La famiglia di San Giacomo

Sulla famiglia di San Giacomo abbiamo notizie frammentarie. Il padre, Antonio Gangale, probabilmente era uno dei quattro membri del consiglio di credenza del comune di Monteprandone, corrispondente all’ufficio dei massari. Era considerato uomo onesto e di buone condizioni economiche. Contrariamente a quanto afferma il biografo fra Veneziano, il Pagnani sostiene che San Giacomo non ebbe diciotto fratelli e una sorella, ma solo tre fratelli e quattro sorelle. Il fratello maggiore si chiamava Rosso di Gangale, sindaco e procuratore nella vertenza di confine tra Monteprandone e Monsampolo. Nel 1463 Rosso di Gangale rappresentava il comune di Monteprandone nella vertenza di confine tra Monteprandone e San Benedetto di cui San Giacomo era arbitro. Rosso aveva tre figli: Domenico notaio vicario facente le veci del podestà di Monsampolo nella ricordata vertenza di confine, poi Vanne e Cecco.

Il secondo fratello di San Giacomo è Michetto di Gangale affittuario delle terre nella vallata del Tronto nel 1440. Aveva cinque figli: Francesco, Matteo, Nardo, Bartolomeo, Giacomo. Del terzo fratello Panico di Gangale conosciamo solo il nome di un figlio, Nicoluccio.

Non abbiamo alcuna notizia delle sorelle, ma sappiamo che alcune donne della discendenza di Michetto venivano spesso chiamate come estimatrici ed arbitre di corredi da sposa per la loro fama di equità e probità.

Due nipoti del Santo, non ci è noto figli di quale dei tre fratelli, erano frati: fra Francesco che assistette il beato Pietro da Mogliano negli ultimi giorni della sua vita e fra Bartolomeo che era iscritto alla compagnia “di San Girolamo, San Francesco e San Bernardino”. I familiari di San Giacomo erano discretamente benestanti, possedevano campi e case, erano uomini di legge, piccoli coltivatori diretti ed occupavano posti di rilievo nell’ambito della comunità di Monteprandone.