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REGOLE

I primi giochi all’oca stampati furono introdotti in Inghilterra all’inizio del XXVII secolo, dando luogo ad un incalcolabile numero di giochi analoghi. Il percorso del gioco fini’ per identificarsi con una specie di meditazione sulla vita, e le cartelle erano illustrate con soggetti quali la Rivoluzione Francese, l’affare Dryfuss, intrighi politici, storie romantiche e popolari e, persino, la prima Guerra Mondiale. Ma ciò non toglie che si trovassero anche figure con soggetti più fantasiosi: si poteva fare il giro del mondo, imparare una lezione di morale da una favola di Esopo, o seguire lo svolgersi delle avventure di Don Chisciotte e Sancio Panza della Mancia

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REGOLE

Uno dei giocatori ha due biglie, gli ufficiali, che egli sistema su due punti qualsiasi di quelli che costituiscono la fortezza. L’altro giocatore dispone di 24 biglie (colore differente da quello degli ufficiali), i soldati di fanteria, che occupano tutti i punti intorno alla fortezza. Gli ufficiali possono avanzare di un posto in qualsiasi direzione, ma i soldati possono avanzare soltanto in direzione della fortezza in linea retta o in diagonale. Gli ufficiali possono catturare i soldati, sormontandoli, per andare in un buco libero vicino: il soldato catturato e’ tolto dal gioco. Ma se un ufficiale tralascia una cattura evidente, e’ lui ad essere ritirato dal gioco. I soldati vincono la partita, quando riescono a circondare gli ufficiali in modo che questi non possano più muoversi, o anche nel caso in cui occupino tutti i punti all’interno della fortezza. Se i soldati sono decimati a tal punto da non riuscire ad arrivare ad alcuna di queste due soluzioni, gli ufficiali vincono.

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REGOLE

Il modo più conosciuto di giocare al solitario è quello di riempire, con le palline o i piolini, tutti i posti della scacchiera, all’infuori di quello centrale. Un piolo può saltarne un altro, ma non in diagonale. Quello saltato è tolto dal gioco. Il gioco termina quando l’ultimo pezzo va a posizionarsi nel buco centrale. Per risolvere il problema occorre concentrazione e logica.

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REGOLE

Appoggiare il Diablo su un tavolo e passare lo spago, da sotto, nel punto più stretto tra i due coni. Il Diablo dovrà stare un po’ più vicino alla bacchetta destra. Alzare le bacchette dando un colpo secco sulla destra in modo da far girare il Diablo sullo spago. Mentre gira ,spostare le bacchette in modo da farlo andare da sinistra a destra e poi da destra a sinistra. Prendendo velocità il Diablo può iniziare a fischiare. A questo punto e’ possibile tentare qualche modifica, qualche variante d’abilità dei giocolieri cinesi: lanciare il Diablo per aria e riprenderlo sullo spago, o su una delle bacchette. Una specie di tennis può essere intrapreso fra due giocatori, in possesso ciascuno delle sue bacchette, unite tra loro da uno spago. Il punteggio si calcola come nel tennis ,oppure si stabilisce che e’ il migliore colui che riesce a vincere due partite su tre.

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REGOLE

Ogni giocatore arrotola, intorno alla mano il pezzo di spago del conker. Sono molti a ritenere il conker che sferra i colpi più resistente di quello che li riceve, ed è per questo che uno grida "primo", prima che l’altro abbia avuto il tempo di sferrare il colpo iniziale. Chi urla "primo" ha diritto a sferrare per primo il colpo. L’avversario deve porre il conker col braccio teso ad una ventina di centimetri da lui. Il suo conker deve rimanere immobile. Lo sfidante, posto ad una distanza convenuta, prende la mira e lancia contro il proprio conker. Se riesce a colpirlo, senza che nessuno dei due conker si spacchi, si capovolgono i ruoli. Se sbaglia il colpo può riprovare altre due volte. Quando il conker di un giocatore e’ incrinato o rotto, l’altro e’ dichiarato vincitore. Se, al momento in cui si lanciano i conker, gli spaghi si aggrovigliano, il primo giocatore che grida" cordoni" conquista un turno supplementare. Se il conker per caso cade, può essere calpestato dall’avversario se questo grida" Schiacciato" prima che il proprietario possa urlare "non schiacciato"

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REGOLE

Nel Vicino Oriente, le battaglie di uova hanno sempre inizio da una sfida generale. Importante e’ per questo gioco la distinzione fra testa, la punta dell’uovo e il tallone, cioè la parte arrotondata. Lo sfidante apre il gioco dicendo allo sfidato "Scommetto quello che vuoi che la mia testa romperà la tua" oppure "Che, con la mia testa, romperò il tuo tallone".

In genere lo sfidato risponde "Se il tuo uovo e’ davvero cosi’ duro come dici, vediamo se e’ vero che io mi romperò la testa e il tallone con il tuo tallone. Se lo sfidato risponderà con questo tono allora toccherà a lui iniziare la gara. In caso contrario, egli stringerà forte il suo uovo e dirà." Allora, avanti: provaci! Vediamo se sei capace di romperlo!"

Se l’altro azzarda un’obiezione, come ad esempio: " Non riesco a vedere niente" l’avversario dovrà lasciare scorgere il proprio uovo un po’ di più. Se, secondo lo sfidante, il gioco e’ onesto, egli colpirà il guscio con la testa del suo uovo. Ma se egli ritiene di non poterlo rompere, dirà " Io te ne mostrerò un po’ di più" e allora si scambiano le uova. Lo sfidante prende in mano l’uovo dell’avversario, mentre questi lo colpirà con l’uovo avverso che ha appena ricevuto. Quando la testa di un uovo si rompe o s’incrina, si gira l’uovo per vedere se il tallone e’ più fortunato. Ma una volta che testa e tallone sono incrinati si deve cambiare uovo. Se non se ne hanno piu’, e’ giunta l’ora della resa.

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REGOLE

I giochi che si possono fare con le biglie sono diversissimi. Fra questi, uno dei più diffusi e’ il Cerchio. Si disegnano per terra due cerchi concentrici. Il secondo con un diametro di più di due metri. Si posizionano due o tre biglie all’interno del cerchio più piccolo. Ogni giocatore dovrà cercare di colpirle lanciando una sua biglia dal cerchio più esterno e rimanendo con il corpo fuori da esso. Quando riesce a colpire una biglia all’interno del cerchio piccolo, quella diventa sua. Il turno finisce quando non si colpiscono biglie o le si e’ colpite tutte. In quest’ultimo caso il giocatore ha vinto, viceversa il turno passa all’avversario.

