Cebete - Lezioni di Filosofia

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K. Marx

Karl Marx

Sommario

1. La vita

2. Opere

3. Caratteri del marxismo

4. La critica del misticismo logico

5. La critica della civiltà moderna e del liberismo

6. L'alienazione

7. Il distacco da Feuerbach

8. Il materialismo storico

9. Il Manifesto del partito comunista

10. Il Capitale

11. La rivoluzione e la dittatura del proletariato

12. Le fasi della futura società comunista

Karl Marx

(1818 - 1883)

1. Vita

Nato nel 1818 a Treviri, ebreo, studia giurisprudenza ma si laurea in filosofia (Bonn, Berlino, Jena) con Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro. Caporedattore della Gazzetta renana nel 1844 esce l'unico numero degli Annali franco-tedeschi dove c'è La questione ebraica e la Critica della filosofia del diritto di Hegel. In seguito pubblica moltissimo, scrive sui giornali, lavora al British Museum, studia economia. Muore nel 1883.

2. Opere

Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro (1841)

Gazzetta renana (1842-43)

Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico (1843, edito nel 1927)

Sulla questione ebraica (1843, in Annali franco tedeschi

Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione (1843, in Annali franco tedeschi

Annali franco tedeschi (1844)

Manoscritti economico-filosofici (1844)

La Sacra famiglia (1845)

Tesi su Feuerbach (1845)

Ideologia tedesca (1845-6 con Engels, edito nel 1932)

Miseria della filosofia (1847)

La lega dei comunisti (1847)

Manifesto del partito comunista (1848)

La nuova gazzetta renana (1848)

Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica (1857)

Teorie sul plusvalore (1862-63, edito nel 1905)

Capitale (vol. 1) (1867)

Critica del programma di Gotha (1875)

Capitale (vol. 2) (post. 1885)

Capitale (vol. 3) (post. 1894)

U.D. 3

Unità didattica n. 3
Cfr. ...

Caratteri del marxismo Torna all'inizio

Non è solo filosofia, è analisi globale della società e della storia. È un'energia totalistica. In più, come tutti i post-aristotelici, anche i post-hegeliani vogliono riportare nella realtà il sistema. Il programma prometeo: prassi.

Per questo gli piace Epicuro, che libera l'uomo dalla schiavitù. Si rifà ai tedeschi, a Smith e Ricardo, Saint Simon e Owen criticandoli e... superandoli.

U.D. 4

Unità didattica n. 4
Cfr. ...

La critica del misticismo logico Torna all'inizio

Continuità o rottura? Certamente influsso. Sfondo hegeliano. Marx critica il metodo filosofico di Hegel: lo stratagemma di considerare il di fatto (de jure) un di diritto (de facto) e il capovolgere ogni proposizione. Così facendo Hegel, dopo essersi costruito il concetto astratto di Spirito partendo dalla realtà, finisce per fare della realtà la manifestazione dello Spirito. Questa è mistica a cui Marx oppone il metodo trasformativo di ri-capovolgere ciò che Hegel ha inopinatamente capovolto. Politicamente Hegel passa da una giustificazione speculativa del di fatto ad una politica.

Ha anche qualche pregio però: la dialettica. La realtà è una totalità storico processuale, costituita di elementi concatenati fra loro e mossa dalle opposizioni: la lotta.

U.D. 5

Unità didattica n. 5
Cfr. ...

La critica della civiltà moderna e del liberismo Torna all'inizio

Nello stato greco, la Polis, vi era unità sostanziale tra uomo e cittadino. La modernità è scissione di questi due in terra (civile) e cielo (stato). E in più a dominare non è il cielo, ma la terra che abbassa lo stato agli interessi della classe dominante. Siamo nell'era dell'egoismo e dell'individualismo, sancito dalla proprietà privata e dalla libertà individuale. Con la Rivoluzione Francese abbiamo avuto uguaglianza formale e disuguaglianza sostanziale (successo della borghesia)

L'unico modo per ottenere l'uguaglianza reale è minare la base del sistema borghese liberale individuale ed egoista: la proprietà privata. Non tanto la proprietà privata del singolo operaio, quanto la proprietà privata dei mezzi di produzione che autorizza il capitalista a sfruttare il proletario senza che questi possa possedere il frutto del suo lavoro.

U.D. 6

Unità didattica n. 6
Cfr. ...

