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La Valle d'Ossola

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Caratteristiche :

Posizione e Confini

Le vie d'accesso

La Denominazione

La Geologia

La Mineralogia

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L'Idrografia

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La Fauna

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La Flora

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Il Clima

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Re-Written by

Piolini Fabio &       Piolini Fabbrizio     

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Autore:

Giovanni DeMaurizi Printing year 1932 by Tipografia Antonioli Domodossola

 

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L’ OSSOLA IN GENERALE

 

Caratteristiche fisiche

POSIZIONE E CONFINI

 

Il bacino idrogarfico della Toce formato ne’ più alti recessi delle Alpi Pennine e Lepontine occidentali, a settentrione dell’ Italia , costituisce la Vallata dell’Ossola.

Fisicamente l’ Ossola ha l’ aspetto di un ampia foglia d’ellera i cui lobi delimitano le valli Anzsca, Antrona, Bognanco, Divedro, Antigorio e Formazza, Isorno e Vigezzo, inclinate sull’ asse della Toce, e il picciuolo scende lungo la conca valliva sin al Lago Maggiore.

Domodossola, il centro fisico, politico, amministrativo dell’Ossola, è compresa fra 4° 9’ 46’’ di longitudine occidentale e 46° 6’ 57’’ di latitudine settentrionaledal meridiano di Monte Mario.

Geograficamente la Valle dell’ Ossola è invece compresa fra 45° 55’ – 46° 28’ di latitudine nord ; 3° 58’- 4° 35’ di longitudine ovest da monte Mario.

L’Ossola confina a mattina col Canton Ticino; a sera col Canton Vallese lungo la catena-asse delle Alpi dal Monrosa al Passo del Gries; a mezzogiorno colla Valsesia e col territorio del soppresso mandamento di Ornavasso; a Mezzanotte coll’alto Vallese e col C. Ticino.

La Vallata della Toce comprendente una superficie di circa 1600 Kmq. Si suddivide in Ossola Inferiore e Superiore. La prima e’ limitata tra il Montofano e il "Lancone di Pallanzeno"; la seconda da questo punto alle vette dei monti verso la Svizzera.

Nel nostro studio e’ cenno unicamernto dell’Ossola Superiore, o meglio, del Circondario di Domodossola, di cui e’ parte anche Piedimulera e Valle Anzasca.

VIE D’ACCESSO.

Si perviene alla Vallata della Toce :

  • Con la ferrovia internazionale del Sempione (Milano – Arona – Domodossola – Briga ) .

Ad Arona confluiscono poi le linee ferroviarie Genova, Alessandria, Mortara e Torino, Santhià – borgomanero.

  • Con la linea Novara - Borgomanerao – Omegna – Gravellona Toce – Domodossola.
  • Con la ferrovia eletrica Locarno – Centovalli – Valvigezzo – Domodossola.

L’Ossola poi è attraversata dalla srada napoleonica del Sempione (Milano – Sesto Calende – Arona – Gravellona Toce – Vogognia – Domodossola – Sempione (Passo) – Briga).

Da Cannobbio (lago Maggiore) abbiamo la carrozzabile di Valle Cannobina – Finero - Malesco – Domodossola.

Da Locarno (lago Maggiore) abbia la carrozabile delle Centovalli – Valle Vigezzo – Domodossola.

Sono poi numerose le vie di accesso per valichi alpini dai Cantoni Ticino e Vallese, dalla Valsesia, dal lago Maggiore, che immettono nelle valli ossolane.

The toponimo Ossola is documented in the Greek and Latin classical literature, him riconnette with l ' Oscela of Tolomeno, that sets inaccurately her in the Alps Cozie, but it implicitly corrects the error immediately adding Lepontion or rather Oscela lepontionrum, what it excludes every confusion coll'Ocelum marked by the sources itnerarie from August Seecusium Taurinorum or coll'Ocelum of Giulio Cesare for which he/she wanted to identify her/it the Mommen.

Dall’ Anonimo Ravennate è chiamata Oxilla, e Ossilla da Guidone .

Nelle carte mdievali è detta Osila, Oxula, Oxulo, Domus Oscelae,Domus Ossulae, così denominata dalla sua chiesa principale.

