluta sono 150.000 circa, pari a più della metà dei dipendenti Fiat, tanto per dare un termine di paragone.

La stragrande maggioranza degli insegnanti precari ha anni ed anni di servizio (alcuni arrivano a 20 e più, alcuni sono andati in pensione come precari !).


E’ evidente quindi che la situazione dei precari è da ritenersi:

· anomala e patologica

· illegittima

· anticostituzionale

 

Nonostante l’illegittimità discriminatoria della loro condizione, i docenti precari continuano ad assolvere alla loro funzione ed ai loro compiti: ogni anno sono nominati ad anno scolastico inoltrato, con grave pregiudizio per il regolare inizio dell’attività didattica e danno per gli studenti, soprattutto per i più deboli. Le supplenze temporanee vengono conferite solo dopo molti giorni di assenza del titolare , in quei giorni gli allievi rimangono senza docente, pregiudicando di nuovo l’attività didattica. Ad ogni nomina, ad ogni nuovo incarico annuale, in ogni nuova sede, nei nuovi rapporti che devono ogni volta ricostruire, i precari mettono in gioco ed affinano la loro professionalità, le loro competenze e capacità.

I precari sono insegnanti in perenne mobilità, in perenne flessibilità, sempre valutati e valutabili; si aggiornano a loro spese; vivono in condizioni retributive e di lavoro ai limiti della decenza ; spesso non godono della retribuzione estiva; se supplenti nominati dal Preside vengono licenziati nei periodi di interruzione dell’attività didattica per essere successivamente riassunti.

Senza l’impegno e la professionalità dei precari, non si potrebbero svolgere regolarmente le lezioni nelle scuole italiane; non ci sarebbe adeguata e valida istruzione nelle sedi disagiate; non si potrebbero formare ogni anno le commissioni di maturità; in altri termini

"senza il contributo dei precari l’Istituzione scolastica non potrebbe assolvere ai propri compiti e doveri costituzionali verso i cittadini ed il Paese."

I precari sono la componente del corpo docente più debole e più a rischio, chiamata a pagare con la perdita del posto di lavoro l’innalzamento del numero di allievi per classe, pagato dagli allievi con l’aumento delle bocciature e con la dequalifica della loro preparazione.

Sono aumentati il disagio ed i costi per le famiglie, sempre più distanti dalla scuola, per i loro figli, in classi sempre più numerose.

La "razionalizzazione" non ha comportato alcun miglioramento della qualità scolastica ed al sistema scolastico, ormai ridotto allo stremo, che sopravvive solo grazie al contributo volontario e volontaristico di buona parte degli insegnanti, sovraccaricati di compiti e mansioni che li stanno trasformando sempre più da insegnanti a tuttologi, tuttofare e assistenti sociali: in gergo aziendale questo si chiama aumento dei carichi di lavoro e moltiplicazione delle mansioni.

Vi sarebbe da quantificare, a fronte di tutto questo, quale sia il costo che ha pagato e continua a pagare l’insegnamento, l’apprendimento e la formazione degli studenti, la scuola ed il Paese stesso.

E’ ora che questi problemi vengano a galla e siano presi in considerazione affinché cessino di prevalere sempre e solo le considerazioni economiche su quelle didattiche.

L’Istituzione scolastica ha compiti e doveri verso i cittadini che sono dettati dalla Costituzione e che non possono essere subordinati ai suoi costi ; la Scuola è il futuro nostro e dei nostri figli, è il cuore delle società civili.

I precari ritengono quindi indilazionabile, e soprattutto non delegabile ad altri, la discussione, l’elaborazione di proposte ed il superamento dei loro problemi:

"la voce e le proposte degli insegnanti precari devono essere ascoltate e rappresentate negli ambiti di trattativa e di decisione a tutti i livelli".

Il movimento degli insegnanti precari è stato l’unico soggetto in grado di elaborare e porre sul tappeto l’unico progetto di riforma delle procedure di reclutamento, l’ unico che non si è limitato a richiedere e riproporre procedure indecenti, provvisorie, di emergenza e costose ; l’unico soggetto che propone percorsi formativi della professionalità didattica; l’unico che prevede una possibilità di ingresso concreto e reale per i neolaureati nella scuola in tempi più brevi possibili; l’unico che dà indicazioni non ideologiche ma viceversa concrete e che esprime la voce che arriva dal mondo della scuola.

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