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Presentata dall’Istituto Nazionale di Geofisica una
relazione sul fenomeno delle emissioni gassose di anidride carbonica e
idrogeno solforato. Un quadro dal quale emerge la necessità di urgenti e
precise misure di prevenzione, come sottolineato dal professor Messineo e
accolto dai sindaci di Marino e Ciampino
I gas a Cava dei Selci:
pericolosità accertata, convivenza possibile, consapevolezza del fenomeno
di MAURIZIO AVERSA
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Marino - «E’ confermata la pericolosità delle emissioni
gassose di anidride carbonica e idrogeno solforato, specie in assenza di
vento, soprattutto in un’area per il momento identificabile in una
depressione recintata prossima alle abitazioni ove in passato vi è stata
moria di bovini e ovini». Così, in una nota di commento, il professor Agostino
Messineo, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma
H, mette in rilievo i contenuti della relazione dell’Istituto Nazionale
di Geofisica sulle emissioni gassose in Cava dei Selci. Relazione che era
stata preceduta il 2 agosto scorso da una riunione tenutasi presso
l’Agenzia di Protezione civile, a cui ha fatto seguito il giorno
successivo la consegna alla Regione Lazio ed ai comuni interessati della
documentazione redatta dall’Istituto Nazionale di Geofisica a firma
dottoressa Maria Luisa Carapezza, dottor Luciano Cavarra e
dottoressa Antonella Scalzo.
E nella nota il professor Messineo prosegue sottolineando che anche la non
esatta estensione del fenomeno contribuisce a determinare il problema. Ad
esempio si è certificato che gli strumenti hanno individuato punte di
concentrazione di gas pari e superiori a 3000 ppm all'altezza di 75
centimetri da terra, il dato mortale è 5000 ppm. Per questo insieme di
aspetti il responsabile Asl suggerisce ai livelli istituzionali una serie
di interventi: «Limitare l’impatto del fenomeno tramite corretta
informazione alla popolazione; predisporre controlli in ordine ai
requisiti di abitabilità; il divieto di utilizzare sotterranei o garage
nelle zone interessate; un’indagine (screening) sulla popolazione a
rischio (ricordando che è elevatissima nella stessa zona anche la
concentrazione di gas radioattivo Radon); interventi di monitoraggio anche
con apparecchiature automatiche; interdizione delle zone maggiormente a
rischio; limitazioni nella edificabilità senza adeguata cautela, ad
esempio con costruzioni-palafitta senza seminterrati e senza l’uso
stanziale del piano terra».
«E’ necessario assumere gli accorgimenti comuni che potranno
determinare scelte consensuali tali da far convivere in tranquillità gli
attuali residenti e quelli eventualmente futuri della vasta area limitrofa
ai comuni di Ciampino e Marino in località Cava dei Selci». Con questo
atteggiamento positivo e non attendistico, il direttore generale facente
funzioni della Asl Roma H dei Castelli, dottor Giorgio De Carolis,
ha voluto esprimere il punto della situazione quale si sta determinando
dopo gli approfondimenti tecnico-scientifici che hanno riguardato l’area
di Cava dei Selci. La zona fu interessata, e tuttora ha in essere tale
attività, da abbondanti e concentrate fuoriuscite di gas che costarono la
vita a 29 bovini e ad alcune pecore in tempi diversi: settembre 1999 e
marzo 2000. Il sito è localizzato tra la collinetta del versante di
Ciampino (direzione cimitero) ed il campo sportivo della Frazione di
Marino che ha adiacenti numerosissime abitazioni: storiche (anni sessanta
e settanta) e recenti (anni ottanta fino ai giorni nostri). «Probabilmente
sarà utile dare vita ad una serie di screening della popolazione, in via
conoscitiva e preventiva delle manifestazioni igieniche e sanitarie del
fenomeno. – ha continuato a commentare il dottor De Carolis –. Dal
canto nostro siamo già disponibili ad attivarci con tutte le necessarie
ed opportune sinergie da mettere in campo con i comuni e con
l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio».
«E’ proprio quello che deve essere fatto dopo una analisi che ci
conferma preoccupazioni ma ci può anche dare precise indicazioni sul come
convivere con questo fenomeno delle emissioni gassose venefiche»,
risponde, confermando la necessità di una azione plurale, il sindaco di
Ciampino, Tonino Rugghia: «Questi fenomeni sono conosciuti almeno
fin dagli anni Ottanta. La nostra zona, del resto, essendo vulcanica
contempla tali comportamenti fisici. Per questo – spiega il sindaco -
quando commissionammo col comune di Marino uno studio specifico
all’Istituto Nazionale di Geofisica, pensammo proprio a come poter
utilizzare in seguito tutte le informazioni utili a far convivere i
cittadini, senza creargli inutili rischi per la salute, ma anche educando
i residenti a considerare la pericolosità insita nelle emissioni». Così,
ora, a studi ultimati Tonino Rugghia ha buon gioco nel ribadire che
«durante le due emissioni che causarono la morte degli animali, il
livello di attenzione fu particolarmente alto e con i volontari della
Protezione civile, oltre che con numerosi cittadini e personale comunale,
ci muovemmo immediatamente per verificare i comportamenti dei cittadini:
se usavano gli scantinati, laddove il gas ristagna, se erano stati
avvisati dell’accaduto e delle cautele da assumere e così via. Ora –
conclude Rugghia – l’esperienza accumulata, gli studi che certificano
una determinata situazione, sono la base per determinare finalmente un
codice di comportamenti unitari tra la popolazione e da parte dei soggetti
istituzionali al fine di non danneggiare la salute delle persone con
misure di prevenzione nei vari campi. Tutto questo va concordato e svolto
col consenso dei comuni interessati, degli organi di tutela sanitaria e
dei cittadini».
«La scelta che stiamo per attuare nel comune di Marino è quella di
puntare molto su una corretta informazione ai cittadini – sottolinea Fabio
Desideri, sindaco della cittadina della sagra dell’uva –. Infatti,
tutte le sinergie necessarie da attivare con Regione, Asl, Provincia e
Comune di Ciampino, sostanzialmente tenderanno a non nascondere la serietà
del pericolo, ma anche a conoscerne la perimetrazione determinata. Quindi
varranno molto per la difesa della salute, il rispetto di comportamenti
prudenti e la consapevolezza che dobbiamo convivere con questo aspetto
fisico del territorio. Per il resto – conclude Desideri – il nostro
Comune è pienamente attento, disponibile e pronto ad attivare tutte
quelle misure che consensualmente sapremo individuare per meglio
affrontare tale manifestazione».
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