 

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REGOLE

Due giocatori si siedono l’uno dirimpetto all’altro, con un sassolino come tibi. La superficie del gioco consiste in due cerchi concentrici di cm.45 e 50 disegnati sulla sabbia. Ogni giocatore scava tre buchetti, a circa tre cm l’uno dall’altro, dalla sua parte e nella zona compresa tra i due cerchi. Il primo giocatore nasconde il tibi in un pugno di terra. Poi, partendo dalla sinistra, lascia colare la sabbia e riempie, a poco a poco, ognuno dei tre buchi. Il suo scopo e’ quello di sotterrare il tibi in uno di essi, senza che l’avversario possa vedere in quale buco e’ caduto. L’avversario può chiamare il tibi, come fanno i Dogon" Deny!Deny!" (Esci! Esci). Il compagno cerca di indovinare in quale buco si trovi il tibi. Se indovina tocca a lui nascondere il sasso, altrimenti il primo giocatore torna a nascondere il tibi e fa, perciò un altro buco a tre cm circa dal terzo già scavato. E si ricomincia tenendo presente che non si deve mai nascondere il tibi due volte nello stesso buco. Ad ogni sbaglio’ del compagno il giocatore fa un nuovo buco, finche’ arriva alla meta’ della zona compresa fra le due circonferenze, allora egli occupa i buchi dell’altro giocatore e vince la partita.

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REGOLE

Il gioco e’ previsto per due persone, ognuna corredata di dodici pedine, che possono essere sassi o rametti. Lo scopo del gioco e’ quello di arrivare a mangiare tutti i pezzi dell’avversario. Il giocatore che ha i sassi inizia, mettendo uno dei suoi "pezzi" in una buca. L’altro fa la stessa mossa con un bastoncino in una buca qualsiasi. Si gioca con una sola pedina per volta. Un giocatore non e’ tenuto a mettere in gioco tutti i suoi pezzi, prima di cominciare a spostare quelli che gia’ si trovano sul piano. Può conservare alcune pedine di riserva fino a quando il gioco non diventa più impegnato. Le pedine possono essere mosse soltanto in linea retta verso una cavità attigua, sempre che sia vuota. Un giocatore può catturare un pezzo dell’avversario scavalcandolo, e toglierlo dal gioco. In tal caso egli ha diritto di mangiarne un altro che può scegliere tra quelli nemici rimasti in gioco. Per quanto usualmente le partite di Yote’ durino poco tempo e la conclusione sia veloce e decisiva, può darsi che i giocatori concludono partita nulla, se ad entrambi sono rimasti in tavolo solo tre, o meno pedine.

 

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Se mai vi capitasse di visitare la Cina, se mai foste rapiti dal profumo proveniente dalle case, se mai doveste cedere agli inviti e alle lusinghe di chi vuole a tavola, ricordatevi, non riponete mai le bacchette incrociate. Sareste immediatamente considerati degli jettatori e cacciati. Non potreste così gustare con i commensali i 4-5 piatti di verdure o maiali o pollo che saranno serviti contemporaneamente. Non potreste neanche godervi una pasta particolare, molto simile ai nostri spaghetti (forse ne è l‘antenata) preparata dalle donne del Nord con il grano raccolto dai loro mariti. Vi conviene prima imparare ad usare le bacchette!

APPROFONDIMENTO PER GLI ADULTI

Le abitudini alimentari cinesi sono rimaste, nel tempo, sostanzialmente immutate. La dieta cinese e’ prevalentemente a base di cereali ai quali viene aggiunto l’apporto proteico della carne di maiale o di pollo. I cerali più diffusi variano secondo la regione e il clima ma sono principalmente il miglio al nord, il quale, man mano che si scende verso il sud, viene gradualmente sostituito dal riso. La cucina e’ molto raffinata e da noi e’ conosciuta soprattutto quella del sud, quella " cantonese ", poiché gli abitanti delle zone meridionali sono stati i primi ad emigrare.

Tuttavia, nonostante questa emigrazione, il costante incremento demografico, in un paese prevalentemente agricolo, ha spinto all’utilizzo di terre marginali aumentando, così, il rischio di piene ed alluvioni. La riforma agraria del 1979 ha cercato di porre fine alla situazione introducendo una circoscritta libertà di mercato. Da allora gli scambi si effettuano ai mercati che sono luogo di socializzazione d’incontro per nulla sottovalutato dalle autorità ufficiali le quali tendono a disciplinarli quanto più possibile.

 

RACCONTO

Una volta due fratelli videro un’anatra che volava alto nel cielo, e subito presero i loro archi per ucciderla. Mentre incoccava la freccia, il maggiore disse "Se la prendo la cuciniamo in tegame con soia e germogli di bambù ".

"Neanche per sogno "disse il fratello minore "Io la preferisco arrosto con una bella crosta croccante "."In tegame "ripete’ il fratello.

"Arrosto "insiste’ quello minore.

E siccome non riuscivano a mettersi d’accordo andarono da un anziano del villaggio che suggerì "Se fossi in voi cuocerei mezza anatra in tegame come piace al maggiore, e mezza anatra arrosto come piace al minore ".

Tutti contenti, i fratelli corsero di nuovo a prendere l’arco. Peccato che l’anatra fosse volata lontana.

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Se vi aggirate per il " Kuappatori " (il mercato finlandese) in cerca di frutta ... rischiate di rimanere delusi. La temperatura polare di questo paese nordico permette la crescita di ben pochi frutti. Tuttavia qualche cassetta di lamponi, frutti di bosco, mirtilli e fragole, se state attenti, forse riuscite a scovarla. Al contrario, nel girare fra i banchi, sarete letteralmente travolti dal profumo del pesce fresco. Vi consigliamo di comprare un salmone finlandese, una delle specialità fra le più apprezzate al mondo.

LINK DI APPROFONDIMENTO PER ADULTI

La Finlandia si estende su una superficie che è di poco maggiore rispetto a quella italiana. Pur tuttavia la popolazione residente supera appena i 5 milioni di individui. Tale caratteristica è soprattutto dovuta alla scarsa abitabilità del suolo, giacché temperature spesso sotto lo zero ed una scarsa " domabilità " del territorio rendono l’ambiente particolarmente ostile. In questo contesto naturale il paese nordico si è sempre contraddistinto per un’attenzione ai più deboli ed un efficiente stato sociale. La condizione del bambino è giuridicamente molto tutelata, per esempio, le spese per l’istruzione sono fra le più alte in Europa (circa l’8.4% del PIL) e, nonostante vi sia una percentuale di disoccupazione vicina al 15% il tasso di miseria è fra i più bassi d’Europa.