Si è voluto da qualcuno derivare Ossola da Hoch-ell, che in lingua celta suonerebbe "luogo elevato".

Uno sguardo alla "Carta Geologica d’ Italia", scala 1:100000, fogli Domodossola – Formazza – Cannobio – Varallo, può darci un’idea della natura e stratificazione delle rocce del bacino d’ impluvio della Toce.

Per ovvie ragioni, non potendo dare un descrizione ordinata e scientifica per l’intera regione, daremo uno sguardo d’insieme alla costituzione geologica delle singole vallate.

Le rocce formanti L’intera ossatura della regione sono di origine assai antica, e appartengono al Pecarbonifero, Pretriassico, Triassico – Giurese e Quaternario.

La Valle Anzasca è formata prevalentemente di dioriti melanocratiche e noriti anfiboliche, di gneiss listati ortoggneiss (Massiccio del M. Rosa). Valle Antrona è caratterizzata nelle adiacenze di Villadossola da ortogneiss tabulari, da gneiss minuti e micascisti, da anfiboliti e serpentile, da gneiss ghiandone e porfiroide (M. Camughera – Pizzo d’ Andolla, ecc…)

Valle Bognanco dalla destra della Toce a Bognianco fuori è costituita da micascisti e gneiss minuti, da eclogiti e cloriti anfiboliche. Abbiamo il gneiss ghiandone a Monteossolano, all’ A. Dente e al M. Straciugo. La Valle Divedro poi dalla forra di di Crevoladossola alle vette di confine è in prevalenza costituita da graniti gnessici e gneiss minuti. Notevole la fillade calcare sulla sinistra della forra di Crevola, e la breccia calcare sopra l’ A.Veglia. Di graniti gnessici e gneiss granitoidi talora occhiolati (Antigorogneiss) riescono composte le bariere racchiudenti le valli Antigorio – Devero. Il M. Cistella poi costa di calcestici biotitici di delle forme orizzontali. Di uguale natura sono le roccie dal Passo d’ Orognia M. Give, al Basodino, itercalate da quarziti gnessiche del Triass e del Giura passanti a micasciti (Vannino - Val Formazza), e da gneiss minuti. Notevoli le filladi di serpentinoscito con amianto nei paraggi della Punta della Rossa, qelle di calcare critallino alla Bochetta d’Arbora, di calcare sistoso tra Piedilago e Croveo, di gesso micaceo al lago Fisch. Il Sasso di Premia, che costuisce un magnifico esemplare di sbarramento trasversale, e la linea Cristo – Dugnio – sinisra dell’ Alfensa – Baceno, è formato da micasciferi granatiferi.

The Valley of the Isorno then qasi all results of granites gnissici and gneiss granitoidi. La Valle Vigezzo è composta a nord ovest (M. Mater – Pioda di Crana – M. Cavallina) di gneiss granitoidi e gneiss minuti ; a sud invece costa di ortogneiss tubalari e massicci e di pietre verdi (Gridone – Limidario). Notevole il filone di marmo saccaroide di Scaredi. Sulla sinistra della Toce abbiamo gneiss minuti nei dintorni di Trontano;dal ponte della Mizzoccola poi si stendono con direzione ovest,est-est quasi paralleli potenti strati di ortogneiss tabulari,seguiti da gneiss listati,da filladi sericitiche, da dioriti e noriti anfibolico-pirosseniche (sotto Vogonga) del Precarbonifero. Viene infine il gneiss granitico e il granito tipo del Montorfano. Degno di nota il banco calcareo di Candoglia.

Tutta la valle Padana alla fine dell’epoca pliocenica e al principio della neozonica era occupata da un braccio del mare Adriatico, che estendeva le sue braccia a guisa di fiords ne’ più intimi recessi delle valli alpine, e segnatamente nella Valle della Toce.Abbiamo in seguito il periodo glaciale nelle sue varie fasi, che lasciò impronte indelebili in tutta la vallata della Toce.

Dallo sperone granitico di M. Orfano (m. 791), che non sarebbe altro che il residuo di una cresta montagnosa un tempo separante due bacini idrografici, ha principio la doccia alluvionata e ampia che si protrae sin alla testata di Valle Antigorio.

