FANTKAS

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Il Fantkas rappresenta la naturale evoluzione di un modello acrobatico da allenamento, lo Star, disegnato nel 1957 e che dal 63 in poi permise ai primi soci del gruppo Air Club di Gonnosfanadiga di farsi le ossa nel volo vincolato. Ovviamente i 10 anni trascorsi dal disegno del primo progenitore hanno portato diversi miglioramenti dovuti anche agli studi in ingegneria meccanica, a quel tempo ormai in via di conclusione. Il Fantkas può essere considerato, a buon diritto, un vero acrobatico e, insieme all'ultimo della serie, il Super Fantkas, è stato il primo modello che in Sardegna ha permesso di fare tutto il programma di acrobazia FAI. A questo proposito posso assicurare che la cosa non è per niente semplice quando, per la mancanza di contatti con il mondo esterno, l'unico riferimento è costituito dagli schemi del Regolamento Sportivo Nazionale. Dal 67 in poi si fece conoscere nei vari campi della Sardegna e il suo disegno fu messo a disposizione di tutti gli aeromodellisti sardi; ancora oggi è il nostro modello di base e molti sono tornati indietro dopo essere passati a modelli più grandi. Nel 1975 venne anche portato ad una gara del Campionato Italiano, a Novara, da Gianni Ortu, allora quindicenne, che si classificò non troppo distante dal centro classifica. Recentemente è stato notato dall'amico Pino Carbini in occasione di una sua "rimpatriata" in Sardegna e così il disegno è approdato anche in quel di Bassano del Grappa ed è stato portato alla vittoria nelle prime due prove del Campionato Cisalpino (cat. Esordienti) dal giovane Gabriel Laghi. Nella speranza di far cosa gradita a chi desidera avvicinarsi al volo vincolato, e all'acrobazia in particolare, cercherò di evidenziare alcuni aspetti fondamentali per la costruzione e la messa a punto del modello.

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Costruzione.

Il modello è stato disegnato tenendo conto anche del risparmio (dalle nostre parti gonnese è sinonimo di genovese) ed è necessario un minimo di attenzione per ricavare i vari pezzi dalle tavolette di balsa così come indicato nei particolari.

La costruzione della fusoliera non presenta particolari difficoltà. La cosa più importante è il perfetto parallelismo degli assi: motore, ala e piani di coda orizzontali e per facilitarne il controllo il dorso della fusoliera è rettilineo e parallelo agli stessi. Gli incollaggi vanno fatti con colla vinilica rapida, più elastica del collante cellulosico, il cui uso eventuale va comunque limitato al solo balsa, escludendo in ogni caso le grandi superfici, come ad es. le guance. In questa fase ricordatevi di adattare la distanza delle longherine a quella del motore e, prima di incollare le guance, di fissare le quattro viti per il motore (f3x20 mm) interponendo tra testa e longherina una rondella piana; bloccate quindi le stesse a coppie saldando in corrispondenza del taglio delle teste un pezzetto di filo d'acciaio da 1 mm (o un semplice spillo). Se utilizzate il silenziatore (o un gruppo motore - marmitta più pesante di 150 - 170 gr) è consigliabile accorciare il muso di circa 1 cm per evitare di avere un modello picchiato. In questa fase è anche consigliabile non montare ancora la capottina in balsa né la deriva in modo da avere una superficie piana per il successivo riscontro dell'allineamento di ala e piani di coda. Si può invece procedere all'esecuzione degli scassi per il carrello ed il pattino di coda; le legature vanno effettuate con filo di cotone o refe, abbastanza robusto, (possibilmente incollato con epossidica) o anche in rame.1985/1

Per l'ala sono necessarie due tavolette e mezza di balsa da 1,5 mm. Ricavate dalle parti più dure i due listelli da 1,5x25 mm per il bordo d'uscita e successivamente 14 rettangoli di circa 38x190 mm per la realizzazione "a pacchetto" delle centine. Costruite le due centine in compensato seguendo la sagoma completa in modo da poterle utilizzare, alle estremità del pacchetto, per la sagomatura delle centine; solo successivamente ribassatele di 1,5 mm, insieme ad una in balsa, per la parte centrale da ricoprire in balsa. Sulle centine in compensato ricordatevi anche di praticare l'incastro per il supporto della squadretta e sulle centine della semiala interna realizzate i fori per il passaggio dei cavi. Prima di iniziare il montaggio dell'ala controllate che i vari listelli siano abbastanza dritti (scartateli senza rimpianti se dovessero essere svergolati) e ricordatevi che l'ala è la parte più importante del modello e deve essere priva di svergolature. Proteggete quindi il disegno con un foglio di cellophane e bloccate con gli spilli il listello di tiglio 5x5 mm in corrispondenza della posizione indicata nell'ala. Incollatevi le centine (ricordatevi di inserire il supporto della squadretta sul quale avrete già fissato una vite f 3x15 mm) e fate in modo che i bordi d'entrata e d'uscita risultino perfettamente allineati aiutandovi con un riscontro di appoggio nella parte posteriore; aggiungete successivamente gli altri listelli controllando sempre gli allineamenti. Fissate quindi la squadretta con i vari rinvii. Per migliorarne lo scorrimento e limitarne il gioco inserite tra perno (vite da 3 mm) e squadretta una boccola in tubetto di ottone (f 3x4 alta circa 1,7 mm) da bloccare tra due rondelle piane, controllate che non esistano ostacoli al suo movimento e procedete alla ricopertura della parte centrale dell'ala. A questo punto si potrebbe anche montare l'ala nella fusoliera riservandosi di aggiungere terminali e flaps in un secondo momento. Alcuni preferiscono invece completare l'ala e in tal caso si dovrà ampliare lo scasso in fusoliera per il passaggio del flap, scasso che comunque andrà chiuso con i raccordi alari. In ogni caso quando si monta l'ala è indispensabile controllare accuratamente sia la perpendicolarità con la fusoliera sia, soprattutto, il suo allineamento con l'asse motore; appoggiate il dorso della fusoliera su un piano e misurate, in più punti, la distanza dal piano sia lungo il bordo d'entrata che lungo quello di uscita. Ripetete lo stesso procedimento per i piani di coda orizzontali. Fatto questo si può montare sia la capottina in balsa che la deriva. Prima del montaggio dei flaps eliminate eventuali fessure presenti lungo la linea di giunzione del bordo d'uscita (un buon sistema è quello di ricoprire tutto il bordo d'uscita con modelspan leggera).