RACCONTO

Il sole si muove nel cielo, la mattina cavalca un orso, a mezzogiorno una renna maschio e la sera una renna femmina. Quando e’ molto stanco prende le sembianze di un uomo e va in una Veza a riposarsi. Un giorno arrivo’suo figlio Pejval’ke che gli chiese di trovargli una compagna perché voleva sposarsi. "E’ un bel problema "disse il sole "perché qualsiasi fanciulla che non sia della nostra natura vicino a te si brucerebbe". "Non voglio le fanciulle della terra "disse Pejval’ke "perché sono pesanti e non possono volare, hanno un odore che non sopporterei. Voglio una sposa che abbia un aspetto umano ma non lo sia, voglio che sia più, sottile di un raggio di luna, che il suo piede entri in questa scarpetta d’oro e, soprattutto, per essere sicuro che nessuno la rapisca, voglio che al tempo stesso esista e non esista, ci sia e non ci sia ".Il sole penso’ a lungo fino a che gli venne in mente che sul volto della Luna, quando appare splendente nel cielo, sembra proprio vi sia una figurina fatta d’ombra che appare e scompare. Allora l’attese fino a che non brillo nel cielo e le disse con molto garbo "Cara vicina, mi affermano che tu abbia una bella figlia e io ho un figlio in età di prendere moglie". "Ah amico mio "rispose la Luna "come posso darti la mia figliolina per nuora, lei c’è e’ e non c ’e ’,io la cullo fra le mie braccia e sono felice ma poi mi chiedo di cosa sono felice, lei c ’ e’? Oppure non c ’e’ ?"."Cara vicina ,noi Soli diamo la forza e la vita a tutto e con noi crescerà e diventerà grande "disse il Sole. "Ma si brucerà ,tu mi vuoi ingannare "disse la Luna. "Ingannare ? Ma come puoi pensare che io ti possa ingannare, ma non sai che alla luce del Sole tutto si vede ?"Iniziarono cosi’ un battibecco che li coinvolse sempre di più e allora tutti e due chiamarono le loro armate e le scagliarono contro l’avversario e ci furono giorni di lotte, uragani, mare e, tempeste ,Allora il grande vecchio si alzo’e fece sprofondare tutti nel buio. Il Sole l e la Luna ,a questo punto ,si resero conto di ciò che stava succedendo sulla terra e decisero di fare pace "Ti darò la mia figliolina se le lascerai la sua essenza lunare "disse la Luna "D’accordo" disse il Sole "sarà della tua essenza ma somiglierà’ a me". Il sole torno’cosi’ da Pevjal’ke e disse "Avrai la moglie che vuoi, ma ora corri a prendermi una renna che mi sono lasciato andare a qualche birichinata e ora devo rincorrere il giorno che avanza

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La società indiana e’ fortemente strutturata in caste ed in etnie e l’alimentazione dei bambini dipende dal tipo di casta e di etnia cui si e’ appartenenti. Per esempio il cibo che abbiamo analizzato prima , il Kabli Channa, e’ utilizzato dai bambini Tamil come condimento dei loro panini poiché essi sono squisitamente vegetariani. In India, infatti, la religione indù , alla quale aderisce la maggiorparte delle popolazione, ritiene non mangiabile la carne, poiché proveniente da animali sacri (mucca ,maiale, pollo).Ma anche fra le varie caste in cui e’ divisa la società ci sono differenze alimentari. Per esempio i bambini della casta dei Bramini non devono mangiare nulla che abbia avuto vita, non devono bere bevande alcoliche, non devono toccare cibo che sia stato preparato da persone d’altre caste. Per i bambini delle caste inferiori le regole sono un po’ più elastiche e soprattutto nei villaggi di campagna o montagna e’ permesso allevare polli per mangiarne la carne. L’unica regola che e’ scrupolosamente osservata da tutte le caste e’ quella di non ingerire carne bovina

LINK DI APPROFONDIMENTO PER ADULTI

L’alimentazione è molto variegata e non e’ facile sintetizzare i costumi di un paese che misura più di dieci volte l’Italia e che fra qualche anno sarà abitato da almeno un miliardo di persone. Tuttavia si può affermare che una caratteristica abbastanza comune sia una dieta sostanzialmente priva di carne e, peraltro, molto ricca di proteine provenienti da un elevato consumo di derivati del latte e di cereali (il più diffuso il riso, poi il miglio e il sorgo).Un’altra peculiarità e’ l’uso del Chapati, una sorta di frittata sottile e rotonda che viene comunemente usata come pane. Tuttavia l’alimentazione e’ strettamente correlata alle condizioni economiche e vi e’ molta differenza, anche qualitativa, fra i più ricchi e i più poveri. L’India sta, infatti, attraversando un difficile momento dal punto di vista economico poiché le sue esportazioni erano, fino a qualche anno fa, fortemente orientate verso il gigante sovietico.Adesso la Russia e’ in evidente difficoltà e fra l’India e i suoi potenti vicini, Pakistan e Cina, non intercorrono buoni rapporti ne’ politici ne’ commerciali.Nell’ultimo anno il partner commerciale più importante per il paese orientale è stata l’Unione Europea ma si e’ trattato soprattutto di esportazioni di prodotti manufatti a basso valore aggiunto sui destini dei quali e’ difficile strutturare una crescita economica solida e robusta.

RACCONTO

Nei tempi antichi il riso non si raccoglieva nei campi. Tutte le mattine, un chicco di riso compariva sul focolare del contadino e si infilava nella pentola che serviva per cuocere il riso. La moglie del contadino doveva cuocerlo senza neanche sollevare il coperchio perché questo gesto era considerato tabù. Nel pomeriggio la pentola era piena di riso pronto per essere consumato. Un mattino, la moglie usci’ per andare alla fattoria e raccomando’ ai bambini di non scoperchiare la pentola del riso durante la sua assenza. Dopo che la mamma era uscita, una delle bambine, spinta dalla curiosità, cercò di scoperchiare la pentola di nascosto dalle sorelle maggiori. Chinandosi per guardare dentro vide una bambina che spari’ immediatamente, non lasciandosi dietro che un chicco di riso. La sorella più grande, molto arrabbiata, rimprovero’ la piccola. Quando la mamma torno’ vedendo che non c’era riso nella pentola comprese che qualcuno l’aveva aperta. Rimprovero’ la figlia che, disubbidiente, aveva infranto il tabù. Ma non c’era più nulla da fare. Da quel giorno, tutti devono lavorare sodo per piantare il riso, raccoglierlo e immagazzinare i grani.

