Riportiamo un breve passo tratto dal romanzo "Pursauenghi poi bang" (pag. 9):

(…) Nel dicembre del '97 io avevo appena terminato il servizio militare. Per me quello non era un periodo qualsiasi. Tornare a dormire in un letto, parlare ad alta voce, obbedire più a sé stessi che agli altri… Era un ritorno al passato, certo, lì per lì comunque un bel cambiamento, una profonda modifica. E queste modifiche, nelle abitudini e nei gesti, negli orari, mi infondevano una nuova e splendida forza. Ringiovanendo la persona la facevano sentire più tranquilla e ingegnosa, forse anche più convinta del proprio valore.
M'avevano sempre detto che c'è un tempo, una fase, in cui ciascuno di noi si accorge che sta per succedere qualcosa. Un so che di maestoso, radicale… qualcosa che modificherà a fondo il tuo cammino. Per anni avevo fantasticato sulla possibilità del verificarsi di una possibilità del genere. Avevo interpretato i segni, messo insieme le coincidenze. Qualche volta m'era persino sembrato di essere proprio lì, a un passo, vicino. Ma poi era rimasto tutto uguale.
Ecco, appena finita la leva, io sentivo e mi comportavo come se stesse per succedere qualcosa. Non lo so, ero in quello stato. (…)
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