L'alienazione Torna all'inizio

Nei Manoscritti del '44 Marx delinea chiaramente la sua posizione economica: critica il capitalismo che pretende di essere il modo naturale. E lo studia vedendolo fondamentalmente come conflitto tra capitale e salariato = Alienazione.

Il lavoratore è alienato rispetto:
- al prodotto che non possiede,
- al lavoro che è forzato,
- alla sua essenza che sarebbe la libertà,
- agli altri con cui si trova in perenne conflitto.

Come accennato, la causa dell'alienazione sta nella proprietà privata dei mezzi di produzione, in virtù della quale il capitalista può sfruttare la forza lavoro del salariato.

La storia, quindi, risulta come un continuo alternarsi di alienazione e dislocazione di cui il comunismo è visto come la soluzione finale.

Qui Hegel è molto presente (conflitto, negativo, progresso...) ma altrettanto assente (Spirito, speculativo, ideale). Hegel, del resto, ha chiesto la storia ideale, Marx quella vera!

U.D. 7

Unità didattica n. 7
Cfr. ...

Il distacco da Feuerbach Torna all'inizio

Feuerbach ha evidenziato la concretezza e la centralità dell'uomo, e ha effettuato il rovesciamento materialistico lodato da Marx. Ma si è pensato al piano naturalistico - speculativo: non ha compreso che l'uomo più che maturo è società e quindi storia, non ha compreso perciò che la vera radice della religione che è lo specchio dell'essenza dell'uomo sta nell'alienazione che fa porre fuori di lui il suo io, non ha compreso che per salvare l'uomo non si deve filosofare ma agire, prassi...

«I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi, si tratta però di trasformarlo» [XI tesi].

U.D. 8

Unità didattica n. 8
Cfr. ...

Il materialismo storico Torna all'inizio

Nell'Ideologia tedesca... (scritto nel 45-6 e pubblicato 1932) Marx passa dall'umanesimo di Feuerbach al materialismo storico: è il tentativo di cogliere il movimento reale della storia, al di là delle rappresentazioni ideologiche. Vi è infatti una basilare contrapposizione tra scienza reale e positiva e ideologia (questa è una rappresentazione della realtà, non obbiettiva, ma distorta, praticamente mistificante, ossia Hegel).

L'umanità è una specie evoluta, composta da individui associati che lottano per la propria sopravvivenza. Di conseguenza la storia non è un evento spirituale, ma un processo materiale fondato sulla dialettica bisogno - soddisfazione («vivere è mangiare»).

L'uomo è diverso dall'animale in quanto produce i propri mezzi di sussistenza, non si limita a trovarli. Alla base della storia c'è il lavoro.

La struttura della società è formata dalle forze produttive (uomini, mezzi, modi di lavoro) e dai rapporti di produzione (le relazioni di possesso o meno dei mezzi di produzione che si instaurano tra gli uomini e che sono sanciti giuridicamente dai rapporti di proprietà).

È questa che determina la società.

Tutto il resto è überbau, sovrastruttura, costruito sopra (giuridica, politica, culturale, intellettuale, religiosa...).

Non sono le leggi a determinare l'economia della società (idealismo storico) ma è l'economia a determinare le leggi (materialismo storico) così come è la vita che determina la coscienza!

Le forze motrici della storia sono socio economiche, il resto è sovrastruttura che dipende ed è determinata e condizionata dalla struttura.

Ma l'analisi non è solo statica, i rapporti e le forze determinano anche la dinamica: le forze (col progresso) mutano rapidamente e sono rappresentate dalle nuove classi in ascesa; i rapporti invece sono più lenti a evolversi e sono rappresentati dalla classe dominante al tramonto: inevitabile conflitto finisce col prevalere della nuova classe: ad es. la borghesia e aristocrazia nel 700.

Storicamente abbiamo la comunità primitiva (comunismo originario), le società classiste preborghesi (stratificazione feudale della società), il capitalismo e il socialismo. Dal comunismo al comunismo passando per il classismo! È dialettica storica. È una dialettica non dello spirito ma economica, empirica.

Di qui critica quelli della sinistra hegeliana: troppo idealisti, considerano il negativo come un'idea, che le idee sono universali, mistificanti.

Basta con i belati filosofici dei giovani hegeliani. Smascheriamo le ideologie.

U.D. 9

Unità didattica n. 9
Cfr. ...

 

Il manifesto del partito comunista Torna all'inizio

Il Manifesto del 1848 vuole evidenziare gli scopi e i metodi dell'azione rivoluzionaria.