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Passate quindi alla sistemazione dei comandi; in entrambi i sistemi proposti è possibile la regolazione relativa tra flaps ed elevatore ma occorre una discreta attenzione per fare in modo che allo zero della squadretta corrisponda lo zero della parte mobile comandata direttamente (i flaps nella prima soluzione o l'elevatore nella seconda). Carteggiate accuratamente tutto il modello con carta vetrata fine ed, eventualmente, con carta abrasiva e passate alle operazioni di rifinitura.

Prima della ricopertura controllate che l'ala non presenti svergolature. Guardando l'ala frontalmente e posteriormente il bordo d'attacco e, rispettivamente, quello d'uscita dovrebbero essere centrati rispetto all'ingombro dell'ala stessa. Piccole svergolature possono essere corrette facilmente con una legatura geodetica (con filo di refe o di cotone) effettuata tra i listelli centrali e il bordo, d'entrata o d'uscita, interessato. L'ala va ricoperta con carta modelspan pesante incollandola, con colla vinilica diluita, solo ai bordi e possibilmente senza pieghe (è un lavoro da fare in due); in questa fase lasciate fuori i terminali che vanno ricoperti successivamente. Quando tutta l'ala è ricoperta bagnatela con acqua, usando uno straccetto o uno spruzzatore, e lasciatela asciugare. Se siete stati bravi (o fortunati) l'ala dovrebbe essere ben tesa e priva di svergolature. In caso contrario non preoccupatevi eccessivamente: le piccole pieghe dovrebbero sparire durante la fase di impermeabilizzazione, da effettuarsi con alcune mani di collante diluito (con normale diluente nitro), ed eventuali svergolature possono essere corrette tenendo l'ala sotto pesi durante l'asciugatura. Anche la fusoliera può essere ricoperta in carta (leggera) e quindi impermeabilizzata col collante diluito carteggiandola leggermente con carta abrasiva tra una mano e l'altra. La vernice colorata non è indispensabile ma ha un certo fascino e copre anche qualche magagna; non abbondate. Se usate un motore glow date una buona mano finale di antimiscela, soprattutto nei vani motore e serbatoio, lungo i punti critici di incollaggio dell'ala e dei piani di coda e lungo le cerniere dei flaps e dell'elevatore.

Il serbatoio può essere incollato alla fusoliera, chiudendo tutti i possibili punti di ristagno oppure può essere fissato elasticamente tramite dei comunissimi elastici tenuti da un supporto in filo d'acciaio fissato tra fusoliera e guancia interna; in questo caso è anche possibile interporre tra fusoliera e serbatoio uno strato di gomma spugna per eliminare eventuali vibrazioni. Il serbatoio normalmente utilizzato da noi è a livello costante e il tubo di sfiato va pertanto tenuto chiuso durante il volo.

Il motore utilizzato nei tempi andati era il mai dimenticato G 20/15, in particolare il diesel con elica 8x6 oppure il glow con la 8x4. Attualmente siamo alla ricerca di un valido sostituto, di buone prestazioni e dal costo "umano"; una certa attenzione la stiamo dedicando al CS 2,5 junior BB fornitoci da Adriano Molteni. Dovrebbero, comunque, andar bene anche i vari 2,5 cc oggi disponibili (di solito in versione RC e quindi da adattare) come l'OS 15 FP, usato da Laghi, o i diversi russi ed orientali in genere.

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Messa a punto.