Trlasciando le rocce montonate e striate dagli antichi ghiacciai fino a grande altezza ancor visibili in tutta la vallata della Toce e valli adiacenti, sono da notare la soglia sospesa dell’Anza, a Piedimulera, sovraincisa poi dalle acque correnti, quelle dell’Ovesca a Villadossala, della Bogna, del Melezzo occidentale sopra Masera, della Diveria e dell’Isorno, aventi tutte i medesimi caratteri di doccia incisa a U, di pretta natura glaciale. Le morene glaciali e le alluvioni terrazzate numerose in tutti i fondovalli e sulle terrazzee orogeniche diedero poi luogo ai vari paesi e insediamenti umani dell’Ossola.

L’ ossola formata in prevalenza di rocce assai antiche è ricca di minerali. Il prof. S. Canestrni enumera nella zona ossolana ben 75 specie e varietà di minerali.

L’oro l’abbiamo copioso in tutto il massiccio di sollevamento del M. Rosa in numerosi filoni quasi paralleli che dalla Valsesia per valle Anzasca, Valle antrona si estendono sin alla Valvaria , sopra Gondo. Un filone si protende in linea retta dalla valle Anzasca sin sopra Crodo, sulla destra dell’Alfenza. Si hanno poi filoni d’oro nei dintorni di Pieve Vergonte, in val Toppa, sopra Ornavasso, nei territori di Anzola e sotto Coimo lungo le sponde del Melezzo occindentale, nella valle di Crana, sui monti di Buttogno, nella valle di Dorbolo, territorio di Finero, e altrove.

Attualmente si sono riattivate con profitto le miniere d’oro di Pesrarena dalla ditta P. M. Ceretti, quelle del Lavanchetto, sopra il Morghen, dalla ditta Bonomi e C. di Milano,e quelle di S. Pietro di Schieranco.

I giacimenti d’oro sono quasi sempre accompagnati, sotto forma di galena, da argento, piombo, nichelio, rame. Miniere di rame furono già coltivate ad ovest di Miggiandone, ad Antronapiana e sopra gli alpi Trignoni di Bognanco. Il ferro sotto forma di ossido e solfuro si trova pure abbondante in tutta l’ Ossola. Le più ricche miniere di ferro sono quelle di Ogaggia in valle Antrona che costituiscono l’intera montagna e furono coltivate dai piu antichi tempi all’inizio dell’ultima guerra. Si estraeva pure ottimo ferro alle falde del Gridone in Val Vigezzo. Giacimenti ferriferi si notano poi ad Anzola, Migiandone, in Val Bianca, territorio di Calasca al Mottone in Val Antrona, e altrove. Un importante filone di amianto nei paraggi della Punta della Rossa (Devero) fu coltivato con profitto dal socio della S. E. O., rag. Ettore Allegra sin a qualche tempo fa. In detta località si riviene anche l’antigorite, o serpentino lamellare, di un bel colore verde porro. Serpentino già largamente usato nella fabbricazione di vasi da cucina e stufe si riviene ad Antronapiana, nella valle della Loana, in val Brevettola, al M. Castello di Buttogno

Actinoto e steatite in magnifici cristalli si nota in valle Deserta (Devero), a Bettelmatt, al M. Gridone, all’ A. Campo di Montescheno, e in genere, in tutta la zona delle pietre verdi. Argilla figulina si trova abbondantemente sulle sponde dell’ Alfenza, sopra Crodo ; silicato idrato d’alluminia a Borca di Macugnaga, sotto Villette e a Re in Valle Vigezzo. Il caolino di ottima qualità si ha all’alpe Trence di Crana, al Passo di s. Giacomo, in valle Bognanco.

La columbite, contenente niobio, tantalio, struverite, di natura radioattiva, la troviamo alla bocchetta di S. Antonio a Craveggia. Cristalli di albite rivengonsi all’alpe Giove. Non mancano poi cristalli di rutilo in val Deserta e altrove.

