"CORRIERE DELL'UMBRIA"

del 11 Settembre 2000

CORSO VANNUCCI UNA VOLTA ERA IL "SALOTTO". ORA E' DIVENTATO UN ANGIPORTO

 Chi ha letto (e chi, tra chi legge, non li ha letti?) i romanzi di Victor Hugo non può dimenticare quelle pagine pregnanti che descrivono la "Corte dei Miracoli", vale a dire quel singolare sito di Parigi che raccoglieva la gente più strana, derelitta e malfamata. Un'accozzaglia strampalata, che da un lato allontanava e dall'altro insinuava un fascino sottile un po' perverso, tant'è che, ogni qualvolta si capita in quella capitale, si è indotti a ricercarla; ma non la si trova più, ché appartiene ai secoli decorsi.

In compenso qui da noi - rapportato, ben s'intende, ai nuovi tempi e quindi al maggiore benessere ed al migliore sistema sociale e assistenziale - Corso Vannucci si avvia a farne una concreta imitazione.

Quello che, con frase sia pure un po' ampollosa, era definito il "salotto di Perugia" e che comunque era luogo di incontro per i cittadini più veraci, è ormai diventato un angiporto. V'approda e vi permane chiunque qui giunge da ogni continente e chi non sa far niente.

Così vi dormono, russando e col fiasco accanto, ubriachi distesi dinanzi al Palazzo Comunale e si è costretti ad ammirarli. Così vi si fermano nel mezzo psicolabili (l'aggettivo "matto", come è noto, è stato ormai abrogato) a scagliare invettive orripilanti verso ignoti e si è costretti ad ascoltarli.

Nigeriani marocchini, anche cinesi distendono lenzuola sul selciato per smerciare le loro cianfrusaglie e si è costretti a deviare. Fattucchieri e cartomanti, con i loro tavolini ti predicono il destino.

Di tanto in tanto un tale con il frac si siede su uno sgabello e spaccia rime. Giocolieri con le palle, i cerchi e pure il fuoco. Giovani presi dal sacro fuoco umanitario che rastrellano denaro. Chi sciancato e quindi in lite col destino invita all'ateismo e chi invece si batte il petto e invoca Padre Pio. Statici peruviani, non si capisce se in piedi o se accosciati. Seduti in terra perché stanchi gli africani, i mongoli invece accoccolati. Chi stende la mano e chi borseggia. Chi vende droga e chi barcolla.

Ad aggiungere tristezza la rassegnazione delle comitive in abito nero di massaie e di rurali, per lo più meridionali, costrette, tra un pranzo e una cena, ad ascoltare, da una guida, con la bandierina illustrazioni di cui sinceramente non importa loro proprio niente.

Per fortuna, a rialzare un po' l'ambiente, anche turisti, per lo più del nord, con le guide in mano.

E i perugini?

Solamente i residui anziani pensionati, sempre uguali, che continuano ostinatamente a darvisi appuntamento per i consueti quattro "passi" e le ultime vedove incallite che conservano l'abitudine di incontrarsi alla solita ora nel medesimo caffè. Ma, per l'inesorabile legge di natura, le loro file si vanno inevitabilmente assottigliando. E dopo?

Resterà pur sempre - per la posizione, l'ampiezza e i monumenti - forse il più bel corso d'Italia; ma alquanto stralunato

            D.M.

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