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Entrare in una chiesa gialla non è certo nostra abitudine .Eppure se vi recaste nei villaggi indigeni del Guatemala non potreste fare altrimenti. Il giallo è il colore del mais l’alimento sacro dei Maya. Non è un caso che per i bambini indigeni i giorni della semina e del raccolto siano festeggiati con celebrazioni le cui radici vanno ricercate secoli addietro. Il mais è anche un indicatore sociale .Un bambino diventa adulto, non per qualità anagrafiche, ma solo quando saprà coltivare questo cereale. Gli verrà concesso di sposarsi solo quando potrà regalare in dote alla sua futura consorte un campo di mais. Con questa graminacea si preparano anche alcune bevande come il pinolillo o l’Atole dal gusto molto gradevole alle quali può essere aggiunto un po’ di miele come edulcorante.

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Narra la leggenda che gli dei hanno creato l’uomo a partire da una pannocchia di mais. Tuttora ,quando mangiano la tortilla, gli indigeni Maya si sentono in comunicazione con la divinità creatrice. Per questo motivo ritengono il cereale il cibo più nutriente della terra. Tuttavia , come tutti i cereali, neanche il mais contiene molte proteine. Purtroppo gli indigeni difficilmente riescono ad integrare tale alimento con una dieta che possa loro fornire , per altre vie, il necessario apporto proteico. Infatti, secoli di sfruttamento, hanno impedito al popolo Maya di raggiungere sufficienti condizioni di sviluppo agroalimentare e la loro alimentazione si basa prevalentemente su quel poco che essi possono coltivare ,posto che, naturalmente, non lavorino come braccianti in qualche piantagione. In questo caso le condizioni sono ancora peggiori poiché i salari sono molto bassi e non consentono una alimentazione equilibrata. Inoltre , in Guatemala ,vi e’ una forte diseguaglianza fra le condizioni economiche del popolo indigeno e i ladinos , i figli degli immigrati europei, i quali sono senz’altro benestanti ,ma rappresentano soltanto una piccola porzione della popolazione guatemalteca. Sono pero’ questi ultimi che detengono tuttora le attività produttive e utilizzano gli indigeni come manodopera a basso costo. Tutto ciò genera una società duale in un paese ad alta conflittualità sociale e con poche possibilità di sviluppo democratico.

L’ORIGINE DEL MAIS BIANCO

Molti anni fa nacque nel villaggio di Pipiles, in una notte di luna piena ,la figlia del signore di Pipiles. Aveva bellissimi occhi neri che le illuminavano volto e un sorriso radioso. Cresceva molto bella e tutti i principi dei villaggi vicini la chiedevano in sposa ma il padre non si decideva.

Alla fanciulla piaceva passeggiare nel bosco ,ammirare le montagne, bagnarsi nel fiume quando il sole era alto nel cielo. Un giorno ,mentre si trovava in riva al fiume, sentì una voce che proveniva dalle montagne che diceva: "Fanciulla ,fiore amato dallo spirito del giorno, se mi vuoi conoscere segui le orme che troverai accanto alle rocce". La giovane ,incuriosita , seguì le orme fino a quando, stanca, si mise a sedere. Subito ,sentì di nuovo la voce che diceva: "Fanciulla, fiore amato dallo spirito del giorno, segui le orme fino a quando arriverai ad una grotta". Si mise in cammino e trovò , seduto, un giovane bellissimo con ,sulle spalle, una cappa tempestata di brillanti. Era il Signore di Murcialeger che le disse "Se rimarrai con me, avrai un figlio forte come una roccia e bello come questo bosco." La fanciulla rimase con il giovane. Dopo un pò di tempo nacque un bellissimo bambino dal sorriso radioso e dai denti candidi come quelli della mamma. Mentre questo avveniva nella foresta di Pipiles la gente soffriva la fame perchè un grosso animale aveva mangiato il cuore del mais che doveva servire per la semina. Quando la giovane apprese della disgrazia si recò dal padre, il quale, ritenendola responsabile dell’accaduto le ordinò :"Vai e trova semi di mais affinché il nostro popolo cessi di soffrire la fame". La figlia partì .Camminò diversi giorni finché una notte, stanca del tanto cammino, si fermò su una roccia e si addormentò nella foresta. Al suo risveglio si accorse di essere nella grotta del signor Murcielager, si mise a piangere e raccontò tutte le sue pene. L’uomo ascoltò poi le disse: "Non disperare ,domani torna al villaggio, dì agli uomini di preparare i campi e al momento della semina togli i tuoi denti e seminali". La fanciulla ,per amore del suo popolo, fece quello che le era stato detto e tutti si misero al lavoro. Il tempo passò e quando il mais cominciò a dare i suoi frutti ,con meraviglia si accorsero che i grani della pannocchia erano bianchi e brillanti come i denti di una donna. Il mais bianco era il regalo fatto dagli dei alla gente di Pipiles in ricordo della giovane che seminò i suoi denti per salvare il suo popolo.

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In Giappone temo che molti di noi farebbero la fame. Il cibo è sostanzialmente sobrio, di facile preparazione ,a base di salse e frutti di mare. La tradizione vegetariana e’ molto diffusa e rappresentata da molti piatti a base di yu-tofu, il formaggio di soia. Inoltre è molto gradito il consumo dell’alga wakame o del nori, un’altra verdura squisitamente orientale, che si usa come involucro per fare degli involtini. Una particolarità condivisa con la Cina e’ il largo consumo, che però non riguarda i bambini, del vino di riso.

A tavola gli usi vogliono che in tutte le case ,anche nelle più ricche, non vi siano sedie e si mangi ,quindi, seduti sul pavimento o appoggiati su dei cuscini. Sopra il tavolo, invece, si da molta importanza alla scelta dei contenitori : ciascuno deve essere in armonia col proprio cibo.

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In Giappone la figura del bambino e’ importante perlomeno quanto quella dell’anziano. Qui le filosofie confuciane, buddiste, shintoiste (una sorta di animismo naturalistico) conferiscono un grande ruolo di responsabilità all’anziano, diversamente che nella società occidentale.In Giappone l’anziano è colui che detiene la saggezza, poiché avendo vissuto cosi’ a lungo può consigliare e giudicare più ragionevolmente. E’ servito e rispettato sia all’interno del nucleo familiare che all’ esterno .Il bambino e’ anch’esso una figura cruciale poiché è nella sua difesa che trovano corpo i dettami buddisti e confuciani circa la difesa dei più deboli. L’educazione che viene impartita al bambino è il mezzo attraverso il quale concretizzare quest’attenzione. Il precetto più importante è la disciplina attraverso la quale il fanciullo impara a frenare la sua curiosità e ad assumere un atteggiamento maturo e consapevole. Non è ,infatti, raro incontrare dei ragazzi giapponesi che dimostrino molto di più degli anni anagrafici.

