L'ITALIA NON SI FERMA. FIRMA!

Un nuovo referendum per completare la rivoluzione iniziata nel 1990

Perché un altro referendum elettorale? Dunque le vittorie del '91 e del '93 sono state inutili? In questi giorni, mentre sta per partire la campagna referendaria, sono domande che ci vengono poste spesso.

No, le vittorie del 9 giugno '91 e del 18 aprile '93 non sono state inutili. Dobbiamo dirlo a testa alta. Certo, alcune delle speranze referendarie sono state deluse. Ma i referendum elettorali hanno costituito un fatto storico, uno dei cambiamenti pi importanti della storia di questi anni. I comuni italiani sono stati trasformati dall'elezione diretta del sindaco, e nei comuni sta nascendo una nuova classe dirigente. È grazie alla stabilità dataci dal maggioritario che l'Italia ha raggiunto i parametri di Maastricht. Senza le nostre battaglie avremmo mancato l'appuntamento europeo.

Chiunque abbia appartenuto al movimento referendario può essere orgoglioso di ciò che abbiamo fatto. Ma non basta. La stessa vicenda europea ce lo insegna. Abbiamo preso il treno, è vero, ma pi volte siamo stati ad un passo dal perderlo. Lo scontro all'interno della maggioranza ci ha fatto sfiorare per due volte una crisi che avrebbe compromesso tutto. Non basta essere entrati in Europa; bisogna rimanerci. E per farlo occorre un'opera di risanamento ancora pi profonda di quello che è stato fatto. Abbiamo raggiunto una stabilità sufficiente a farci tagliare il primo traguardo. Non abbiamo ancora quella necessaria a vincere la gara.

Il fatto è che il sistema maggioritario è ancora largamente incompleto. Non abbiamo le istituzioni stabili, scelte direttamente dai cittadini, che sono una caratteristica fondamentale delle grandi democrazie moderne. Abbiamo un sistema ibrido, che ci fa votare contemporaneamente per il maggioritario e per il proporzionale. La spinta alla coalizione, tipica del maggioritario, viene annullata dalla spinta alla frammentazione, tipica del proporzionale. Perciò le coalizioni sono un assemblaggio di partiti, rissose e instabili. La partitocrazia è rimasta forte. Negli ultimi anni anzi ha rialzato la testa, facendo nascere dentro il Palazzo una nostalgica spinta al ritorno al proporzionale.

È per questo che bisogna fare un altro passo in avanti. Oggi questo è possibile. Il referendum che lanciamo abolisce le liste di partito, la doppia scheda. Si vota una sola volta, per i candidati al collegio uninominale. È un passo decisivo verso coalizioni stabili. Alle elezioni non ci saranno pi una iriade di partiti, ma solo grandi alleanze con una proposta comune di Governo. Finalmente raggiungeremo un vero bipolarismo come vera e propria democrazia dell'alternanza. Ma per farlo occorre una nuova spinta popolare. Dentro i partiti le spinte a tornare indietro sono fortissime. Dal '93, dall'ultimo referendum, il cammino delle riforme si è arrestato. Anzi, con il famoso patto della crostata, i partiti si preparano a restaurare in grande stile la partitocrazia. Il referendum è una grande occasione per mettere in moto una nuova spinta riformistica. Non perdiamola.

Comitato referendum maggioritario

 

Elenco del comitato promotore del referendum sull'abrogazione della quota proporzionale, presentato in corte di Cassazione giovedì 5 marzo 1998

Luigi Abete, Ferdinando Adornato, Paolo Annunziato, Dario Antiseri, Mario Baldassarri, Augusto Barbera, Giuseppe Basini, Willer Bordon, Giuseppe Bicocchi, Alfredo Biondi, Ernesto Caccavale, Giuseppe Calderisi, Giorgio Calò, Renato Cambursano, Rita Capponi, Beniamimo Caravita di Torrito, Antonio Carlucci, Stefano Ceccanti, Giovanni Cervetti, Bartolo Ciccardini, Gabriele Cimadoro, Graziano Cioni, Maurizio Chiocchetti, Emilio Colombo, Guido Corso, Francesco Cossiga, Piero Craveri, Raimondo Cubeddu, Ugo Dal Lago, Natale D'Amico, Franco Debenedetti, Flavia Della Gherardesca, Giovanni Di Stasi, Franco Danieli, Michele Del Ben, Tana De Zulueta, Fabio Di Capua, Antonio Di Pietro, Guido Fanti, Publio Fiori, Vittorio Foa, Aniello Formisano, Serio Galeotti, Ernesto Galli Della Loggia, Federica Gasparrini, Carlo Ghisalberti, Massimo Severo Giannini, Giancarlo Giglio, Nicola Giordano, Antonio Guidi, Giovanni Guzzetta, Lorenzo Infantino, Antonio La Forgia, Tina Lagostena Bassi, Giunio Luzzatto, Claudia Mancina, Pierluigi Mantini, Marialina Marcucci, Mino Martinazzoli, Antonio Martino, Pietro Marzotto, Oreste Massari, Piero Melograni, Letizia Moratti, Raffaello Morelli, Gianfranco Morra, Giovanni Motzo, Marco Nardinocchi, Achille Occhetto, Mario Occhipinti, Giuliana Olcese, Federico Orlando, Leoluca Orlando, Gabriele Pagliuzzi, Gianluigi Palombella, Alessandra Paradisi, Angelo Panebianco, Gianfranco Pasquino, Tonino Perrelli, Claudio Petruccioli, Emanuele Piazza, Rino Piscitello, Adriana Poli Bortone, Elisa Pozza Tasca, Paolo Prodi, Vittorio Prodi, Gaetano Quagliariello, Giulio Quercini, Adriano Redler, Giulia Rodano, Carlo Rognoni, Piero Sandulli, Sabbatino Santangelo, Carlo Scognamiglio, Pietro Scoppola, Giuseppe Scozzari, Mario Segni, Domenico Settembrini, Salvatore Sica, Mario Soldani, Giovanni Tamburini, Marco Taradash, Massimo Teodori, Giorgio Tonini, Marco Travaglio, Carlo Vallauri, Giuseppe Vegas, Saverio Vertone, Elio Veltri, Vincenzo Viola, Fulvio Visone, Giuseppe Zamberletti, Valerio Zanone e Franco Zeffirelli.

Roma, 17 Aprile 1998

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