Cebete - Lezioni di Filosofia

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F. Nietzsche

Sommario

1. La vita

2. Opere

3. Le menzogne dei millenni e la nuova umanità

4. Dioniso e l'accettazione della vita

5. La critica della morale e la trasmutazione dei valori

6. La critica della cultura scientifica e storica contemporanea

7. La morte di Dio

8. Nichilismo e suo superamento

9. L'eterno ritorno

10. Il superuomo e la volontà di potenza

Friedrich Nietzsche

(15 ottobre 1844 - 25 agosto 1900)

1. Vita

Legge Schopenhauer: nel 1869, a 24 anni, è professore di Filologia classica in Svizzera.

Nel 1889 impazzisce e muore il 25 agosto 1900.

2. Opere

La nascita della tragedia (1872)

Considerazioni inattuali (1873)

Umano troppo umano I (1878)

Umano troppo umano II (1880)

Aurora (1881)

La gaia scienza (1882)

Così parlò Zarathustra
 
(1883-4, pubbl. 1891)

Al di là del bene e del male (1885)

La genealogia della morale (1887)

Il caso Wagner (1888)

Il crepuscolo degli idoli (post.)

L'anticristo (post.)

Ecce homo (post.)

Contro Wagner (post.)

U.D. 3

Unità didattica n. 3
Cfr. ...

La sua filosofiaTorna all'inizio

3. Le menzogne dei millenni e la nuova umanità Torna all'inizio

Demitizzazione, desacralizzazione dei sistemi (metafisici, morali e religiosi) che l'uomo si è costruito per resistere all'impatto del caos della vita. Egli li mette a nudo: «sono una dinamite!».

Si tratta di una critica contro il tipo antropologico prodotto dalla civiltà occidentale, sottomesso all'autorità costituita.

Alla pars destruens seguirà il lieto messaggio del nuovo modello di umanità: l'übermensch (oltreuomo).

Aforismi, allusioni, profezie... è un pensiero selvaggio.

 

4. Dioniso e l'accettazione della vita Torna all'inizio

Dalla constatazione dell'orrore del mondo può seguire:

-         la rassegnazione ascetica e fuggiasca di Schopenhauer

-         o l'accettazione della vita così come è, la sua esaltazione.

Solo il sì alla vita trasforma il dolore in gioia, la lotta in armonia, è l'accettazione integrale, proprio del dionisiaco greco, che è il dio dell'armonia delle forme, che là dove c'è orrore lo trasfigura in ideale, sublime o comico.

Solo la trasfigurazione rende possibile l'accettazione: nasce la tragedia e la commedia.

A Dioniso-entusiasmo si unisce Apollo-armonia e la virtù morale cristiana da Platone in poi viene abbattuta.

Non pessimismo decadente né ottimismo superficiale, ma orrore e sì! Come per Schopenhauer era orrore e no, fuga.

 

5. La critica della morale e la trasmutazione dei valori Torna all'inizio

La morale e il cristianesimo sono contro la vita. Tutti li hanno sempre accettati, ma mettiamo in questione il valore dei valori: la morale è una proiezione delle tendenze umane che ci hanno messo nell'educazione, l'istinto del gregge nel singolo, la voce della coscienza in fondo non è Dio, ma l'altro uomo quello dominante.

Alla morale dei signori (cavalleresca) il cristianesimo ha sostituito la morale degli schiavi, e questo è nato dalla casta sacerdotale che vuole dominare quello che non ha, lo spirito, è il popolo sacerdotale che ha irretito gli uomini, riempiendoli di sensi di colpa, di auto-tormenti, tanto da conquistare il conquistatore, Roma.

Vi scongiuro fratelli, rimanete fedeli alla terra, il cristianesimo è «la più sotterranea congiura che sia mai esistita... contro la vita stessa». L'anima non esiste, io sono corpo, e la valle di lacrime è la mia dimora gioiosa.

 

6. La critica della cultura scientifica e storica contemporanea Torna all'inizio

La scienza pur essendo una scuola di rigore, se si ferma ai fatti, se adora l'oggettività, impoverisce l'energia vitale. Ce l'ha contro il positivismo, ai cui fatti oppone le interpretazioni.

Pure lo storicismo è idolatra del fatto come necessario (Hegel) che subordina l'uomo a puro epigono del passato.

La storia va vista da un punto di vista:

-         Monumentale: ciò che vi è di più elevato nel passato può ancora rivivere ed essere attuale nel presente

-         Archeologico: ciò che è presente è radicato nella tradizione con il passato.

-         Critico: ma per vivere l'uomo ha bisogno di rompere con il passato.