L’Ossola poi è ricca di banchi calcarei. Per importanza edilizia notiamo il marno roseo di Candoglia che servì alla costruzione del Duomo di Milano. Marmo bianco e nero si rinviene nelle vicinanaze di Albo di Mergozzo. Un banco calcareo assai importante è quello di Crevoladossola dal quale si estrassero i materiali per il duomo di Pavia e per l’arco della Pace di Milano. Di qualche importanza è pure il marmo saccaroide di scaredi (Malesco). Marmo grafitoide rinviensi anche in ampi banchi in valle Loana. Notevole la mica recentemente scoperta in un banco di pegmatite all’alpe Mondelli di Montescheno.

Infine l’ Ossola è ricca di beole (gneis sfaldabile e lamellare grigio oscuro e bianco). Sulla sinistra della Toce si hanno ampie cave al ponte della Mizzoccola, a Cosasca, a Cardezza, a Beura, a Vogogna. Sulla destra, a Rumianca, a Villadossola, ai piedi del M. Calvario, a Caddo e Crevola.

L’ intero sistema idrografico dell’Ossola è compediato nel bacino d’impluvio della Toce, il fiume sacro degli Ossolani. La Toce si forma a Riale di Formazza m. 1720 dalla confluenza dei torrenti Hohsand- Gries e Roni, per scendere a Pontemaglio, nel piano dell’Ossola, a Vogogna, e sfociarsi nel Lago Maggiore, presso Feriolo, con un corso di circa 80 chilometri.

  • Le sorgenti sono formate da tre distinti bacini.
  • Il bacino dell’Hohsand, che raccoglie le acque le acque dei ghiacciai Hohsand e Siedel nell’Hohsandbach, il quale, secondo gli studi del prof. Spezia, ha una portata di mc. 3920 al punto della sua unione col torrente Gries a quota 1830 a nord-ovest di Morasco.
  • Il bacino di Bettelmatt, che forma il Griesbach con una portata di mc. 0,903.
  • Il bacino di Val Toggia, che costituisce il torrente Roni, con una portata di mc.1500. I calcoli del prof. Spezia furono poi confermati da nuovi studi che hanno fatto per l’Hohsandbach e Griesbach litri 3200 al secondo e per il Roni340. E’ quindi evidente che il ramo sorgentifero principale della Toce è l’Hohsandbach.

Nota. – V’è controversia se Toce sia maschile o femminile. Nelle pergamene medioevali dal 915 al 1307 il fiume Toce è scritto: Tuxa (.a. 915) Toxo ( 1083) Toxa ( 1145) Togia ( ablativo, a. 1199) Toxio ( 1307 ), indi Tocia Tosa donde la denominazione aulica Toce.

Gli storici locali l’usarono promiscuamente al maschile e al femminile. Però nel dialetto ossolano Toce è pronunciate invariabilmente la Tòos la Tosa, che rispecchia fedelmente la voce femminile Tuxa della pergamena del 915 conservata nell’ archivio capitolare di Novara.

I principali affluenti di destra della Toce sono il Devero, che confluisce a monte di Verampio; l’Alfenza che ha le sue sorgenti a oriente del Cistella e scende a Crodo, la Diveria, che raccoglie le acque di spluvio della catena Weissmies Sempione – M. Leone – Punta Mottiscia, e si versa nella Toce di fronte alla forra di Ccrevoladossola, il T. Bogna, che si forma nell’arco di Cima del Rosso – Plioltone, e sfocia a nord di Domodossola, il T. Ovesca, che ha origine dalla confluenza del Loranco col Troncone a 811 metri a sud- est di Antronapiana, e si sfocia sotto Villadossola; l’Anza, formato dai ghiacciai del m. Rosa , affluisce nella Toce nel piano di Piedimulera.

A sinistra la Toce riceve il t. Isorno che nasce nel Pizzo di Lago Gelato e si sfocia a ovest di Masera; il Melezzo occidentale, che affluisce a sud di Masera. Il Melezzo orientale invece è tributario della Maggia, affluente del lago Maggiore. Il R. Ogliana , che dalla Rossola e dal Pizzo delle Pecore, scende sotto Beura; il R. Nibbio che ha origine dalle tormentate Cime di Nibbio si versa nella Toce sotto Cuzzago. Interessanti sono poi i bacini lacustri di cui è ricca la regione ossolana. Si contano ben 93 conche c lacustri naturali, di cui 91 appartenenti al bacino idrografico della Toce e 77 alla val d’Ossola entro i confini politici. Alcuni di questi laghetti scomparvero o furono modificati in seguito ad impianti idroelettrici.

