Partenza e rotta verso la Luna

 

Il 3 Febbraio 2000 sono partita con la mia navicella “GALILEO  2000” e, grazie al razzo con il motore a fusione fredda, sono riuscita a superare la forza gravitazionale e l’atmosfera della terra dirigendomi verso la luna. Finalmente sono arrivata a destinazione: è stata una grandissima emozione vedere con i miei occhi le impronte dei primi uomini che andarono sulla luna. Per testimoniare il mio passaggio ho piantato la bandiera della scuola elementare di Verdello.  EVVIVA!!!

 

Verso Venere

 

Successivamente sono partita per Venere, un pianeta con una spessa coltre di nubi e perciò senza la presenza di vita. Questo pianeta ha una temperatura elevatissima causata dall’effetto serra e ho subito capito che sarebbe stato difficilissimo penetrare nell’atmosfera di Venere. Su consiglio della scienziata Giusi decisi però di tentare ugualmente. Ad un certo punto la coltre di nubi mi impedì di vedere e sentii un senso di soffocamento perché mi sembrava di non potermi più muovere da lì. Per fortuna le mie paure non erano vere e così incominciai a vedere la superficie del pianeta. Bloccai l’astronave e misi la tuta spaziale per andare in missione su Venere a prelevare campioni di terreno da analizzare. Avendo troppo caldo, attivai il sistema di areazione e tornai subito sulla navicella per poi far rotta verso Mercurio.

 

Rotta verso Mercurio

 

Dopo aver esplorato Venere sono partita per Mercurio. Subito ho capito che era impossibile che ci fosse vita perché è un pianeta troppo caldo. Sono uscita e ho acceso il sistema di raffreddamento della tuta. Non ho trovato traccia di materiale organico e allora sono ritornata sulla navicella e sono partita sulla rotta verso il Sole.

 

 Verso il Sole

 

Quando sono giunta nelle vicinanze del Sole, il capo Giusi dalla terra mi ha detto che, per analizzare le protuberanze e le macchie solari, dovevo tenermi a debita distanza dal Sole. Così, per non fare la fine di Icaro, mi sono allontanata e ho fatto rotta verso Marte.

Verso Marte

 

Appena atterrata su questo nuovo pianeta ho messo la tuta spaziale. Sono uscita e ho visto un enorme ghiacciaio. Probabilmente c’era stata la vita nel mare, ora ghiacciato; ho prelevato un pezzo di ghiaccio da analizzare al microscopio per vedere se c’erano degli atomi e se veramente c’era stata la vita. Così la analizzai e scoprii gli atomi, deducendo che, se Marte fosse più vicino al sole, potrebbe essere una seconda terra.


 

Verso Giove

 

Visitati i pianeti interni sono partita per Giove e ho cozzato violentemente contro un suo satellite danneggiando la mia navicella. Sono rimasta ferma per molto tempo, ma non so di preciso quanto perché non riuscivo più a contare i giorni sul calendario; così ne approfittai per analizzare il satellite. Scoprii che Io (questo è il nome del satellite) è l’unico ad avere attività vulcaniche in tutto il sistema solare e che lì potrebbe svilupparsi la vita. Nel frattempo ho riparato la mia navicella e sono ripartita verso Saturno, Urano, Nettuno e Plutone.

Rotta verso Saturno, Urano, Nettuno e Plutone

 

Andando verso i pianeti esterni sono stata trascinata da una cometa fino in prossimità degli anelli di Saturno; incoscientemente andai tra gli anelli per osservarli meglio e per poco non cozzavo contro una meteorite.

Così decisi di rinunciare perché sarebbe stato impossibile trovare la vita su dei pianeti gassosi.