l seguente testo e' estratto dal libro: CAMPI ELETTROMAGNETICI. Innocui o pericolosi? di Margherita Fronte (ed. Avverbi) ed e' scritto da Lisa Maccari. Il libro e' copyrighted, quindi ogni diffusione di questo materiale per qualcosa che non sia uno scambio amichevole di informazioni, e senza questo avviso, credo sia illegale. ---- La lunga storia di una mistificazione durata decenni, e ancora ben lontana dall'essere tramontata, inizia negli anni '50, quando il tedesco Ernst Hartmann postula, in seguito a considerazioni mai chiarite del tutto, l'esistenza di un campo magnetostatico terrestre, sovrapposto a quello dipolare, che si manifesterebbe secondo una rete di linee avvolgenti l'intero pianeta, distribuite in modo non omogeneo, ma ad intervalli regolari, secondo le direzioni di paralleli e meridiani magnetici della Terra. Finirebbero con il formare quindi alla superficie delle maglie rettangolari, che alle medie latitudini risultano dell'ordine dei due metri per due e mezzo, delimitate da strisce larghe 21 centimetri.r Da notare che queste strisce non coinciderebbero affatto con delle linee di forza infittite del campo magnetico terrestre, ossia con fasce lungo le quali questo e' piu' intenso, ma starebbero a rappresentare semplicemente delle "pareti", delimitanti regioni in cui le linee di forza di un presunto campo magnetostatico, che di fisico ha ben poco e che comunque non somiglia affatto a quello naturale del pianeta, si affaccerebbero verso l'alto, provenienti dal centro della Terra, in direzione uscente dal piano del suolo. Come e' stato accennato nel primo capitolo, caratteristica primaria del campo magnetico sono le sue linee di forza sempre geometricamente chiuse, e quindi l'assenza di loro "punti sorgente" : in un oggetto o in una regione di spazio magnetizzati, polarita' nord e sud compaiono sempre legate, un monopolo magnetico isolato, l'equivalente di cio' che per il campo elettrico sono le cariche positive o negative, non e' mai stato osservato in alcun modo. Tanto meno si concepisce il perche' mai si dovrebbe andare a cercarlo proprio nel centro del nostro pianeta, che ha un suo campo, studiato e misurato da tempo, e somigliante piuttosto a un semplice dipolo, reso asimmetrico dalle interazioni con il flusso di particelle cariche che provengono dal Sole. Linee di forza radiali, quindi, dirette verticalmente verso l'alto per un osservatore situato sulla superficie terrestre, e non diffuse uniformemente in tutte le direzioni spaziali, bensi' concentrate in vere e proprie pareti, che formano, all'intersecarsi con il limite della sfera, le famigerate strisce. Nessuno ha mai visto le equazioni che dovrebbero governare questa fantomatica rete, e non esiste in proposito alcuna pubblicazione scientifica. Esiste semmai qualche libro divulgativo, ma nulla che sia stato sottoposto al vaglio di un referee, come avviene per i lavori di ricerca in ogni disciplina. In mancanza assoluta di giustificazioni teoriche, ci si aspetterebbe quindi che almeno, per sostenerne ragionevolmente l'esistenza, se ne fossero portate robuste evidenze sperimentali ; invece no, neppure quelle, secondo Hartmann le intensita' "radianti" delle linee, e dei loro insidiosissimi punti di intersezione sono cosl deboli che l'unico modo per individuarle e' ricorrere all'opera di un sensitivo o di un rabdomante. La permanenza prolungata in corrispondenza di questi nodi, ad esempio a causa di una cattiva posizione del letto, o del tavolo di lavoro, pur finire con l'indurre disagi fisici e psicologici, e addirittura con il favorire, attraverso un generale abbattimento delle difese dell'organismo, l'insorgenza di malattie gravi come il cancro. A parte la considerazione quasi ovvia che se queste intensita' sono talmente basse da sfuggire a qualunque strumento, non si riesce a capire perchi mai sarebbero tanto pericolose per la salute, quando i campi magnetostatici hanno piu' volte dimostrato di non avere praticamente alcun effetto sull'organismo umano finche' non raggiungono valori dell'ordine di qualche migliaio di volte il campo medio del nostro pianeta in superficie ; a parte questo, appunto, le pretese della bioarchitettura si presentano gia' in partenza come mal poste a chiunque abbia un minimo di criterio razionale nell'affrontare le sperimentazioni. La convinzione, piu' o meno esplicita, che esistano delle persone dalla sensibilita' eccezionalmente affinata, che sono in grado di avere percezioni che vanno oltre la normale esperienza sensoriale, e' vecchia quanto l'uomo, e ha attraversato un'infinita' di culture, di epoche e di geografie. Il problema e' che poi, di fatto, l'esistenza di questi individui e delle loro reali capacita' insolite non e' mai stata dimostrata sotto serio controllo scientifico. I risultati dell'opera silenziosa di rabdomanti e radioestesisti, o di sensitivi di qualunque specie, sembrano vasti e clamorosi finche' le testimonianze sono fumose e le prove evanescenti; appena si cerca di ripetere il fenomeno utilizzando protocolli di verifica non dissimili da quelli tipici di un qualunque esperimento quantitativo, i fenomeni di cui stupirsi crollano a