IL SANTO GRAAL
Intorno alla figura del Santo Graal sono nate,
nel corso degli anni, numerose leggende che hanno affascinato
tutti i popoli della terra in ogni tempo e luogo, stimolato la
fantasia di numerosi scrittori.
In alcune leggende il Santo Graal viene descritto come il calice
usato da Cristo nell'Ultima Cena, mentre per altre esso
rappresenta la coppa in cui Giuseppe d'Arimatea (fig. 1) ,
avrebbe raccolto il sangue di Cristo crocifisso.
Ma, secondo altre leggende, si tratterebbe invece dello stesso
calice adoperato in entrambe le occasioni.Per quanto riguarda la
leggenda sorta in Spagna e in Francia intorno al 1100, il Graal
è un oggetto sacro e misterioso che viene custodito in un tempio
o castello in Bretagna. Essa narra inoltre che solo ai puri è
dato raggiungerlo e i mortali che vi riusciranno, conquisteranno
la felicità terrena e celeste.
Esistono però anche altre versioni risalenti addirittura al IV
sec.: narrano che la Maddalena fuggita dalla terra santa portò
il Santo Graal con sé a Marsiglia dove sono tuttora venerate le
sue presunte reliquie.
Nel secolo XV questa tradizione aveva già assunto chiaramente un'importanza
enorme nei personaggi come Renato d'Angiò, che faceva collezione
di "coppe Graal".
Nel testo arturiano "Joseph d'Arimathie - Le Roman de l
Estoire dou Graal" del 1202 scritto da Robert de Boron, il
Graal viene descritto come il calice dell' Ultima Cena, in cui
Giuseppe d'Arimatea aveva raccolto il sangue di Gesù crocifisso.
Nuovi elementi in merito li ritroviamo in "Le Grand Graal",
un testo di cui non conosciamo l'autore, che continua e integra
il racconto del "Joseph di Arimathie". Il Graal viene
associato a un libro scritto da Gesù Cristo, alla cui lettura può
accedere solo chi è in grazia di Dio e le verità di fede che
esso contiene non potranno mai essere pronunciate da lingua
mortale senza che i quattro elementi ne vengano sconvolti. Se ciò,
infatti, dovesse accadere, i cieli diluvierebbero, l'aria
tremerebbe, la terra sprofonderebbe e l'acqua cambierebbe colore.
Da questo si deduce che il libro-coppa possiede un temibile
potere.
Ma perché il calice fu portato proprio in Inghilterra? I
sostenitori della sua esistenza materiale affermano che durante
la sua permanenza in Cornovaglia, Gesù aveva ricevuto in dono
una coppa rituale da un Druido convertito al cristianesimo e
quell'oggetto gli era particolarmente caro. Dopo la crocefissione,
Giuseppe d'Arimatea aveva voluto riportarla al donatore
ulteriormente santificata dal sangue di Cristo; il Druido in
questione era Merlino.
Sia come sia, le peripezie subite dal Graal dopo il suo arrivo in
Inghilterra variano in modo considerevole a seconda delle varie
fonti. Estrapolando dalla Materia di Bretagna gli episodi più
ricorrenti, è possibile tracciare schematicamente il seguito
della storia. Giunto a destinazione Giuseppe affida la coppa a un
guardiano soprannominato "Ricco Pescatore" o "Re
Pescatore" perché, come Gesù, ha sfamato un gran numero di
persone moltiplicando un solo pesce. Secoli dopo nessuno sa più
dove si trovi il "Re Pescatore" e il Graal è, di fatto,
perduto. Sulla Britannia si abbatte una maledizione chiamata dai
Celti Wasteland , uno stato di carestia e devastazione
sia fisica che spirituale. Per annullare il Wasteland -
spiega Merlino ad Artù - è necessario ritrovare il Graal,
simbolo della purezza perduta. Un Cavaliere (Parsifal o Galaad
"il Cavaliere vergine") occupa allora lo "Scranno
periglioso", una sedia tenuta vuota alla Tavola Rotonda, su
cui può sedersi (pena l'annientamento) solo "il Cavaliere
più virtuoso del mondo", colui che è stato predestinato a
trovare il Graal. Ispirato da sogni e presagi, e superando una
serie di prove perigliose come il "Cimitero periglioso",
il "Ponte periglioso", la "Foresta perigliosa"
eccetera, Parsifal rintraccia Corbenic, il Castello del Graal e
giunge al cospetto della Sacra Coppa. Non osa però porre le
domande <<Che cos è il Graal? Di chi esso è
servitore?>>, contravvenendo così al suggerimento
evangelico "Bussate e vi sarà aperto" e così il Graal
scompare di nuovo.
