QUA E LA' non a caso |
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Il grande manierista iraniano (il cineasta Makhmalbaf) con perfette scansioni geometriche di sguardi accompagna giovane donna afgana, fuggita in Canada, nel suo ritorno in Afganistan per soccorrere la sorella che non vuole più vivere in un paese in cui corpi e identità sono spezzati.
Percorso iniziatico del giovane Frank, stagista di economia, dopo gli studi parigini, in un’ azienda della sua cittadina dove lavora anche il padre, prossimo alla pensione. Il cineasta francese scrive bene il primofìlm del suo dittico (A tempo pieno il secondo) sui nuovi effetti di un vecchio conflitto.
Altro grande cineasta che da tempo scrive, in forme dense e perfette, del vivere inquieto in una terra divisa, in cui la realtà si fu materica e spettrale. Retrocede nel 1973 e racconta un episodio della lunga e interminabile guerra israeliana con uno sguardo che tocca vertici cinematografìci.
La giovane figlia d 'arte, Samira, alla sua seconda prova (prima La mela, 1998) si sposta con la sua cinepresa di ardesia al confìne tra l’lran e I’ lraq dove inutilmente alcuni maestri tentano di scrivere vite che non sono che ombre che scivolano via in una terra di nessuno, polvere di deserti.
Un’attrice fidanzata con un fotografo di guerra; un adolescente che scappa dalla fattoria del padre; una mendicante rumena in clandestinità; un ragazzo di colore che insegna ai sordomuti: frammenti di storie incompiute, di vite che a volte si incrociano. Con uno stile intenso e necessario Haneke ci fa entrare in queste vite per poi strapparcene bruscamente, forse per ricordarci che non siamo solo spettatori.
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Un'altra globalizzazione |