La famiglia

brasileb1.wmf (4502 byte)BRASILE

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BIBLIOGRAFIA

POPOLI IN MOVIMENTO         EMI
CULTURE E IDENTITA’ IN GIOCO              EMI
STATO DEL MONDO 1997       IL SAGGIATORE
STATO DEL MONDO 1998            IL SAGGIATORE
A SCUOLA DI SVILUPPO 1 CISV
A SCUOLA DI SVILUPPO 2 CISV
SUSSIDI EDUCATIVI COSVE SU:  GHANA, EL SALVADOR, SENEGAL, ERITREA
CONDIZIONE DELL’ INFANZIA NEL MONDO 1997 UNICEF
CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO 1996 UNICEF
CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO 1995 UNICEF
CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO 1994 UNICEF
CONDIZIONE DELL’ INFANZIA NEL MONDO 1993 UNICEF
CONDIZIONE DELL’ INFANZIA NEL MONDO 1992 UNICEF
GUATEMALA                                                       CISV
FAVOLE DALL’ASIA 1                              EMI
FAVOLE DALL’ASIA 2                            EMI
FAVOLE DALL’ AFRICA 1               EMI
FAVOLE DALL’AFRICA 2 EMI
FAVOLE DALL’ AMERICA LATINA EMI
FAVOLE DAL DESERTO                    EMI

 

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BRASILE

Culturalmente il Brasile è un paese complesso poiché si fondono le influenze della tradizione indigena, del colonialismo portoghese, degli schiavi neri e, infine, degli immigrati europei di inizio secolo. Tuttavia, alcune caratteristiche comuni in tutta l’America Latina ,sono individuabili anche in Brasile. Per esempio, la caratteristica organizzazione familiare "ampliata" è visibile anche in questo paese. Tale visione comprende parenti vicini e lontani coi quali sia instaurato un ,seppure debole, legame di sangue. Tutti collaborano e partecipano alla vita familiare in maniera paritaria secondo l’autorità e la responsabilità di ciascuno. La linea di discendenza della parentela è di tipo patriarcale. Per quanto riguarda l’educazione dei bambini ,invece, è molto sgradito ai brasiliani vedere dei bambini disubbidienti e chiassosi, poiché alzare la voce è visto come una scortesia e col solo sguardo del padre o della madre ,il ragazzo deve capire che è meglio smettere.

TRADIZIONI INDIE

Non ci sono popoli o tribù che stanno così tanto a contatto con la natura e la conoscono così bene come gli Indios dell’Amazzonia. Essi riconoscono le erbe mediche, quelle velenose ,tutti gli animali della foresta amazzonica. Tuttavia nulla li incuriosisce di più degli uccelli. Gli Indios sono molto sensibili alla bellezza e, probabilmente, la bellezza dei colori sgargianti, il suono dei canti dei colibrì, rende questi animali unici per la popolazione indigena. Per questo, nelle loro cerimonie importanti o nelle feste religiose, sono soliti adornarsi con piume, poiché ritengono le piume un segno di distinzione. Molto importanti sono anche il sole e la luna i quali ,non differentemente da altre culture, sono identificati come dei.

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BURUNDI

La famiglia è il fulcro della società burundese. Essa è di tipo patriarcale ,fedele ai simboli e al patrimonio culturale che viene trasmesso oralmente. La concezione di famiglia è molto allargata e comprende anche coloro che vivono nel territorio vicino e sono parenti, anche non proprio prossimi ,del padre.

L’educazione del bambino è compito della madre, il padre interviene solo in situazioni difficili. Anche i fratelli più grandi si prendono cura dei più piccoli ,soprattutto quando la differenza d’età è più evidente. Comunque il bambino è ritenuto figlio di tutta la comunità ,percui tutti sono tenuti ad educarlo. Nelle famiglie benestanti si assume una domestica che lo accudisca e lo prepari a prendersi le sue responsabilità.

UN ‘ USANZA PARTICOLARE: E’ NATO UN BAMBINO

Quando una donna ha partorito, non può uscire dalla propria casa per cinque giorni se il neonato è un maschietto e per quattro se è una femminuccia. Può solo andare nel cortile della capanna, interno al recinto della casa, ma deve sempre portare con se un coltello o una falce: potrebbero esserci persone invidiose della sua fortuna pronte a farle del male. E' sempre per motivi di sicurezza che nei giorni dopo il parto si ciba solo di viveri che le vengono portati in casa o dalla madre: le persone gelose della maternità potrebbero avvelenarla.