Dopo che il Cavaliere ha trascorso alcuni anni in meditazione, la
ricerca riprende e finalmente Parsifal (o Galaad) pone il quesito,
a cui viene risposto. <<È il piatto nel quale Gesù
Cristo mangiò l'agnello con i suoi discepoli il giorno di Pasqua.
(...) E perchè questo piatto fu grato a tutti lo si chiama Santo
Graal>> . Il Re Magagnato si riprende, il Wasteland
finisce; Re Artù muore a Camlann e Merlino sparisce nella sua
tomba di cristallo. Il Graal viene a questo punto, siamo intorno
al 540, riportato da Parsifal a Sarraz, una terra in medio
oriente impossibile da situare storicamente e geograficamente;
non è infatti in Egitto, ma "vi si vede da lontano il
Grande Nilo" e il suo Re combatte contro un Tolomeo,
mentre la dinastia tolomaica si estinse prima di Cristo.
Per secoli non si parlò più del Graal, finché, verso la fine
del XII secolo, esso tornò improvvisamente alla ribalta a causa
delle Crociate. A partire dal 1095, molti Cavalieri cristiani si
erano recati in Terra Santa, ed erano entrati per forza di cose
in contatto con le tradizioni mistiche ed esoteriche del luogo e
sicuramente qualcuna di esse parlava del Graal, un sacro oggetto
dagli straordinari poteri. Grazie ai Crociati, la leggenda
raggiunse l'Europa e vi si diffuse. C'è anche chi ritiene che il
Graal sia stato rintracciato dai Crociati e riportato nel Vecchio
Continente. Se questo corrispondesse alla realtà, dove si
troverebbe allora il Graal?
Di seguito sono riportati i 4 nascondigli più probabili:
Il Graal si trova nel castello di Gisors - I
Cavalieri Templari avevano stretto rapporti con la Setta degli
Assassini, un gruppo iniziatico ismailita che adorava una
misteriosa divinità chiamata Bafometto . Per alcuni il Bafometto
altro non era che il Graal; prima di essere sgominati, gli
Assassini lo avevano affidato ai Templari, che lo avevano portato
in Francia verso la metà del XII secolo. Se le cose fossero
davvero andate così, ora il Graal si troverebbe tra i leggendari
tesori dei templari (mai rinvenuti) in qualche sotterraneo del
castello di GISORS.
Il Graal si trova a Castel del Monte - I
Cavalieri Teutonici - fondati nel 1190 - erano in contatto sia
con i mistici Sufi - una setta islamica che adorava il Dio delle
tre religioni, Ebraica, Islamica e Cristiana - sia con l'
illuminato Imperatore Federico II Hohenstaufen, a sua volta
seguace di quella dottrina. Tramite i Cavalieri Teutonici, i Sufi
avrebbero affidato il Graal all'Imperatore, affinché lo
preservasse dalle distruzioni scatenate dalle Crociate. In tal
caso, il Graal si troverebbe a Castel del Monte, un palazzo a
forma di coppa ottagonale edificato apposta per custodirlo.
Il Graal si trova a Takht-I-Sulaiman - Secondo
questa ipotesi il Grall sarebbe il simbolico "Fuoco Reale"
fonte della conoscenza, adorato dai seguaci di Zarathustra a
Takht-I-Sulaiman, il principale centro del culto di Zoroastro.
Takht-I-Sulaiman potrebbe essere dunque la mitica Sarraz, da cui
il Graal (Fuoco Reale) giunse, a cui ritornò e dove forse si
trova ancora.
Il Graal si trova nel Castello di Montsegur -
Dopo che il culto di Zoroastro venne soppresso, alcune delle sue
dottrine furono ereditate dai Manichei e, di seguito, dai Catari
o Albigesi; questi ultimi erano giunti in Europa dal Medio
Oriente, passando per la Turchia e i Balcani, e si erano
stabiliti in Francia nel XII secolo. Nel 1244, dopo una lunga
persecuzione da parte del Papato e dei francesi, furono
sterminati nella loro fortezza di Montsegur; se avessero portato
con loro il Graal durante le loro peregrinazioni, ora esso
potrebbe trovarsi insieme al resto del loro tesoro in qualche
impenetrabile nascondiglio del castello.