RACCONTO

LA TROVATA DEL BEVITORE DI SAKE’ (bevanda alcolica a base di riso)

La moglie di Takamatsu era disperata. Anche il medico le aveva detto di controllare suo marito, perché, se avesse ancora bevuto del saké, il suo futuro poteva essere non troppo roseo. Ella decise allora di controllarlo, di non farlo più’ uscire da solo di stargli sempre accanto. Così fece per alcune settimane fino a quando Takamatsu non la prese in disparte e le disse "Moglie, io ho molto apprezzato lo sforzo da te fatto in queste ultime settimane e mi hai convinto: non berrò più una goccia di sakè. Per farmi perdonare la mia negligenza nei tuoi confronti mi darò alla meditazione. Vai pure a fare le tue commissioni, io resterò avvolto in un lenzuolo a pregare il Buddha e non voglio essere disturbato fino a sera. Il domestico oggi verrà allontanato, voglio la solitudine nella mia meditazione". Sentite queste parole la moglie si commosse e decise di fare quanto le aveva suggerito il marito. Appena ella se ne andò, Takamatsu chiamò il domestico: "Manyemon" disse" io e la mia consorte abbiamo deciso che oggi tu mediterai avvolto da questo lenzuolo che ti renda non riconoscibile". Detto ciò Takamatsu sgattaiolò fuori casa. La moglie però non riusciva a capacitarsi di una tale repentina conversione e quando tornò a casa sollevò con un bastone il lenzuolo: "Manyemon" urlò colma di ira "farabutto. E così tu aiuti mio marito ad ingannarmi !"Gli diede una bastonata e lo cacciò. Si mise il lenzuolo per coprirsi e aspettò fino a sera. A sera tarda tornò Takamatsu, ubriaco fradicio e in vena di risate "Manyemon" sghignazzo’ "ho raccontato ai miei amici lo stratagemma che ho utilizzato per fregare quella scema di mia moglie. Ci siamo fatti delle grasse risate e bevute alle spalle di quella sciocca, Non saprà mai nulla povera donna". "No saprà tutto, sa già tutto" e così dicendo la moglie si tolse il lenzuolo e iniziò a bastonare il marito. Egli, conscio del misfatto, non reagì neppure.

 

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Siamo capitati in Ghana durante una festa. La cosa non è insolita. In questo caso l’occasione è fornita dalla circoncisione che si celebra, rigorosamente , l’ottavo giorno dopo la nascita del bambino. Nello stesso giorno gli viene anche imposto il nome. Nome che deve essere già stato portato in famiglia al quale se ne aggiunge un secondo dipendentemente dal giorno in cui si è nati.

Tradizione , questa, che caratterizza tutte le etnie ghaniane. Dagli Anan, che costituiscono il 40%, agli Ahanta. Dagli Ashanti ai Fanti. Altra cosa che accomuna le etnie è l’alimentazione base. Il cibo più diffuso è la zuppa di cereali, condita con un po’ di olio di palma è una squisitezza. Le banane sono un’altra specialità del posto. Cucinate in tutti i modi sono sempre appetibili.

LINK DI APPROFONDIMENTO PER ADULTI

Come gran parte dei paesi africani , anche la storia recente del Ghana pare , purtroppo, burrascosa. Nel 1957 è il primo paese africano a dichiarare l’indipendenza. Il suo presidente Kwama Nkruma rimane per anni un punto di riferimento nel panorama politico-culturale africano (e non solo). Tuttavia col passare degli anni anche la leadership di Nkruma diviene sempre più autoritaria sino al 1966 , quando attraverso un golpe , ad opera della gerarchia militare ,il presidente viene destituito. Da allora in Ghana si succedono dittature militari intervallate da colpi di stato. Dal punto di vista economico il paese è uno dei principali produttori di cacao il che, se da una parte può rappresentare un beneficio economico, dal’ altra segna una forte dipendenza dalle multinazionali occidentali nonché un vistoso limite allo sviluppo economico giacché le entrate del paese sono pesantemente condizionate dal corso del cacao.

RACCONTO

COME IL LEONE DIVENTO’ CARNIVORO

Un tempo il leone non mangiava carne, ma frutta, arbusti, foglie ed erba. Un giorno si ritirò nella sua tana dicendo che era stanco, stava male e voleva assaggiare un po’ di carne. Dopo una settimana di digiuno, chiamò ,con un tamburo, il coniglio ,suo aiutante ,per informarlo delle sue condizioni di salute e sulla sua decisione circa la carne. Ordinò, poiché egli era il re della foresta, che tutti gli animali ,insieme con le loro famiglie, venissero a fargli visita. Ma chi entrava nella tana coi figli usciva piangendo perché il leone aveva mangiato loro i figli. La tartaruga, all’oscuro di tutto, un giorno arrivo’ nelle vicinanze della tana e vide tutti piangere perché avevano perso i cuccioli. "Perché piangete" chiese allarmata. "Perché il leone sta molto male" rispose veloce il coniglio. Allora la tartaruga gli chiese quando sarebbe andato a visitare il leone ammalato. Il coniglio rispose che sarebbe andato dopo di lei. Mentre la tartaruga parlava con il coniglio arrivarono anche suo marito e i figli ;lei si era accorta che ogni famiglia che si recava in visita al sovrano usciva piangendo e senza cuccioli. Arrivata sulla soglia della tana comincio’ a starnutire. "Chi e’ che sta male? "chiese il leone. "Maestà "rispose la tartaruga, senza farsi riconoscere, "il tuo servo ,che ti è stato molto utile in passato, che si è rivelato molto intelligente e a cui puoi insegnare ancora tante cose".

"Vieni avanti !"lo invitò il re. "Con tutto il rispetto ,maestà ho il raffreddore, meglio che stia qui fuori: dimmi cosa vuoi ",ribattè la tartaruga. Il leone accortosi dell’equivoco "il mio servo è il coniglio ,digli di entrare". La tartaruga eseguì l’ordine ricevuto e il coniglio ,con moglie e figli entrò nella tana. Poco dopo ne uscì in lacrime e senza piccoli. Allora la tartaruga prese il tamburo ,salì sull’albero (per farsi sentire meglio e più lontano) e inviò il seguente messaggio a tutti gli animali della foresta: "Ascoltate! Il nostro re, il leone ,ha deciso che da oggi non mangerà più frutta .ma solo carne: chi volesse salvarsi deve scappare! "Il re si arrabbiò moltissimo perché non poteva più ingannare gli altri animali con la storia della finta malattia: quando uscì tutti fuggirono il più lontano possibile. E da quel giorno il leone ,non più vegetariano, è uno degli animali più temuti della foresta e della savana.