I più importanti ghiacciai dell’alta zona ossolana sono l’Hohsand, in Gries, i ghiacciai di Siedel e Ban; il ghiacciaio del Forno e quello della rossa, del Rebbio, di Andolla e i ghiacciai del M. Rosa.

  • FAUNA
  • Secondo le più recenti classificazioni di zoogeografia la fauna dell’Ossola fa parte della regione paleartica europea.
  • QUADRUPEDI. Camoscio, tasso, volpe, donnola, faina, ermellino, martora, lontra, marmotta, lepre delle nevi, scoiattolo, ghiro, topo quercino e muscardino.
  • UCCELLI.
  • Rapaci. Aquila reale, poiana, sparviero, allocco, civetta, gufo reale, gufo comune.
  • Picarie. Picchio verde, picchio nero, picchio maggiore, torcicollo, cuculo, martin pescatore, succiacapre, rondone alpino.
  • Passeracei. Rondine montana, regolo, averla maggiore, averla piccola, codibugnolo, cinciarella, cinciallegra, cincia col ciuffo, cincia bigia, picchio muratore, picchio muraiolo, rampichimo alpestre, scricciolo, merlo acquaiolo nordico, tordella, tordo, passera solitria, culbianco, sordone, passera scopaiola, codirosso, luipiccolo, rusignolo, sterpazzolina, capinera, pispola, zigolo giallo, passera mattuggia, fringuello alpino, frosone, verdone, cardellino, organetto minore, crociere, gracchio alpino.
  • Colombe. Colombaccio.
  • Gallinacei. Coturnice, pernice di montagna bianca, quaglia, francolino, fagiano di monte.
  • Trampolieri. Pavoncella, pirp-piro, piviere totortolino, beccaccia, beccaccino reale, frullino, anitra selvatica.
  • C) PESCI. Trota, spinarolo.
  • RETTILI E ANFIBI. Vipera, colubro verde e giallo, biscia del collare, tritone alpestre, salamandra, rana.
  • INSETTI. Pulce del ghiacciaio, farfalla apollo.
  • Nei secoli scorsi erano conuni anche il lupo e la lince, specialmente nei pressi del monte Moro.
  • FLORA.
  • Le condizioni altimetriche e morfologiche dell’Ossola ci danno la gamma di quasi tutte le specie e varietà botaniche più rare della zona di media e alta montagna.
  • Ottimi studi ci lasciarono il prof. Rossi, l’ingegner Biadego e l’ossolano dott. Emilio Chiovenda, professore di scienze naturali nella R.università di Catania. Però uno studio completo sulla florura ossolana non venne fatto. In questa breve rassegna mi limiterò quindi a ricordare le sole specie e varietà più rare appartenenti alla regione montana superiore deducendole in gran parte dagli studi e raccolte dei sullodati professori. Lo Scialino, il Giunco, la Genziana, l’Aglio montano, l’Anemone, l’Aconito, il Papavero. La Cardamine, il Colchico, il Tulipano , il Ranuncolo, il Ciclamino, il Talitro, la Radice cava, la Silene o Bubbolino, la Saponaria, la Pelosella, la Rosolida, la Poligala, la Viola montana e palustris. Il Prugnolo, l’Epilobio, la Madreselva, la Valerianella, la Centaurea, il Cardo, l’Ieracio, la Primula, la Soldanella, il Rinanto, l’Eufrasia, la Pediculare, il Melampiro, lo Sfagno, la Pinguicola, il Martagone, il Gnafalio, il Lichene islandico, la Poa, l’Edelweiss comune su gli alti monti. L’Assenzio, i Fiocchetti delle Alpi, l’Erioforo, il Vischio,comune su gli ontani, tigli, e abeti di Valle Antigorio. La Betulla, l’Ontano, il Salice, il Ginepro, l’Abete bianco e rosso che costituisce la maggior parte dei boschi delle valli ossolane. Il Larice, il Pino l’albero della morte.