Oltre a queste teorie ne esistono anche altre che coinvolgono l'Italia:
Il Graal si trova a Torino - Importato forse dai
pellegrini che si spostavano per l'Europa durante il medioevo o
forse dai Savoia insieme alla Sacra Sindone, il Graal sarebbe
giunto nel capoluogo piemontese; le statue del sagrato del tempio
della Gran Madre di Dio, sulle rive del Po, indicano, a chi è in
grado di comprenderne la complessa simbologia, il nascondiglio
della Coppa.
Il Graal si trova a Bari - Nel 1087, un gruppo
di mercanti portò a Bari dalla Turchia le spoglie di San Nicola,
e in loro onore venne edificata una basilica. In realtà la
translazione del Santo era solo la copertura di un ritrovamento
ben più importante, quello del Graal. I mercanti erano in realtà
cavalieri in missione segreta per conto di Papa Gregorio VII. Il
Pontefice era al corrente del potere del Calice, ma non intendeva
pubblicizzare la sua ricerca, né l'eventuale ritrovamento, in
quanto esso era un oggetto pagano o comunque il simbolo di una
religione ancor più universale di quella cattolica. Gli premeva
di recuperarlo da Sarraz in quanto temeva che la sua presenza sul
suolo turco avrebbe aiutato i Saraceni nella loro espansione ai
danni dell'Impero Bizantino, e avrebbe nociuto al programmato
intervento di forze cristiane in Terra Santa a difesa dei
pellegrini. Non è dato di sapere dove si trovasse la coppa e chi
comandò la spedizione. La scelta di custodire il Graal a Bari
anziché a Roma fu determinata da due motivi: da lì si sarebbero
imbarcati i cavalieri per la Terra Santa (la prima crociata fu
bandita sei anni dopo il ritrovamento) e il Graal avrebbe
riversato su di loro i suoi benefici effetti; in più la sua
presenza avrebbe protetto Roberto il Guiscardo, Re normanno di
Puglie, principale alleato del Papa nella lotta contro Enrico IV.
A ricordo dell'avvenimento, sul portale della cattedrale, si
trova l'immagine di Re Artù e un'indicazione stilizzata del
nascondiglio.
Anche in Germania le versioni della leggenda del Graal sono
numerose, ed è proprio in questa nazione che la ricerca del
Santo Graal si lega alla figura di Adolfo Hitler.
Fin da ragazzo Hitler era affascinato dai riti e dalle cerimonie
sacre e la sua giovinezza risenti dell'influenza di molti medium
e studiosi nell'occulto che abitavano la città di Braunau dove
era nato; ed anche il futuro capo del nazismo si racconta che
possedesse poteri medianici che lo assalivano nel momento della
sua più forte tensione nervosa.
La preveggenza di Hitler sorprendeva i suoi collaboratori tanto
da mutare la loro fedeltà verso il Führer in fanatismo. Hitler,
per esempio, predisse l'esatta data dell'entrata delle truppe
tedesche a Parigi, annunciò la data di morte di F. Roosevelt e
predisse la data dell'arrivo a Bordeaux dei violatori del blocco
navale. Ma le previsioni esatte di Hitler non si limitarono
comunque solo alla politica, ma anche alla vita quotidiana.
Il mistero del Santo Graal, il sacro calice che gli studiosi
esoterici nazisti del tempo mutarono in Sang Raal sangue reale,
cioè sangue di Cristo crocifisso raccolto nella coppa e portato
in Francia e poi in Britannia da Giuseppe D'arimatea, lo affascinò
e lo ossessionò per tutta la vita.
Si diceva che nessuno poteva porsi alla ricerca del Graal se non
fosse stato un cavaliere puro e casto, come Gaload figlio di
Lancillotto. Ma anche questi, considerato il più generoso e
valoroso cavaliere della corte di Re Artù, a causa dei rapporti
adulterini che ebbe con Ginevra moglie del Re, non fu più degno
di porsi alla ricerca del Santo Graal.
La ricerca del Graal era dunque vietata ai peccatori ed Hitler
considerandosi invece degno per la sua vita vegetarina, di celibe,
si pose alla sua ricerca credendo egli, medium e studioso di
occultimo dotato di energie misteriose, di potervi riuscire.
Diramò così l'ordine a tutti i suoi collaboraori affinché si
procedesse alla ricerca.
Ma anch'egli, che credeva di potere assurgere nel mondo a
vendicatore di Cristo, fallì e così la leggenda del Santo Graal
rimane tuttora avvolta nel mistero........