IN ALTERNATIVA,SE QUELLA DEL LEONE E’ TROPPO LUNGA

KWAKO ANANSE (centra pero’ poco col cibo)

Tanto tempo fa Kwako Ananse ,il ragno, pensava a come fare la raccolta dei pensieri più intelligenti del mondo: era convinto, infatti, che se li avesse raccolti e conservati tutti, lui sarebbe diventato ricco, sarebbe diventato l’essere più saggio della terra e persino i Re avrebbero chiesto consiglio a lui. Per fare questa raccolta lavorava con impegno da mattino presto a sera tardi. Arrivò il tempo in cui pensò che il lavoro era finito. Mise allora tutti i pensieri in una pentola. Poi pensò a come nasconderla. Ci pensò molto e alla fine decise di salire sull’albero più alto della foresta. Mentre saliva con la pentola appesa al collo, essa lo sbilanciava continuamente ed un cacciatore che passava di lì gli suggerì di mettersi la pentola sulla schiena. Il ragno pensò che quella era un idea saggia e volle scendere per scriverla. Ma quando tentò di scendere la pentola, che era di ceramica, cadde per terra e si spaccò in mille pezzi: la saggezza di nuovo si sparse per tutta la terra. Così ,se tu vuoi trovare un pensiero buono o un idea saggia per te, cercala bene per la strada e potrai trovarla!

 

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Non ti vedi da tanto con un tuo amico eritreo ? Quando vi incontrerete vi scambierete 9 baci. Non vi vedete da poco? Ve ne scambierete uno solo. E’ tradizione eritrea scambiarsi tanti baci quanto è il tempo che non ci si vede. Non è l ‘ unica usanza di un paese nel quale si mischiano tradizioni di nove popolazioni differenti con riti cristiani , animisti, islamici.

Inoltre, state attenti: non mangiate mai la carne di rana. Per gli eritrei la rana è il simbolo del male e ingerirla vorrebbe dire inglobare la malignità.

 

LINK DI APPROFONDIMENTO PER ADULTI

L’Eritrea e’ una nazione giovanissima la cui indipendenza e’ giunta nel 1991 dopo una lunga lotta durata oltre 30 anni. Il 24 maggio ,il giorno della proclamazione, è festeggiato oggi con grandi feste. Tuttavia tale risultato non ha calmato le tensioni che intercorrono fra i paesi del "Corno d’Africa". L’Etiopia accusa l’Eritrea di finanziare la guerriglia islamica ai confini col Sudan. L’Eritrea accusa l’Etiopia di ingerenza negli affari interni. La situazione è sfociata in un conflitto nella primavera 1998 cui non e’ ancora stata posta la parola fine. La situazione economica del paese non è chiaramente florida, pur tuttavia, lo stato insiste nello spendere il 34% del proprio bilancio in armi per la difesa.

Dal punto di vista storico e culturale il mondo arabo ha sempre avuto una forte influenza sulle tradizioni eritree. Ancora adesso in alcune delle molteplici popolazioni che abitano il paese la lingua parlata e’ l’arabo. Altre lingue sono il tigrè e il tigrigno nelle quali resistono "prestiti" lessicali della lingua italiana.

RACCONTO

IL CANE E L’ASINO

Un giorno un asino, che trasportava un pesante carico di focacce (himbascià) incontrò un cane al quale propose di proseguire il viaggio insieme. Dopo un lungo tratto di strada i due animali, stanchi ed affamati, decisero di concedersi un po’ di riposo. Per placare i morsi della fame l’asino si mise a brucare l’erba spinosa di un campo. Il cane, che non poteva mangiare quell’erba, chiese all’asino un pò di focaccia. L’asino aggiunse che non poteva dargliene neanche una piccola porzione ed aggiunse "Fai come me, io mangio ciò che trovo, anche tu devi arrangiarti e cercare qualcosa di commestibile adatto a te. "Dopo qualche tempo i due ripresero il viaggio, l’asino a pancia piena e il cane a stomaco vuoto. Verso sera videro che un animale stava scendendo la collina e veniva loro incontro. Ben presto si accorsero che si trattava di un lupo. L’asino si mise a tremare e chiese al cane perchè gli desse un aiuto. Il cane gli rispose dicendo" Amico, chi mangia da solo deve avere anche la forza di difendersi da solo" E quindi fuggi’ via lasciando l’asino, solo e atterrito, davanti al lupo che si avvicinava.

 

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L’alimentazione dei bambini statunitensi non e’ propriamente quella che si definirebbe salutare e leggera. Diversamente da noi, sono abituati sin da piccoli a mangiare una colazione abbondante e altri pasti più leggeri. Nulla a che vedere con il nostro pranzo !

Il pasto principale e’ quello serale, ma la sera il fisico non assorbe più le calorie che potrebbe smaltire nel pomeriggio. Non è un caso che gli Stati Uniti abbiano la più alta percentuale mondiale di bambini obesi nella fascia d’età compresa fra i 7 e i 14 anni. Inoltre l’alimentazione statunitense è molto condizionata dal consumismo , percui si preferiscono pasti veloci e ipercalorici, piuttosto che pranzi curati e nutrienti.

LINK DI APPROFONDIMENTO PER ADULTI

Siamo abituati a vedere nei film americani una società idilliaca ,nella quale il lavoro si trova immediatamente e tutti sono felici e contenti: la realtà è non poco diversa. La situazione economica vede una grossa disparità fra il ceto più povero e quello più ricco. In Usa il 5% della popolazione più ricca detiene il 56% delle risorse del paese. Una percentuale quasi "brasiliana". Inoltre il sistema assistenziale è pressoché inesistente, per precisa scelta economico-politica. In più la grande flessibilità cui devono essere abituati i lavoratori americani porta a condizioni di stress e ansia inimmaginabili. Tutto ciò genera una forte aggressività ,che negli Stati Uniti, per inteso, non è affatto stigmatizzata. Non è un caso che il tasso di criminalità sia, in questo paese, ben 10 volte più alto che non in Italia. Inoltre soltanto il 61% dei lavoratori può godere di un’assistenza sanitaria. Queste condizioni sembrano di fatto dividere la società in cittadini di serie A e cittadini di serie B.