zero. In altre parole, in tanti secoli di tradizione, e decenni di affermazioni ardite fatte su grande scala, nessun rabdomante ha mai dimostrato di possedere effettivamente qualche dote, ad esempio individuando un corso d'acqua sotterraneo. Ora, se questa presunta griglia magnetica non e' prevista da nessuna teoria, non risponde ad alcuno strumento, e l'unica risorsa per identificarla sta nei presunti poteri di persone che non hanno mai dato motivo di credere che ne abbiano davvero, e' serio preoccuparsene ? Buon senso e razionalita' indurrebbero a dire di no, ma evidentemente non la pensano cosi' i sostenitori di una materia recente, che pur non nascendo in ambiti strettamente connessi a salute e terapia, ha raggiunto a tutti gli effetti un posto di prestigio fra le discipline ad esse legate : la bioarchitettura, o architettura geobiologica. Giocando sull'equivoco con la quasi omonima, ma indubbiamente piu' concreta, architettura bioclimatica -lo studio dei fattori ambientali, energetici e meteorologici connessi alla costruzione e all'abitabilita', e dei loro effetti su salute e benessere- questa pseudoscienza, resuscitata inopinatamente dopo anni di dimenticatoio, si e' conquistata una posizione di primo piano nel panorama attuale dell'architettura, dell'arredamento e del design. Le riviste specializzate del settore ne sono piene, e sempre piu' spesso giunge notizia di corsi e seminari organizzati sull'argomento, in qualche caso perfino sovvenzionati da istituzioni locali ed enti pubblici. Tentativi di modernizzare la leggenda e di darle una parvenza di scientificita' introducono l'uso di strumenti al posto, o almeno a supporto, dell'opera dei sensitivi : si tratta in genere di sonde di campi magnetici alquanto grossolane, superate largamente dai tempi, e recanti nomi altisonanti e scintillanti marchi di fabbrica stranieri, spesso tedeschi e svizzeri, come se questo dovesse rappresentare una garanzia in piu' per il dubbioso, mentre nelle presentazioni si continua imperterriti a fare confusione tra campi statici e irraggiamento di onde, tra linee di forza e radiazioni. Il fatto che ci sia uno strumento, se non e' chiaro cosa e come si misura, con quale sensibilita', con quali scale e con quale errore, non conferisce certo maggiore consistenza ai presupposti di fondo, ne piu' ne meno di quanto un oroscopo tracciato con un programma per computer renda piu' credibile l'astrologia ! Le presunte capacita' dei rabdomanti di individuare i nodi si fonderebbero sulla presenza, all'interno del corpo umano, di recettori sensibili al magnetismo, che in alcuni soggetti sarebbero piu' efficaci della media. La medicina e la fisiologia hanno smentito completamente questo assunto, avendo individuato tracce di magnetite nel sistema sensoriale di alcuni uccelli, che se ne servono per l'orientamento durante le migrazioni, ma assolutamente non nell'uomo: proprio sul fatto oggettivo che i tessuti umani sono inerti di fronte ai campi magnetostatici, si fonda la possibilita' della diagnosi via risonanza magnetica, che certamente sarebbe improponibile su un organismo pieno di piccole calamite pronte a saltare via, strappando e sfondando le membra del malcapitato. Un altro elemento ricorrente nel castello della bioarchitettura, che peraltro rappresenta la maggior fonte di confusione e di inganno in proposito, e' tutta la teorizzazione di come e da che cosa il campo magnetico terrestre subirebbe delle perturbazioni. Per ragioni, anche queste, mai spiegate seriamente, e somiglianti piuttosto a dogmi di fede, la vicinanza di una faglia tettonica, di una falda acquifera o in generale di una cavita' sotterranea, amplificherebbe l'irraggiamento delle strisce e dei nodi, e quindi la loro pericolosita', fino a influire sull'incidenza di malattie gravi come il cancro e le patologie vascolari. Allo stesso modo, le radiazioni artificiali introdotte dagli artefatti elettromagnetici umani distorcerebbero forma e intensita' della griglia. Dall'elettrodotto mastodontico alla piu' piccola radiosveglia che si tiene sul comodino, da nulla siamo al sicuro. Sfugge completamente il motivo di complicare il meccanismo attraverso i loro presunti influssi su una rete planetaria mai toccata con mano, quando sarebbe assai piu' logico, semmai, affrontare direttamente il problema se la vicinanza di apparecchiature elettriche ed elettroniche sia o no nociva in se! Torna a farsi riconoscere l'idea latente di una Terra viva, o almeno attiva globalmente, sede di continuo fluire di confuse energie sfuggenti a qualunque definizione, risonante in qualche modo altrettanto poco chiaro con il resto del cosmo, con la vita e con gli esseri umani, e continuamente insidiata dalle malfidate e sospette innovazioni della nostra civilta'. E' ovvio che l'attenzione a un modo di vivere meno inquinato, e a uno sviluppo economico e tecnologico sostenibile, rappresenti di per se un passo positivo; ma appare ricorrente e allarmante l'ostinata abitudine, quasi il bisogno, di far passare queste consapevolezze attraverso rappresentazioni infondate, superstizioni, e interpretazioni superficiali e fuorvianti di concetti significativi.