  • FUNGHI. Il clima ossolano si presta assai bene allo sviluppo di numerosissime specie di funghi, altre mangerecce, altre dubbie o velenose. Specie: l’Ovolo, comune nei boschi di conifere, mangereccio. L’Ovolaccio, velenoso. Il Prataiolo mangereccio in tutte le varietà della specie. Il Prugnolo, commestibile. La Rossola o Colombina mangereccio; vi sono anche alcune specie velenose. Il Lattario, alimentare. Il Gelone, cresce in cespuglio sui tronchi di castagno ed è mangereccio se raccolto fresco. Il Gallinaccio dialet. Persighin, mangereccio. Il Porcino dialetto farè-bulè fungo commestibile tra i più stimati. Il Porcino malefico, velenoso. La Ditola, dial. Cimpina, commestibile. Lo Spugnolo, dial. Spungiola, mangereccio. La Vescia dial. Pet du lùv, commestibile. La Rossetta dial. Fung du risott, piuttosto raro in estate e autunno nei boschi di castagno e faggio. Una specie analoga, più frequente, marmoreggiata di vene nerastre è il Fungo tartufo, mangereccio. I funghi velenosi appartenenti alle specie agaricus e boletus si distinguono specialmente pei colori vivi e appariscenti, pel cambiamento di colore quando sono tagliati e per l’odore acre e ingrato.
  • CLIMATOLOGIA.
  • Il clima dell’Ossola Superiore di tipo continentale temperato rivela una differenza notevolissima fra massimi e minimi; differenza dovuta allecondizioni morfologiche e altimetriche della coppa ossolana e delle diverse valli. Non è perciò possibile dare una media assoluta della temperatura dell’intero Circondario di Domodossola: mi limito quindi ad alcuni cenni riguardanti specialmente Domodossola.
  • La temperatura normale annua di Domodossola è di circa 11°,3. La temperatura massima assoluta raramente supera i 33° la minima assuluta i 10° . La normale delle precipitazioni del cinquantennio 1872 – 1921 registrate nell’ Osservatorio Geofisico Rosmini è la seguente:
  • inverno –    mm. 218,6   –  giorni  19 , 24
  • primavera - mm 457,73  - giorni  33 , 58
  • estate -       mm  353,85 - giorni  32 , 24
  • autunno      mm. 462,90 -   giorni  28 , 84.
  • Si ha dunque la normale annua di 1492,91 millimetri d’acqua e 113,96 giorni.
  • La normale annua della neve 1872-19219 è di centimetri 97,44 e 11,28 giorni.
  • Domodossola con Piedimulera fanno parte della zona inferiore, meno abbondante di precipitazione;Premia, Craveggia, Bannio, Varzo appartengono alla zona media a più abbondante precipitazione; Formazza, Devero, Trasquera Veglia, Macugnaga, nella zona alta sono meno copiose di precipitazione e le più abbondanti di neve.
  • Il R. Ufficio idrogafrico del Po ha eretto stazioni udrometriche e nivometriche nei punti più importanti delle valli ossolane; ma in merito non vennero ancor fatti studi comprativi. Nella stagione estiva assai frequenti sono i temporali; assai rara è la grandine. Pur raro è il nevischioformanti bianchi filamenti cristallini sulle piante. Più raro il gelicidio.I venti dominanti la conca ossolana sono quelli si S ( Pieve Vergonte) e di N (Formazza). Vengono poscia per ordine i venti di NW (Val Divedro); W (Valle Bognanco); SW (Valle Antrona); SE (Valle dell’ Ogliana) ;NE (Valle dell’Isorno); E (Valle Vigezzo).
  • Il vento più frequente è dunque da Pieve Vergonte e il più raro da valle Vigezzo.
  • Si nota per vento una media annua di 160 giorni.Di questi, 53 presentano vento forte (30 km. All’ora); 107 hanno vento moderato (km. 12 all’ ora). Talvolta i venti di N E NE superano i 100 km. All’ ora.
  • La nebbia propriamente detta è alquanto rara sopratutto nelle vallate. Tuttavia in questi ultimi anni essa cominciò a manifestarsi frequentemente nella conca ossolana e nell’imbocco delle valli. Il fenomeno, pare, sia dovuto all’azione delle fabbriche che sviluppano abbondante fumo il quale agevola la condensazione del vapore acqueo.