 

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Siete in un villaggio vicino a Dakar . Vi state portando il cibo alla bocca con la mano sinistra ma con un movimento lento e perentorio la figura innanzi a voi vi ferma prima che possiate compiere l’irreparabile <Non usate mai la mano sinistra per mangiare, porta sventure >

Converrebbe conoscere bene le usanze di un luogo prime di visitarlo.

Bisognerebbe , per esempio, sapere che la tradizione in Senegal è mangiare da alcuni piatti unici dai quali si servono tutti.

E state attenti a quando vi sedete ! Da una parte ci sono gli uomini e i bambini , dall’altra le donne. Comunque , per non sbagliarsi, vi conviene far prima sedere il capo villaggio ed agire poi di conseguenza.

LINK DI APPROFONDIMENTO PER ADULTI

Il Senegal, come gran parte dei paesi dell’ovest africano, è in realtà una nazione composta da molte etnie. Fra queste la più numerosa è quella dei Wolof. Anche le religioni sono qui variamente rappresentate con una forte maggioranza musulmana e minoranze cristiane animiste. La lingua parlata è il francese ,ma questo e’ un rimasuglio dell’epoca coloniale che ,col tempo ,pare indebolirsi. Dal punto di vista economico il Senegal è un paese strettamente agricolo nel quale l’81% della popolazione attiva è occupata nella lavorazione dei campi. Ben l’89% di questa forza lavoro è però impegnata nella coltivazione dell’arachide. Anche questo si presenta come un rimasuglio coloniale che rende il paese strettamente dipendente dal corso del cereale per qualsiasi esito di tipo economico. Inoltre la monocoltura ha determinato un progressivo impoverimento del terreno contribuendo non poco all’avanzamento del deserto.

RACCONTO

SINIMORI

Tempo fa viveva in un villaggio del Senegal un bellissimo fanciullo che si chiamava Sinimori. Egli era allevato da una zia arcigna che lo detestava. Per più di una volta la zia cerco’ di ucciderlo ma Sinimori fu sempre salvato dal suo fedele cane che sapeva, ogni volta, rivelargli in anticipo i sotterfugi della cattiva parente .Quando la zia capì che il suo insuccesso dipendeva da quel cane lo prese a bastonate e lo uccise. A Sinimori non restò ,quindi, che fuggire. Mentre girovagava, il suo aspetto fu notato da un commesso del Re ,il quale dopo aver visto Sinimori, decise di nominarlo principe. Da allora tutte le genti si recavano nella città regale solo per poter conoscere il principe .Egli venne soprannominato il Principe Buono a causa della sua disponibilità e generosità. Quando il Re morì, egli fu eletto Re e soprannominato il Re Buono. Sinimori accoglieva ancora tutti con affetto. Un giorno venne a trovarlo una anziana signora. Lui capì subito che quella vecchierella malridotta era la sua odiata zia.Egli la accolse con generosità ,come con tutti i poveri, e la ricoprì di doni e di attenzioni. Quando la zia si rese conto che il Re era ,in realtà Sinimori, iniziò a piangere e a dire" Buuuuu. come sono stata cattiva con lui, ahhhhhuuu" e continuò con questo strano lamento .Si udiva solo "aaaooouuummbbbzzzzz" dalla bocca della vecchia fino a quando questo lamento non la trasformò in una mosca e da allora tutte le mosche del Senegal sono la zia di Sinimori.

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Il Cile e’ un paese che si estende per la bellezza di 4.265 km, vale a dire, grossomodo, 4 volte la lunghezza della nostra penisola. E’ , quindi, un paese il cui clima e’ molto variegato, così come diverse sono la flora e la fauna che compongono i vari paesaggi. Cambiano , necessariamente anche le risorse naturali e , di conseguenza, l’apparato produttivo. Una delle prime risorse economiche del paese e’ , infatti, lo sfruttamento delle miniere aurifere che si situano soprattutto nel Nord arido , desertico e montuoso. Nella zona centrale ,dove si trova la capitale Santiago, il clima , di tipo mediterraneo, consente lo sviluppo di colture agricole e di attività produttive .In particolare, sono concentrate in questa zona la coltura della squisita uva cilena e l’apparato manifatturiero, nonché gran parte della popolazione.Al sud il clima, via via più freddo,rende la vita, sia vegetale sia umana, sempre più difficile ed e’ , infatti, piuttosto insolito trovare attività produttive ivi localizzate.

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Come in molti paesi islamici, anche in Senegal esistono le scuole coraniche frequentate da bambini, anche di età prescolare, e da ragazzi di entrambe i sessi. Non si tratta di una vera e propria scuola strutturata, quanto di un luogo in cui si impara a recitare e ripetere a memoria il Corano che è scritto in arabo. Perciò i bambini senegalesi acquisiscono anche alcune conoscenze di questa lingua. Solitamente in ogni villaggio vi è un anziano che tiene la scuola coranica, talvolta assistito da un aiutante più giovane. Essi sono, di sovente, piuttosto rigidi, ragione per la quale i bambini non la frequentano volentieri. Tuttavia essa svolge una importante funzione di assistenza dei minori durante i giorni e i periodi di chiusura della scuola elementare e media.

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Alcune cifre possono aiutarci a visualizzare meglio la situazione:

- 45 milioni di minori e adolescenti vivono in condizioni subumane

- 25 milioni di minori e adolescenti vivono in situazioni ad alto rischio

- 10 milioni di minori e adolescenti sono obbligati a lavorare per guadagnarsi da vivere

- 7 milioni di minori sono portatori di handicap fisico o mentale.

Nel Nord-est del Brasile il 75 % dei bambini vive in famiglie dove il reddito mensile è di circa 50.000 lire al mese.

Il 12% dei bambini vive in famiglie senza padre.

In tutto il Brasile il 60% dei bambini piccoli con meno di un anno di età , vive in case dove non esiste l’ acqua , dove non esiste il gabinetto, dove non esiste la fognatura.

 

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Gli abiti degli antichi Maya erano tessuti in cotone o con fibre di agave, quelli cerimoniali in cotone o in seta. Poichè la società preispanica era fortemente gerarchica i vestiti riflettevano il potere della persona che indossava. Oggigiorno gli abiti hanno subito parecchi cambiamenti, ma non è diminuita l’ importanza dell’abito tradizionale nelle comunità indigene , dove rappresenta ancora una collocazione all’interno della propria comunità. Gli uomini portano generalmente una camisa , un pantalon , un sobrepantalon, una faja (cintura di tessuto che serve a reggere i pantaloni), il saco (giacca di tessuto spesso decorata e ricamata).

