L'informazione non è chiara e si
confonde con le voci, le leggende metropolitane, le speranze, ecco perché
il serpente spacciatore del proibito riesce a convincere,
ancora oggi, che provare il frutto - della chimica - dà la possibilità di
trovare libertà e felicità, senza rischi.
Il disagio, l'insicurezza, l'ansia,
la moda, la paura, la noia, il tentativo di fuggire problemi della vita
quotidiana e sociale, la ricerca di facile felicità, la difficoltà del
controllo da parte delle autorità, la facilità di produzione e
distribuzione hanno permesso alle droghe sintetiche una diffusione che è
soltanto intuibile, ma che lascia intravedere uno scenario inquietante.
tentazioni
La tentazione di conoscere gli
altri, la tentazione di divertirsi, la tentazione di andare a ballare, la
tentazione di dimenticare per un po’ la noia e la routine del lavoro, la
tentazione di trasgredire una regola, la tentazione di essere diversi per
una volta, la tentazione di essere felici, sono l'oggetto di una ricerca
esistenziale che coinvolge tutti. Ma in che modo la tentazione ci prende?
Perché scegliamo una strada, piuttosto che un'altra, per raggiungere le sua
braccia ben tese, pronte per accoglierci?
Perché un laboratorio teatrale?
La Comunità di via Gaggio ha
proposto ad un gruppo di giovani di tentare un esperimento teatrale, per
conoscere e raccontare la realtà del fenomeno, per discuterne in un
"altro" modo e per cercare o suggerire delle possibilità. Ci
siamo ritrovati in cerchio, per mettere in comune i pensieri, le
inquietudini, le preoccupazioni e le domande che la scelta di cedere alla
tentazione delle sostanze stupefacenti sintetiche, suscita in noi. La
provoc-azione teatrale ha preso la struttura di un trittico: nel primo
quadro avviene la caduta nel paradiso, attraverso il nuovo rito che
sembra condurre alla felicità; nel secondo si affronta il problema della conoscenza
del bene e del male, soprattutto del male che consegue all'uso di
sostanze sintetiche; la scena finale conclude la riflessione teatrale con
una domanda: cosa posso fare?, uno sguardo alle azioni che si possono
tentare per cambiare qualcosa, per modificare il rituale e soprattutto il
suo risultato.
attorno al cerchio
La struttura essenziale della scena
si sviluppa, come una spirale, oltre il perimetro di una ideale
circonferenza, simbolo di confine tra la realtà quotidiana del giorno e una
realtà quotidiana notturna, che sembrano non confinare più. "Cos’è
IN, cos’è OUT" cosa c’è dentro, cosa sta all'esterno e quale
realtà si agita in prossimità di quello spazio, sul confine, nel
passaggio; cosa succede se la linea chiusa si apre, si spezza, si avvolge in
gorghi e vortici?
Gli autori
Scaturita dall'esperienza e
dall'osservazione di Angelo Cupini, Mariacarla Castagna e Paolo Schiavo,
responsabili della Comunità di via Gaggio, l'idea dello spettacolo è stata
con loro elaborata dai giovani attori del laboratorio: Fabio Colombo, Romina
e Gabriele Marra, Danilo Valsecchi, Matteo Binda, Barbara Spreafico, Michela
Giusto, Antonella Gallace, Chiara Pizzagalli, Camala Talarico, Gigi
Maniglia, Gloria Riva sotto l'attenta direzione dell'attore/regista Michele
Fiocchi.
Lo spettacolo
Abbiamo cercato di interpretare
racconti, esperienze dirette, voci, informazioni, interviste, parole,
informazioni scientifiche, sensazioni, il risultato è una provoc-azione
teatrale, uno spettacolo da strada o da piazza, basato su azioni corali nate
nel silenzio o sviluppatesi in stretta relazione con la musica, su intensi
cambi di ritmo, accompagnate da testi semplici e provocatori. Il composto
sintetizzato nel laboratorio è una singola goccia che vogliamo far
precipitare nel mare, come una suggestione tra i pensieri e le emozioni
degli spettatori, che dilati il fronte d’onda, in ogni direzione.
Inevitabilmente scende in profondità mentre si propaga a tutta la
superficie circostante e a tratti si rifrange per creare nuove geometrie.
L'azione interferisce con il sentimento degli spettatori, perché una
goccia, anche la più piccola, non lascia il mare indifferente.
le date