Prima analizza la storia della borghesia: che ha portato la dinamica dialettica nella storia contro l'economia statica anteriore, ha portato il cosmopolitismo ma ne è stata travolta e ora tocca alla "lotta di classe" che è il vero soggetto della storia, la classe è la rottura dei rapporti, cosciente di sé e positivamente rivoluzionaria.

Risultano pertanto ridicoli:
- il socialismo reazionario (dei feudali, piccolo borghesi... Baueriano)
- il socialismo conservatore borghese (che vuole la proprietà senza furto, la borghesia senza proletariato... Proudhon)
- il comunismo utopico (che fa appello a tutti per un accordo pacifico, senza sapere che la pace non può essere nella storia... S.Simon, Fourier, Owen).

U.D. 10

Unità didattica n. 10
Cfr. ...

 

Il Capitale Torna all'inizio

È l'opera in cui Marx spiega i meccanismi strutturali della società borghese, la legge economica del movimento della società moderna. È quindi critica dell'economia politica con metodo storico dialettico (non ci sono leggi universali, ma il tutto economico è un tutto organico strettamente connesso).

I Grundisse (Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica), quaderni di preparazione, ci illustrano come Marx critichi gli storici economisti che parlano di una meta-storica produzione in generale.

L'argomentare non è rigoroso, può sembrare profetico (di qui l'appellativo di un «testo di profezie sbagliate») ma non lo è, egli studia le tendenze generate dal capitalismo.

Il capitalismo è la produzione generalizzata di merci.

La merce ha un valore d'uso connaturata ai bisogni, e un valore di scambio. Il valore è la quantità di lavoro socialmente necessaria per produrla...

Il valore non è il prezzo.

Caratteristica del capitalismo è la produzione non è finalizzata al consumo ma all'accumulo di denaro: non MDM ma DMD+. E qui il secondo D è superiore, è un plus-valore che non deriva dalla semplice merce ma dallo sfruttamento della merce umana: l'operaio che produce più valore di quanto gli viene riconosciuto nel salario. Questo è il plus-, il guadagno del capitalista che viene ad ammortizzare la caduta tendenziale del saggio di profitto.

Il plus-valore è un plus-lavoro gratuito.

Ecco la spiegazione scientifica dello sfruttamento capitalista. Questo perché il capitalista è solo il proprietario dei mezzi di produzione.

Dal plus-valore deriva il profitto, ma non tutto il plus-valore si traduce in profitto, perché una parte viene destinata a comprare e ammodernare le macchine, a mandare avanti le fabbriche (capitale costante, di contro a quello variabile che è il salario).

PROFITTO = Plusvalore / (Cap. Costante + Cap. Variabile).

Per accrescere se stesso il capitale tende a non accrescere la giornata lavoratica (plus-valore-assoluto) ma a ridurre la parte della giornata necessaria a integrare il salario (plus-valore-relativo). E magari con una meccanizzazione (=luddismo)

Il continuo aumento della produzione porta alle crisi cicliche di sovrapproduzione e di sottodomanda dove si rompe il tetto domanda-offerta e il rapporto si ribalta: macero, disoccupazione.

Altro problema è la caduta tendenziale del saggio di profitto: ora:

Saggio di Profitto = P / (C + V) [dove P = Plus-valore; C = Capitale costante; V = Capitale variabile].

Se V resta stabile anche P resta fermo, ma se nel frattempo C sale il profitto scende. E C sale in continuazione: concorrenza = collasso finale.

U.D. 11

Unità didattica n. 11
Cfr. ...

La rivoluzione e la dittatura del proletariato Torna all'inizio

Il proletario deve non impadronirsi della macchina statale borghese, ma distruggerla. Questo può avvenire violentemente (spesso) o pacificazione (di rado). Lo stato è la forma in cui gli individui di una classe dominante fanno valere i loro interessi comuni.

La dittatura del proletariato è la misura politica fondamentale per la transizione dal capitalismo al comunismo.

U.D. 12

Unità didattica n. 12
Cfr. ...

Le fasi della futura società comunista Torna all'inizio

Il comunismo rozzo è quello che non sopprime la proprietà ma la universalizza formando un solo grande capitalista. Ma non è nulla, anzi è male, con tutte le donne che finiscono nella prostituzione generale. Ma il vero comunismo superiore, adulto, pone l'uomo non più in un rapporto di avere e conservare con il mondo (homo oeconomicus) ma un uomo nuovo, totale, creativo.

Ultimo aggiornamento: giovedì 20 marzo 2003


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