Spesso è solo un "optional" e si risolve, in particolare per i "solitari", con una controllatina al centraggio e poi: quel che arriva arriva. In effetti difficilmente il modello nasce perfetto, qualche "difettuccio" di qua o di la è sempre presente per cui è sempre indispensabile una più o meno laboriosa messa a punto per tirar fuori da ogni "creatura" tutte le potenzialità di cui può essere capace. Alcuni piccoli interventi sono essenziali per fare in modo che anche un "brocco" possa, almeno in parte, essere recuperato. I guai maggiori sono legati alle svergolature alari che, nonostante le attenzioni, spesso rimangono, anche se non troppo visibili; una differenza di comportamento tra il volo diritto e quello rovescio le mette drasticamente in evidenza. La svergolatura positiva della semiala interna (e/o negativa di quella esterna) fa vedere al pilota il ventre del modello, sia in volo diritto che in rovescio, mentre in caso di svergolature contrarie risulta visibile il dorso. Se, invece, passando dal volo diritto a quello rovescio rimane sempre bassa (oppure alta) la semiala interna è solo questione di peso di estremità troppo basso (o rispettivamente troppo alto) e quindi da correggere. In caso di svergolature si può intervenire disallineando (in modo contrario alle svergolature stesse) i flaps, forzando in corrispondenza del filo d'acciaio da 1,5 mm che li unisce; in questo caso potrebbe essere necessario anche un piccolo ritocco all'allineamento flaps - elevatore. Se avete curato sufficientemente la costruzione del muso non ci dovrebbero essere problemi di vibrazioni, in caso contrario controllate l'equilibratura dell'elica. Per quanto riguarda l'alimentazione del motore questo tipo di serbatoio non ha mai dato problemi. Controllate che il regime del motore non vari tra il volo diritto e quello rovescio, effettuati alla stessa quota, in caso contrario e con la massima delicatezza forzate leggermente il tubetto di alimentazione in modo da traslare verso l'alto (se smagra in rovescio) o verso il basso (nel caso opposto) il punto di pescaggio.

E veniamo al centraggio. Il modello risponde bene anche con un posizione più avanzata del baricentro ma è consigliabile mantenere quella indicata, o anche leggermente più arretrata una volta raggiunta una certa sicurezza. Personalmente ritengo che la posizione ideale per il C.G. sia quella corrispondente alla massima sensibilità che però rende il modello molto difficile da pilotare. Per rimettere le cose a posto (a meno che non siate dei "draghi") è indispensabile utilizzare una manopola che permetta di avvicinare i cavi e, in questo modo, oltre alle figure più strette riuscirete a fare anche il volo orizzontale sia diritto che rovescio.

L'escursione indicata per i comandi è la massima, da non superare assolutamente (può servire solo a mandare in stallo il modello), ma almeno inizialmente è preferibile non superare i +/- 30°. In queste condizioni il modello è tranquillamente in grado di fare tutte le figure tonde e anche il looping in decollo. Personalmente non l'ho mai fatto ma ho visto farlo da diversi allievi; una volta ne ho visto addirittura due consecutivi (ovviamente non voluti) e la cosa può creare qualche piccolo problema all'aiutante un po' lento. Per regolare l'escursione dei comandi si può agire sulle rondelle di fine corsa saldate o incollate con epossidica ai cavi di comando.

Per quanto riguarda i cavi potete usare un f 0,3-0,35 mm e lunghezza compresa tra 16 e 17 m, a seconda della velocità del modello; se il tiraggio non dovesse soddisfarvi potete disassare leggermente il motore. Ricordatevi sempre di controllare i comandi prima di ogni lancio, regolate il motore leggermente grasso e cercate di riportare il modello a terra sano e salvo. In caso di rotture imparate a rimetterlo a posto e vedrete che i risultati arriveranno.

Dounload disegni:

Il disegno è in due tavole (formato DWG zippato) dim. 1050*297 mm stampabili con una qualsiasi stampante inkjet in formato A3 allungato; per lo spessore delle penne fare riferimento ai nomi dei layers.

*Preview Tavola1/Tavola2

*Tavola1

*Tavola2

A questo punto non resta che augurarvi buoni voli con la speranza che in futuro qualcuno di voi, anche grazie al Fantkas, possa dare qualche piccolo fastidio a Compostella & C. Resto a disposizione (tempo permettendo) di quanti avessero bisogno di ulteriori informazioni.

Salvatore Cabitza

Via Porru Bonelli, 216 - 09035 - Gonnosfanadiga (CA)

cabitza@dn425.unica.it

Didascalie foto

Fantkas68/1 - Elvio Incani col Fantkas e Tore Cabitza con lo Star, tanti capelli fa (67 - 68).

Fantkas68/2 - Alcuni soci (A. Melis, A. Mallica, G.P. Melis, G. Piras e F. Tuveri) dell'Air Club di Gonnosfanadiga con Fantkas più o meno modificati (67 - 68).

Fantkas85/1 - Aeromodellisti di Serramanna (G.F. Batzella e A. Incani) col Fantkas alla pista di Gonnosfanadiga (anno 85).

Fantkas98/1-2-3 - Il Fantkas costruito nel 98 da Gianni Ortu. Da notare la ricopertura in mylar, le cerniere dei flaps e dell'elevatore realizzate con la doppia striscia di nastro adesivo e il montaggio elastico del serbatoio.