Terminato il periodo di reclusione (che si chiama Kirii) la mamma può uscire di casa e mostrarsi a tutti. E’ l ‘occasione per una cerimonia( quella del gursohora, cioè del "far uscire") . Sono invitati parenti , amici, vicini, che si presentano con brocche di birra da bere festeggiando insieme.

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GUATEMALA

" Il bambino di una donna Maya è il bambino di tutta la comunità. Questa una frase tipo che ci si può sentire rispondere in Guatemala. Certo è ben differente dalla nostra cultura. Pensate che in una comunità indigena al momento del parto assistono tutti, proprio a voler significare questo forte legame che unisce le persone. Non solo, una donna incinta è aiutata e servita da tutto il villaggio giacché la sua gravidanza è considerata un dono degli dei.

COSMOGONIA MAYA

Per riuscire a capire il mondo Maya non si può’ non partire dal rapporto della popolazione con la divinità. La leggenda narra che i Maya discendono direttamente dagli Dei. Sono loro figli e ,in quanto tali, devono ai "genitori" un rispetto e una devozione infinita. Tuttavia, il rapporto e’ organico vale a dire, i Maya non potrebbero esistere senza le divinità ,ma neanche le divinità potrebbero esistere senza il popolo Maya. Questo perché ,mentre gli Dei assicurano un buon raccolto regolando il clima e le stagioni, l’uomo fornisce loro da mangiare attraverso i sacrifici all’altare. Tali immolazioni sono ,pero’ ,prodotti della natura con la quale il rapporto e’ strettissimo. Infatti ,essa e’ il mezzo attraverso il quale comunicare con gli Dei, essendone il loro sostentamento. Per tale motivo atteggiamenti di autosufficienza o di superbia sono sgraditi alla civiltà Maya ,al contrario sono considerate virtù l’umiltà e la generosità d’animo, soprattutto quando questa è rivolta verso i più deboli. Peraltro, questa categoria merita un posto particolare nella cosmogonia Maya, poiché è attraverso l’anziano, il saggio, che la tradizione, sacra per la gente, può essere tramandata e, inalterato nei secoli, può rimanere il rapporto con le divinità.

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INDONESIA

Nelle famiglie indonesiane valore supremo e’ la fedeltà. I figli devono avere verso i padri e le madri la stessa deferenza che si conviene ad un sultano. Dalla loro , ai genitori spetta il compito ,importantissimo, di impartire ai propri bambini un’educazione nella quale priorità assoluta abbiano le virtù morali .La felicità di una famiglia è poi valutata a seconda dell’intensità dell’affetto che lega genitori e figli, piuttosto che dal legame fra fratelli o fra coniugi. Il fatto che, fino a poco tempo fa , l’economia indonesiana fosse prettamente agricola si ripercuote nella struttura familiare dandole un assetto sostanzialmente patriarcale. Tuttavia, essendo una realtà variegata, esistono posti come l ‘isola di Minang Kabau, dove è la mamma ad aver più importanza all’interno delle mura domestiche.

ABITUDINI E VALORI

I costumi religiosi confuciani, buddisti, induisti, hanno radicalmente influenzato le tradizioni orientali. In particolare, una caratteristica che accomuna gran parte dei paesi asiatici è il disprezzo per la pigrizia. Anche in Indonesia, infatti, l’operosità è considerata pregevole, al contrario, l’ozio e la pigrizia sono reputate malattie sociali. Gli stessi concetti di fortuna e sfortuna sono, in realtà, riconducibili al più ampio concetto di pigrizia. Infatti ,solo chi e’ perseverante potrà godere di una vita felice, contrariamente chi si dimostra negligente non dovrà che vivere di stenti. Fortuna e sfortuna non esistono, è l’uomo che, con i suoi sforzi e le sue decisioni, crea le condizioni della sua felicità. Un’altra caratteristica che si incontra costantemente nei paesi dell’Asia orientale è la sacralità che viene conferita alla figura dell’ospite. La visita è considerata un dono e ,come tale, va accolta con le attenzioni con le quali si riceve un regalo. Chiunque non rispetti questa tradizione da luogo ad un comportamento disonorevole. Infine , vale la pena sottolineare l’importanza che tuttora riveste la parola. Ancora adesso, per molti contratti economici, non si necessita la firma, poiché’ essi diventano operativi con la sola stretta di mano.