Nietzsche non nega la storia, ma la vuole subordinata alla vita.

 

7. La morte di Dio Torna all'inizio

Dio è:

1.      il simbolo di ogni prospettiva oltremondana e antivitale

2.      la personificazione di tutte le certezze ultime dell'umanità

ebbene Dio è morto.

È una menzogna, come il cosmo razionale è uno stratagemma per continuare a vivere in un mondo che invece è solo caos, l'uomo si è dovuto convincere, imbrogliare, per consolarsi. L'uomo ha bisogno della menzogna per vivere (già Platone: il fanciullino di Cebete...), per sopravvivere.

La più antica delle bugie vitali ora però è morta... ateo è realtà.

Vediamo l'annuncio e le conseguenze.

Eccoci nella Gaia scienza il novello Diogene annunzia la morte di Dio, che gli uomini, che sono assassini, che si sono fatti quasi dei per poterlo fare... ma è arrivato troppo tardi, l'uccisione è già avvenuta... ma è arrivato troppo presto, l'uccisione non si è ancora ripercossa...

La morte di Dio è un trauma per l'uomo non über, ma proprio essa fa nascere il Super-uomo.

Morte di Dio, vertigine di chi guarda in faccia l'orrore, libertà!

Siamo spiriti liberi ora finalmente il nostro mare ci sta aperto davanti. Con Dio muore Platone il primo a calunniare questo mondo.

Non è che Dio non esiste (questa è una posizione metafisica) ma è morto, è un accadimento anch'esso in corso.

Morti sono tutti gli dei, ora vogliamo che il superuomo viva. Non è facile, morto un Dio gli uomini adorano un asino, sostituto idolatrico. La grandezza dell'oltre uomo è il riuscire a vivere la propria libertà, riuscendo a vincere anche l'ombra di Dio.

 

8. Nichilismo e suo superamento Torna all'inizio

Nichilismo è fuga dal mondo, quindi Platone e la Chiesa. Ma anche la situazione del moderno essendosi illuso con la metafisica di dare un senso al tutto ora ne rimane deluso.

Non ci sono valori, fuori, sopra il mondo che è vuoto, questo è il nichilismo di colui che si chiederà sempre "a che scopo?", senza giungere a una risposta.

Nietzsche invece ha attraversato il nichilismo e l'ha superato. Il nichilismo passivo è quello che di fronte al vuoto si abbatte, quello attivo è di chi dà sempre un senso, nella mancanza di senso scopre di essere lui stesso la fonte di senso (creatore!), sviluppa la sua volontà di potenza, comprende la sua responsabilità di istituire i significati.

 

9. L'eterno ritorno Torna all'inizio

Il più abissale dei pensieri di Nietzsche è l'eterno ritorno dell'Uguale: la ripetizione eterna di tutte le vicende del mondo. L'uomo dell'Ottocento è preso dalla scissione tra senso ed esistenza, solo il über può decidere l'eterno ritorno e quindi vivere come se tutto tornasse, come un gioco creativo che ha in sé il proprio senso appagante.

Se il tempo, del resto, avesse una struttura lineare, l'agire dell'uomo non sarebbe sottoposto alla responsabilità in quanto in un tempo spazializzato (come direbbe Bergson), ossia in un tempo formato da tanti attimi tutti uguali e sostituibili uno all'altro, l'azione compiuta in un determinato momento non avrebbe nessi con le altre e con l'intera vita. Al contrario in un tempo ciclico ogni azione ritorna e si ripresenta in una costante assunzione di responsabilità: la tua azione vale per sempre, le conseguenze dell'azione si ripercuotono sull'intero arco della vita, per l'eternità.

C'è chi interpreta l'eterno ritorno anche in chiave antitrascendentalistica, ossia come chiusura del tempo in un costate riferimento a sé che non prevede alcuna ulteriorità.

 

10. Il superuomo e la volontà di potenza Torna all'inizio

Nietzsche è il filosofo della liberazione, l'uomo del futuro, l'über saprà: accettare la vita, rifiutare la morale, reggere alla morte di Dio, guardare in faccia la realtà, superare il nichilismo, collocarsi nella prospettiva dell'eterno ritorno, porsi come volontà di potenza.

Così la potenza è di ergersi sopra il caos e imporre i propri significati all'essere, ri-creare l'essere a misura della propria umanità.

Ma chi è il super-uomo?

Uno qualunque dell'umanità liberata? O è un élite?

È ambiguo, anzi aperto!

Ultimo aggiornamento: giovedì 20 marzo 2003


Ultimo aggiornamento: giovedì 20 marzo 2003
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