Le donne portano uno huipil (blusa di stoffa tessuta a mano o ricamata), la faja (cintura di tessuto), il tzut (stoffa di forma quadrata utilizzata in modi diversi, come copricapo, come scialle, per portare oggetti e bambini), il corte (gonna costituita da un pezzo unico di tessuto avvolto in vita e stretto con la faja), il perraje o rebozo (scialle rettangolare con frange laterali, usato in varie occasioni e principalmente come copricapo in certe zone del paese).

 

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Dopo l ‘ unificazione con la Germania Est nel 1991 la nuova Germania è divenuto il paese più popoloso dell’Europa con ben 81.600.000 abitanti. L ‘unificazione, tuttavia non ha portato con sè solo performance statistiche. Il tessuto sociale, culturale e industriale delle due Germanie era, e sembra essere tuttora, completamente diverso. Il sistema scolastico adottato è stato quello della RFT che è meno disciplinato di quello della DDR. Dal punto di vista industriale l’ ex- DDR aveva una struttura molto simile a quella della RFT , con uno sviluppato sistema metallurgico. Tuttavia le tecnologie della Germania Ovest erano ,sovente , più avanzate il che ha determinato all’inizio un forte scossone per la Germania socialista con un incremento immediato della disoccupazione che ha subito raggiunto vette ragguardevoli. Tutto ciò concorre a diffondere un malcontento sociale che, alla lunga, può essere destabilizzante per il paese.

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Le prime persone a raggiungere la Nuova Zelanda furono i Maori circa 1000 anni fa. Essi attraversarono in canoa il pacifico partendo dalla Polinesia. Nel 1642 un navigatore olandese , Abel Tasman, approdò’ in questa zona e le diede il nome che tuttora la caratterizza. Nel 1769 il capitano James Cook circumnavigò il paese e lo strappò all’ Olanda per consegnarlo alla Gran Bretagna. Nel 1840 la Gran Bretagna fondò il primo insediamento europeo. Ciò provocò una guerra con la popolazione indigena dei Maori che finì con la sottomissione di questi ultimi. Nel 1852 l’Inghilterra concesse alla Nuova Zelanda una relativa indipendenza con l’ elezione di un’ assemblea generale . Nel 1907 l’ indipendenza fu totale . Da allora i legami con l’ Inghilterra sono sempre rimasti molto stretti e, dopo la due guerre mondiali la Nuova Zelanda è diventata una delle maggiori fornitrici di beni di prima necessità per il paese anglosassone. Dopo l’ingresso di quest’ultima nell‘Unione Europea il paese oceanico è andato incontro ad una crisi economica che lo segna tuttora.

 

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In Sierra Leone è in corso dal 1992 una guerra per il controllo delle regioni diamantifere. Fonti dell’UNICEF affermano che i bambini dai 7 ai 13 anni coinvolti nel combattimento sono circa 5.000. Quelli dispersi nell’ultimo anno sembrano essere circa 4.000.

Ogni minore viene reclutato dopo un breve periodo di detenzione nel quale, attraverso costrizioni anche violente, gli si insegna a sparare.

La fuga ,o qualsiasi altra insubordinazione, sono punite ,se non con la morte , con violenze dimostrative davanti a tutti gli altri bimbi, in modo che a nessuno venga in mente di disobbedire . Si stenta a crederlo ma ben 1/3 dei "soldati-prigionieri" sono bimbe.

Esse sono utilizzate o come vere e proprie forze di combattimento oppure come cuoche o "divertissiment" negli ostelli. Anche alle ragazze non è concessa alcuna forma di insubordinazione pena la morte.

 

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La guerra civile imperversa in Liberia dal 1989.

Le fazioni in lotta sono ben quattro e la più agguerrita sembra essere quella di Charles Taylor. La posta in gioco è il traffico di diamanti e di havea (dalla quale poi si ricava la gomma).

In questo contesto Taylor ha fatto , e fa tuttora, persino uso di una sedicente "Small Boy Unit" che arruola minori dai 7 ai 14 anni.

I ragazzi vengono sistematicamente drogati al fine di risultare più aggressivi in un eventuale ,ed abbastanza probabile, combattimento. Non vengono pagati, vengono a mala pena nutriti e , soprattutto, la loro ubbidienza è assicurata dalle minacce e violenze alle quali sono sottoposti.

 

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Dopo anni di governo Hutu nel 1994 scoppiò in Ruanda una guerra nella quale sfociarono tutte le tensioni accumulate negli anni precedenti.

Il pretesto fu l’abbattimento dell’aereo sul quale viaggiavano il presidente ruandese e burundese. Per ripicca le milizie hutu fecero razzie e avviarono massacri nei villaggi tutsi. Le stime ufficiali parlano di 900.000 morti. La risposta dei tutsi non si fece attendere . Le loro milizie ,organizzate in una formazione di nome FPR, ebbero poi il sopravvento e , guidate dal generale Paul Kagame, sono adesso al potere. In questi feroci combattimenti, vista la facilità nel reperire le armi, vista l’estensione del campo di battaglia e vista l’intensità della guerra, si fece anche largo uso di bambini e bambine i quali, traumatizzati dai saccheggi nei loro villaggi , non vedevano altra possibilità che esprimere nella violenza del machete il loro odio feroce.

I soldati bambini morti o dispersi dovrebbero essere circa 15.000.

 

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In Uganda ,nel 1986, è salito al potere, per mezzo di un colpo di stato, il generale Yosewer Museveni.

Attualmente la nazione attraversa un periodo nel quale sembra emergere come potenza regionale. Tuttavia nel nord del paese continuano attività di guerriglia movimentate dall’Esercito di Resistenza del Signore. Tale "esercito" è diretto da Joseph Kony e , sostiene Kony, " fa del vangelo il suo scudo in battaglia". Purtroppo sembra che tale scudo sia in realtà poco considerato. La tattica di Kony consiste nel saccheggiare i paesi del nord e rapire quanti più minori possibili in modo da arruolarli, se maschi, schiavizzarli, se femmine .

Attualmente questo esercito conta 2.ooo militari dei quali circa l’80% ha un’età compresa tra i 7 e i 16 anni.

 

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In Sudan da anni si svolge una guerra a " bassa intensità " fra il governo islamico di Khartoum e una fazione sudista cristiana animista capeggiata da Jhon Garang.

Entrambe le parti non esitano a coinvolgere i bambini usandoli come veri e propri schiavi.

Essi sono letteralmente comprati al " mercato " e tenuti in catene a lavorare 10-12 ore al giorno.

Quando vi è carenza di soldati i più robusti vengono addestrati a combattere. La loro fedeltà è garantita dai burberi metodi con i quali sono addestrati e, soprattutto, dal fatto che non hanno altra possibilità di sopravvivenza.

 

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