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ITALIA

L’Italia è, fra i paesi europei, quello che maggiormente rispetta la tradizione.

Nella penisola, infatti, la vita familiare è ancora un nido nel quale rifugiarsi , per la maggior parte dei casi , fino all’età matura. Il matrimonio, invece, rappresenta ancora un desiderio di molti giovani e il tasso di divorzio è il più basso d’Europa. Questa "atipicità" rispetto agli altri paesi europei, va ascritta al forte ascendente che ha avuto e , per alcuni aspetti continua ad avere, la religione cattolica nel tessuto civile italiano.

Dal punto di vista culturale, poi, l’immigrazione degli anni ‘60 ha contribuito ad amalgamare la tradizione cattolicissima meridionale, con quella più libertaria del Nord.

Il mix che ne è uscito fa della famiglia italiana una realtà in continuo movimento nella quale si può notare la maggior intensità del rapporto genitori- figli rispetto ad altri paesi europei senza , peraltro, voler conferire giudizi positivi o negativi ad una simile constatazione.

IL TURISMO

Per la penisola il turismo rappresenta una della più grandi risorse economiche con un giro di affari che si aggira attorno ai duemila miliardi.

L’Italia è il secondo paese per numero di visitatori dopo la Francia. Il periodo più florido è ,chiaramente , l’estate, ma vi sono alcune città che godono di un turismo permanente, fortuna poco diffusa nel resto d’Europa. Il clima, generalmente mite, aiuta l’afflusso di visitatori che vengono a vedere il paese più ricco di cultura del mondo. Recenti studi affermano, infatti, che più della metà delle bellezze artistiche di tutto il mondo risiedono in Italia.

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MALI

Le famiglie in Mali sono spesso molto numerose. Fra i figli, è spesso il più grande che , giunto ad un’età matura(che può anche essere tredici anni) aiuta la madre a prendersi cura dei fratelli. La religione più diffusa in Mali è quella islamica, il che permette la poligamia, vale a dire , il matrimonio con più di una moglie. Non è , infatti , raro incontrare in Mali nuclei familiari composti da bimbi, marito e più di una moglie. A quest’ultime sono affidati i compiti domestici e il rifornimento dell’acqua. Al padre, invece, sono affidate la coltivazione dei campi e la pesca nel fiume Niger.

AGRICOLTURA

Per apprezzare la campagna maliana o, come viene chiamata, la "brousse", non c’è di meglio che viaggiare sulle strade di terra battuta, su un motorino scoppiettante o sul pianale di un vecchio "pick up". La prima cosa che un viaggiatore nota, specialmente se viaggia durante la stagione secca, è la polvere, migliaia di bruscoli di povere rossa che si solleva dal manto stradale e turbina ovunque, irritando gli occhi e impastando la gola. In breve ci si abitua e spesso si scopre intorno a sé un mondo molto diverso dalle immagini stereotipate dell’Africa selvaggia, rimasta come ai tempi della creazione: in realtà il paesaggio è scolpito, creato, popolato dalla mano dell’uomo e porta le tracce delle sue abilità e dei suoi errori.

Le attività agricole e di allevamento fervono in tutto il Mali, dal sud più ricco e umido, alle immense distese di riso coltivate nella zona del delta interno del Niger, fino al nord desertico, fino a dove l’agricoltura diventa impossibile. Ogni metro quadrato di territorio appartiene ad un villaggio, ha una sua storia, viene coltivato da una famiglia o sfruttato dagli animali di un pastore nomade.

Poche cose sono più complesse del sistema agricolo pastorale maliano, specialmente per un lettore italiano, abituato alla proprietà privata, a vedere trattori nei campi e animali nelle stalle. L’agricoltura maliana invece è più antica, più segreta, più affascinante; tanto per cominciare, la terra appartiene quasi sempre a tutto il villaggio e le famiglie ottengono, da parte del capovillaggio, solo una "concessione", un permesso di utilizzarla. L’acqua, invece, può essere di proprietà privata, ma non può essere negata a nessuno, né a uomini né ad animali.

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