Come noto, nel condominio le discordie ed i contrasti sono
oggetto di frequenti preoccupazioni a carico degli utilizzatori; oltre ai
problemi insorgenti a seguito di rapporti di vicinanza e di contiguità, vi è,
infatti, la reciproca interdipendenza dell’uso delle cose comuni. Ugualmente
difficile appare poi l’armonizzazione dei vari interessi essendo sovente assai
diverse le finalità perseguite dai condomini di uno stesso immobile.
La divisione in senso orizzontale per appartamenti è una
caratteristica fondamentale del condominio (divisione pro diviso) che la
distingue da quello della comunione, nella quale più persone sono proprietarie
di una stessa cosa pro indiviso.
Il condominio rappresenta una comproprietà forzata, non
potendo li Condomino rinunciare al proprio diritto sulle cose comuni, destinate
al servizio del fabbricato, ne sottrarsi ai relativi oneri.
Se consideriamo che nella Repubblica italiana, attualmente
circa 40 milioni di italiani vivono nelle abitazioni multifamiliari (Dati
rivista Amministratori Immobili Periodico Nazionale Nro. 20 Pag. 7) e che già
il fatto di condividere le parti comuni di uno stesso palazzo produce tensioni e
malesseri alimentate dalla convivenza forzata, sicuramente la sede giudiziaria
non appare la più appropriata a risolvere le differenze fra comproprietari,
tenendo conto che per la propria natura di confronto, il disaccordo nei
tribunali diventa un campo di battaglia.
L’esperienza estera ha dimostrato che le persone, assumendo
la responsabilità nella decisione della risoluzione dei loro conflitti, nei 90%
dei casi, rispettano con reciproca soddisfazione gli accordi raggiunti.